La stanca movida dei caffé-concerto

Anche quest’estate, come del resto accade da un po’ di anni a questa parte, ripartono i caffè-concerto e, con essi, per tre mesi, il centro storico della nostra città si riempirà di musica e suoni.

 

 

Il comune di Catania ha stilato un programma che vedrà attori e musicisti esibirsi nei luoghi più frequentati dal pubblico nelle lunghe notti dell’ormai celebre “movida” catanese: piazza Teatro Massimo, scalinata Alessi, piazza Oninella, piazza Scammacca, piazza Spirito Santo, via Crociferi, via Mancini, via Coppola e via Michele Rapisardi. Tra gli artisti, citando qualche nome a caso, ricordiamo: l’Orchestra Mediterranea (canzoni tradizionali del sud), il Circo Barnum (teatro e musica live), Melthemi (musica celtica e world music), El barrio cubano (son cubano), ‘Na Maravigghia (musica popolare), il Teatro club che metterà in scena del teatro di strada, e poeti e cantastorie come Luigi Di Pino, Totò Calì, Carmelo Vassallo, Biagio Guerrera e Savio Lemma.

 

Per quanto riguarda i pub e i caffè, solo i locali di Via Landolina,  proporranno la seconda edizione del “Landolina Live”. L’organizzazione sarà gestita dai pub “La Chiave”, “Manduka”, “One pub” e “Marrakesh”, e vedrà l’esibizione di gruppi musicali nel palcoscenico della via. Tra gli artisti, spicca il nome dei “Nakaira”, e citiamo inoltre: “Taranta trio”, “Malafrushi”, “Brigantini” e “Agata Lo Certo and the ghost track”. La manifestazione inizierà il 25 giugno e si protrarrà nei giorni di martedì, giovedì, venerdi e domenica per poi concludersi il 30 agosto.

 

Questo è tutto il programma della stagione estiva per quanto riguarda i caffè-concerto. Escludendo, infatti, i già citati locali di via Landolina, gli altri locali del centro storico non sembrano essere nelle condizioni  di organizzare esibizioni musicali e affini per via – dicono – delle leggi contro il disturbo acustico e per il fatto di non essere agevolati, né tutelati dal comune di Catania.

 

E’ quanto tendono a sottolineare Roberto e Aldo Tudisco, proprietari del pub “Waxy O’Connors” e “Stag’s head” e Antonio Tomasi del “Other place”: le leggi acustiche hanno un limite davvero troppo ristretto (55 decibel) che il più delle volte viene anche superato dal semplice traffico urbano, e il Comune di Catania – sostengono i due imprenditori – non avrebbe dato supporti specifici né in ambito urbano, agevolando i clienti dei pub con parcheggi per gli autoveicoli o bus navetta dalle zone periferiche della città al centro, né nell’ambito dello spettacolo, dando aiuti gestionali e/o economici. Ma ciò che invece arriva con perfetto tempismo – secondo i gestori del locale – sono le contravvenzioni della Polizia Municipale, che svolge il proprio lavoro solertemente. Per di più, nelle vie del centro storico aumentano le zone a sosta vietata e le isole pedonali, che rendono ancor più difficile la vita al pubblico che, nonostante tutto, continua ad alternare un succulento panino e una passeggiata per le mura storiche alla spiaggia e alla brezza marina.

 

“La vocazione della città di Catania” – afferma Roberto Tudisco – “è quella turistico-ricettiva, d’altronde Catania si è presa l’onere di diventare capitale turistica del mediterraneo entro pochi anni, quindi quello che sta accadendo ai locali del centro è in netto contrasto sia con la politica del Comune, sia con la natura stessa della città di Catania. I caffè–concerto ormai a Catania non esistono più”.

 

L’aria che si respira per le vie del centro è sempre briosa, ma sembra effettivamente aver perso quell’entusiasmo che la contraddistingueva negli anni ormai trascorsi. La gente ricerca con gli occhi qualsiasi tipo di palcoscenico e tende l’orecchio per captare qualsiasi tipo di suono che possa attirare la sua curiosità, ma se, come detto, ci si allontana da via Landolina, la visione è solo quella delle sedie poste fuori sulla strada e gli unici rumori quelli del rombare dei veicoli del traffico.

 

Anche i musicisti, abituati a trascorrere gran parte delle serate estive in quelle che sono le strade familiari accompagnati dal suono dei loro strumenti, si sentono delusi e criticano questa situazione: “E’davvero insostenibile- afferma un esponente di un noto gruppo catanese – aspettiamo l’estate per incrementare la fama e il borsellino, ma se vogliamo farlo, dobbiamo uscire dai confini di questa città”.

 

Per concludere, le affermazioni di Giuseppe Giuffrida, titolare del pub “La Chiave”: “Noi continuiamo nonostante tutto a fare musica, ma c’è la volontà di reprimerci”. Come dire, tanta voglia d’estate, troppe idee, poca concretezza.


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