Il presidente di confcommercio, carlo sangalli, carta alla mano, spiega che il bonus elettorale del governo non ha sortito alcun effetto sui consumi, rimasti bassi. Ma il nostro presidente del consiglio glissa. Verrebbe da dire: semu fritti e consati!
La sceneggiata degli 80 euro al mese: ormai Renzi ‘belusconeggia’ senza pietà
IL PRESIDENTE DI CONFCOMMERCIO, CARLO SANGALLI, CARTA ALLA MANO, SPIEGA CHE IL BONUS ELETTORALE DEL GOVERNO NON HA SORTITO ALCUN EFFETTO SUI CONSUMI, RIMASTI BASSI. MA IL NOSTRO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GLISSA. VERREBBE DA DIRE: SEMU FRITTI E CONSATI!
Esilarante la polemica tra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, a proposito degli effetti economici dello sgravio fiscale di 80 euro mensili ai redditi inferiori a 1500 euro/mese. Esilarante perché la risposta del premier riecheggia battute berlusconiane a proposito della crisi incombente del 2007, che si trascina ancora oggi.
Per rilevarne la comicità è opportuno ricordare i termini della polemica. Dice Sangalli: dati alla mano, l’effetto sulla ripresa economica dei ‘celebri’ 80 euro mensili avrebbe avuto un effetto nullo sul rilancio dei consumi.
Risposta di Matteo Renzi: Sangalli lo vada a chiedere agli undici milioni di italiani che ne hanno beneficiato.
Partendo da queste due battute proviamo ad esaminarne i significati economici.
Il presidente nazionale di Confcommercio si limita a rilevare gli effetti insignificanti che la misura fiscale adottata dal Governo ha fatto registrare sui consumi degli italiani. Quindi si limita a constatarne quanto meno la scarsa efficacia economica.
Il presidente del Consiglio fa riferimento agli effetti che quella misura ha portato nelle condizioni economiche dei beneficiari.
Bene, a noi la risposta di Matteo Renzi ricorda la battuta di Silvio Berlusconi, reduce da un incontro con Nickolas Sarkosi ed Angela Merkel, riguardo alla crisi economica esplosa a seguito della bolla finanziaria americana sull’insolvenza dei mutui che ha provocato il fallimento della banca Lehman Brothers. Crisi che dura ormai da sette anni e della quale non si vede ancora, almeno in Italia, la via d’uscita.
In quella circostanza l’ex premier del nostro Paese negava l’esistenza della crisi, rilevando che i ristoranti erano pieni e che sugli aerei non si trovava posto. Poi se le compagnie aeree con gli aerei pieni stavano fallendo, poco importa. Il fatto significativo era che su di essi non si trovava posto!Dal che la conclusione: la crisi non c’è.
Ci sarebbe da invocare l’amaro destino per chiedergli: che male abbiamo fatto di tanto grave da meritarci per quasi venti anni dei governanti di questa insignificante caratura? Verrebbe da dire in lingua di casa nostra: N’i manu di cui amu statu?. Traduzione: Ma in quali mani il destino cinico e baro ci ha messo?
Traslando alla polemica odierna la dichiarazione berlusconiana di quel tempo, verrebbe da chiedere, sempre all’amaro destino: che male abbiamo fatto per continuare ad essere puniti con governanti della caratura di quelli attuali?
A Matteo Renzi, infatti, non gliene frega niente se la disoccupazione continua a crescere in misura esponenziale; se le imprese continuano a chiudere una appresso all’altra; se il tanto decantato ‘made in Italy’ è ormai in mano a potenze economiche straniere le quali sfruttano i nostri marchi per la presa che essi hanno nei mercati internazionali, ma dei benefici economici conseguenti l’Italia ed i lavoratori italiani non ne vedono nemmeno l’ombra. Per Renzi l’importante è che undici milioni di italiani dispongono di 80 euro al mese in più e di questo sono grati a chi glieli ha dati. Tutto il resto (cioè l’economia nazionale) è noia.
Verrebbe da chiedersi, se questa filosofia economica è il risultato delle elaborazioni concepite durante le assise della Leopolda 1, 2 e 3?
Viri chi priu! Traduzione concettuale: Facciamo salti di gioia.
Se questa è la prospettiva che ci aspetta, semu fritti e cunsati. Traduzione: siamo fritti e conditi…