Chiedeva la condanna dell'italia da comunicare alle nazioni unite. Ma il sogno autonomista di giuseppe mignemi si e infranto in cassazione. Motivo: si e presentato senza avvocato. Ma le sue ragioni sono tuttaltro che campate in aria, anzi
La Sicilia divisa in due, senza euro e senza Sigonella, con il consenso della comunità internazionale
CHIEDEVA LA CONDANNA DELL’ITALIA DA COMUNICARE ALLE NAZIONI UNITE. MA IL SOGNO AUTONOMISTA DI GIUSEPPE MIGNEMI SI E INFRANTO IN CASSAZIONE. MOTIVO: SI E PRESENTATO SENZA AVVOCATO. MA LE SUE RAGIONI SONO TUTTALTRO CHE CAMPATE IN ARIA, ANZI
Alla fine è simpatico. Sognatore e simpatico. Un tipo, questo Giuseppe Mignemi, siciliano un po sicilianista e un po secessionista che ha citato in Cassazione lo Stato italiano per fargli riconoscere la separazione della Sicilia.
Mignemi sogna due Sicilie. Quella occidentale, indipendente e neutrale. E quella orientale autonoma a Statuto incompleto da sessant’anni per ostruzionismo e complotto politico del Governo unitario accentrato a Roma”.
Gli è andata male, però. La Suprema Corte lo ha dichiarato sconfitto perché ai tre gradi di giudizio si era presentato senza un avvocato.
Nella sentenza pubblicata ieri, la Cassazione ripercorre le tappe delle tesi di questo simpatico siciliano che sogna una Sicilia non ascara.
“Il ricorrente – scrivono i giudici della Suprema Corte – chiedeva che in via giudiziaria fosse riconosciuta la condanna dell’Italia a comunicare alle Nazioni Unite la sentenza, affinché la comunità internazionale potesse inviare degli ispettori per accompagnare la transizione. Lui stesso si sarebbe riconosciuto reggente provvisorio della Sicilia orientale e dopo sei mesi avrebbe proclamato le elezioni”.
Percorso un po bizzarro, certo. Ma è poi così sbagliato sognare una Sicilia fuori dallItalia? Secondo noi, no. Tanto più che la Sicilia si sarebbe ritrovata fuori dal qual disastro con i piedi che è leuro.
Non solo. Anche con quella parte dello Statuto autonomistico – relativo alla riscossione delle imposte – mai applicato. Le imposte riscosse in Sicilia, contrariamente a quanto avviene oggi, sarebbero finite nelle casse della Regione. Mignemi ha ragione. La sua, almeno da questo punto di vista, sarebbe stata una corretta applicazione di una previsione statutaria.
Il nostro Mignemi ha chiesto alla Cassazione “di riconoscere l’ordine di sfratto alla base navale dei Sigonella, che sarebbe diventata un aeroporto civile”. Posizione correttissima, che noi e – ne siamo certi – tantissimi siciliani condividono in pieno.
Foto di prima pagina tratta da antoniopalagiano.com