Assistiamo attoniti alla buffa istituzione di "nuclei antimafia" da parte di un presidente che mette sotto controllo il proprio operato, visto che lui e' il capo dell'amministrazione! o forse ammette di non controllare la 'macchina' che guida?
La Sicilia, Crocetta, il senso dello Stato e quello del ridicolo
ASSISTIAMO ATTONITI ALLA BUFFA ISTITUZIONE DI “NUCLEI ANTIMAFIA” DA PARTE DI UN PRESIDENTE CHE METTE SOTTO CONTROLLO IL PROPRIO OPERATO, VISTO CHE LUI E’ IL CAPO DELL’AMMINISTRAZIONE! O FORSE AMMETTE DI NON CONTROLLARE LA ‘MACCHINA’ CHE GUIDA?
Il ridicolo, nella vita pubblica della Sicilia, è spesso dietro l’angolo. E quanto più compiti e seri sembrano gli ‘avvertimenti’ lanciati dalla politica, tanto più tragicomici sono i paradossi che sono sotto gli occhi di tutti.
Un primo paradosso lo segnala stamattina Paolo Luparello in un articolo che potete leggere in altra parte del giornale: il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che, nel nome della legalità, istituisce i “Nuclei antimafia” all’interno dell’Amministrazione del quale è il capo, e non si accorge che, da oltre un anno, tutti i dirigenti regionali sono senza contratto.
Di più: istituendo questi tragicomici “Nuclei antimafia”, il presidente si comporta come se fosse ‘terzo’ rispetto all’Amministrazione regionale. Ma non è lui il capo dell’Amministrazione regionale? Alla fine che succederà: il presidente controllerà se stesso e il proprio operato? Auto-controllo?
O forse – con l’istituzione di tali “Nuclei” – il presidente ci sta dicendo che non controlla l’Amministrazione della quale è a capo? Ma ci rendiamo conto della sceneggiata napoletana a cui sta dando vita questo Governo?
Ancora. Appena qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo in cui abbiamo chiesto e ci siamo chiesti: ma il presidente Crocetta e i suoi illustri giuristi che si è scelto come consulenti, sanno cos’è il Decreto legislativo 39 del 2013? E come mai il Governo regionale della ‘legalità’ non lo applica?
Non stiamo parlando di un elemento amministrativo di secondo piano: parliamo di una legge nazionale – che si applica anche in Sicilia – che introduce la cosiddetta “inconferibilità” degli incarichi. Ci sono, nell’Amministrazione regionale, dirigenti e funzionari che, a norma di questo Decreto legislativo, non potrebbero e non dovrebbero occupare gli incarichi che, invece, continuano ad occupare. Ma di questo non si parla.
E che dire dei baby-pensionati della Regione made in legge 104 che non potrebbero ricoprire incarichi nell’Amministrazione della quale facevano parte – il riferimento è sempre alla Regione – e che invece continuano a prestare servizio come commissari, incassando pensione e indennità di commissario?
Come mai la magistratura – che giustamente indaga su caffè e panettoni dell’Ars, non si interroga sulla mancata applicazione del Decreto legislativo 39 e sugli incarichi affidati ai beby-pensionati legge 104?
Poi arriva una busta con una pallottola – intercettata non sai servizi segreti civili, ma dai servizi di Palazzo d’Orleans – e invece di parlare di come l’attuale Governo si mette sotto i piedi una legge dello Stato, si parla di “minacce” e si istituiscono dei ridicoli e demagogici “Nuclei antimafia” all’interno dell’Amministrazione regionale.
Ma quanto deve durare, ancora, quest’opera buffa? Crocetta e i suoi sodali pensano veramente che i siciliani siano stupidi?