La Sea Watch 3 è stata bloccata al porto di Catania Capitaneria contesta non conformità amministrative

«Una serie di non conformità relative sia alla sicurezza della navigazione che al rispetto della normativa in materia di tutela dell’ambiente marino», tali da «non permettere la partenza della nave fino alla loro risoluzione». Con queste motivazioni, notificate dalla Guardia costiera di Catania all’equipaggio, la Sea Watch 3 è stata bloccata al molto etneo. Dalla ong, al momento, fanno sapere di stare approfondendo le contestazioni. Ma in un tweet commentano: «La Guardia Costiera ci notifica il blocco per non conformità su sicurezza navigazione e normativa ambientale. Le autorità, sotto chiara pressione politica, sono alla ricerca di ogni pretesto tecnico per fermare l’attività di soccorso in mare». 

Poi, nel pomeriggio, arriva una spiegazione più articolata: «Non ci è pervenuta alcuna notifica di blocco amministrativo – dice la portavoce di Sea Watch in Italia Giorgia Linardi in un video pubblicato su Twitter – Sono state riscontrate piccole attività da fare a bordo per poter ripartire in sicurezza. Attività che si possono svolgere nelle prossime 24 ore e che sono previste in un normale scalo tecnico della nave che non tocca porto dal 14 dicembre». Dunque, aggiunge, «non ci sono le basi per un sequestro amministrativo e in questo momento la nave non è bloccata». Per quanto riguarda invece la questione della registrazione della nave, Linardi sottolinea che la Sea Watch 3 «è regolarmente registrata come nave da diporto nel registro reale olandese, ma il suo uso è quello di nave da soccorso. Per la lunghezza e la stazza della nave – aggiunge – questo non sarebbe possibile in Italia ma per la legislazione olandese, alla quale la nave fa riferimento, questo è assolutamente regolare ed è stato accertato recentemente dalle autorità ispettive dello stato di bandiera a Malta», dove la nave è rimasta bloccata quattro mesi. La Ong annuncia che verranno pubblicati tutti i documenti in merito e ribadisce: «La nave è olandese, non si applica la giurisdizione italiana e dunque invitiamo il governo a non fare deliberatamente confusione».

L’imbarcazione è arrivata ieri mattina dopo una navigazione di quattro ore proveniente da Siracusa. Nella serata di mercoledì, dopo aver ricevuto il via libera da parte del comando generale della Guardia costiera di fare rotta su Catania, si era registrato un problema al verricello dell’ancora e la partenza è stata rinviata proprio a ieri mattina. Dopo le operazioni di sbarco dei 47 migranti, nel primo pomeriggio sono saliti a bordo poliziotti, finanzieri e uomini della Capitaneria di porto. Stando a quanto trapelato, i controlli sarebbero riconducibili a «indagini di routine» disposte dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, secondo «un protocollo consolidato nel tempo». Polizia e fiamme gialle hanno sentito il capitano e l’equipaggio sulle operazioni di salvataggio e sulla rotta seguita. 

Dagli accertamenti amministrativi della Capitaneria di porto – finalizzati a eseguire una verifica tecnica sulle condizioni della nave ai sensi della UNCLOS (La Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare) – invece, sono emerse le irregolarità contestate stamattina. Al momento non ci sono indagati, sostiene uno dei legali della Ong, l’avvocato Alessandro Gamberini, che anticipa la strategia di un’eventuale battaglia legale: «La competenza è radicata a Siracusa, dove la nave è approdata, non a Catania».

Dell’attività della Capitaneria di porto di Catania è stata informata l’Olanda, quale amministrazione di bandiera dell’unità. «Tali non conformità – precisano dalla Guardia costiera etnea – dovranno essere risolte anche con l’intervento dell’amministrazione di bandiera, in cooperazione con gli ispettori specializzati della Guardia Costiera e il sesto reparto – sicurezza della navigazione del comando generale del corpo delle Capitanerie di porto-Guardia Costiera». Intanto i legali della ong fanno sapere che non è stata diramata nessuna convocazione in Procura e nel frattempo ieri è arrivato il nuovo equipaggio. Ma fino alla risoluzione delle irregolarità contestate, la nave non potrà lasciare il porto di Catania.


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