La Sicilia a rischio incendi?

A rischio chiusura, i primi di agosto, il Servizio antincendio boschivo (Sab) della Regione siciliana. Per la prima volta in circa quaranta anni di attività, boschi e macchia mediterranea potrebbero restare indifesi proprio nel periodo statisticamente di maggiore frequenza degli incendi.

Il Governo regionale ancora una volta si presenta impreparato sulle scadenze importanti. Prima il bluff in sede di l’approvazione all’Assemblea regionale siciliana (Ars) dell’articolo 25 della legge n.9 del 15 maggio 2013 che ha stanziato 50 milioni di euro a fronte degli 85 promessi e utili al completamento delle giornate lavorative del servizio antincendio boschivo per l’anno 2013.

Oggi si scopre l’ennesima verità. Non ci sono le risorse e siamo alla fine del mese di luglio, in attesa di un improbabile assestamento di bilancio.

Nonostante le continue voci, ricorrenti nel settore, di un possibile stanziamento di circa 20 milioni di euro aggiuntivi, il Governo, invece, annaspa nel buio più totale. Pare che la verità alberghi in un tentativo di effettuare una partita di giro. Si tratterebbe in buona sostanza di spostare dal Capitolo di bilancio dell’Azienda foreste demaniali a quello del Corpo forestale, i 20 milioni necessari al proseguimento del servizio antincendio boschivo fino al mese di settembre inoltrato.

All’Azienda foreste demaniali verrebbero stornati i citati 20 milioni attraverso l’utilizzo di risorse che sarebbero prelevate dal Piano di azione e coesione (Pac), che prevede interventi diretti alla rivalutazione delle aree urbane e del verde pubblico.

Si aggancerebbe, secondo il dettame del Governo regionale, la finalità della spesa strutturale prevista dal Pac con il possibile utilizzo, secondo quanto riportato dall’articolo 25 della citata legge regionale n.9/2013, dei forestali proprio per la rivalutazione dell’arredo urbano e del verde pubblico.

In tutto questo gioco “delle tre carte” l’Esecutivo non sembra preoccuparsi della possibile bocciatura da parte dell’Igrue (Ispettorato generale per i rapporti finanziari con l’Unione europea del ministero dell’Economia e delle Finanze). Questo perché le risorse non servirebbero all’Azienda solamente per interventi strutturali ma anche per il pagamento degli stipendi dei lavoratori forestali. Come al solito il Governo del presidente Rosario Crocetta, agisce per tentoni e senza alcuna certezza di garantire gli impegni assunti.

Per Vincenzo Vinciullo (nella foto a destra, tratta da cassibile.com), vice Presidente vicario della Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars, la priorità è quella della salvaguardia dei boschi, della macchia mediterranea e la garanzia lavorativa dei lavoratori forestali. Lo stesso ha precisato che “non si possono mettere in discussione i boschi, la Sicilia, cantata dai poeti arabi, era un Eldorado ed oggi non rimane che un giardino, che va salvaguardato attraverso l’opera preziosa dei forestali”.

“In questa vicenda, ha dichiarato il segretario provinciale di Enna dell’Ugl agricoli e forestali e dirigente regionale, Franco Arena, al termine di un incontro con gli esponenti del governo regionale e della Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars, pagherebbe non solo il cinque per cento del territorio siciliano che resterebbe indifeso ed pericolosamente esposto ai possibili incendi ma anche e soprattutto i circa 7 mila Addetti incendio boschivo (Aib)”.

Si tratta del personale preposto allo spegnimento degli incendi, avviato lo scorso 6 giugno in tutta la Sicilia per sole 51 giornate lavorative. “A seguito di questa decisione, sottolinea Arena, che comporterebbe la sospensione del servizio pubblico e dei lavoratori antincendio già ai primi giorni di agosto, il Governo regionale avrebbe disatteso sia la legge regionale n.14 del 14 aprile 2006, che prevede le garanzie occupazionali dei centunisti (circa 6 mila addetti) e dei centocinquantunisti (circa mille unità), sia l’accordo del 14 maggio 2009 sottoscritto con le parti sindacali che stabilisce l’aumento delle giornate a 151 per tutto il contingente Aib”.

Sull’articolo 25 della citata legge regionale n.9/13 l’Ugl agricoli e forestali resta perplessa ed auspica un aggiustamento per rendere applicabile l’istituto dell’allargamento delle funzioni dei lavoratori forestali.


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