Un luogo dalla bellezza rara ma visitabile solo in pochissime occasioni. I primi cenni a questa fonte risalgono ai primi del ‘700 e sono ampiamente descritte nei quaderni del Barone di Villabianca. Guarda il video
La sorgente del Gabriele alle pendici di monte Caputo Sito storico che ancora regala alla città acqua pura
In occasione della 22esima edizione della manifestazione promossa e organizzata dal Comune Palermo apre le porte l’Amap ha riaperto la storica Sorgente del Gabriele che si trova nella sede dell’Amap di via Riserva Reale. Il sito non è visitabile abitualmente, da tre anni e solo una volta all’anno, in occasione di questa manifestazione è aperto al pubblico, le visite sono curate dall’Associazione Vivi e lassa viviri, che si occupa della promozione dell’acqua come bene comune e del Centro Diurno per Anziani di Bocca di Falco in collaborazione con l’assessorato alla Scuola. Abbiamo intervistato Vito Restivo dell’associazione Vivi e lassa viviri che ci ha raccontato la storia e le caratteristiche di questa sorgente.
(Montaggio e riprese Davide Salvato)
Un sito dall’importanza storica e sociale particolarmente rilevante perché ancora oggi regala alla acqua pure che non ha bisogno di alcun trattamento e che viene immessa nell’acquedotto comunale. Un’affluenza straordinaria è stata registrata nella giornata di domenica 7 maggio, che fa ben sperare in aperture più frequenti.
Sono quattro affioramenti di acqua molto vicini fra loro dentro un’area recintata alle pendici del monte Caputo, i primi cenni a questa sorgente risalgono ai primi del ‘700 e sono ampiamente descritte nei quaderni del Barone di Villabianca. La parola Gabriele deriva dall’arabo Garbel o Garbellel, che vuole dire grotta irrigante. Le acque della sorgente affioravano a cielo aperto ed erano immerse in una folta vegetazione di tipo palustre che caratterizzava la zona. Si racconta che le sorgenti erano quattro e denominate Cuba, Gabriele, Campofranco e Nixio.