La scalata…alla laurea

La situazione degli esami scritti delle lingue è da tempo insostenibile. Moltissimi sono gli studenti che puntualmente protestano per i criteri adottati nella correzione e per la consistente percentuale dei rimandati. Abbiamo raccolto alcune informazioni sulla situazione attualmente esistente, riferita all’ultima sessione di esami, portando dei dati direttamente all’attenzione della prof.ssa Persico, vicepreside ultimamente nominata responsabile della “commissione didattica”, per analizzarli insieme.

 

Si è constatato che, all’esame scritto di Lingua spagnola primo anno, su 72 compiti la metà è stata rimandata. Sull’esame scritto di Francese secondo anno c’è qualche problema strutturale, tant’è che un corso fa l’esame scritto avvalendosi di un solo vocabolario monolingue, l’altro corso invece li usa entrambi, monolingue e bilingue. Di fronte a questa chiara disparità, la prof.ssa Persico ci ha detto: “Ci dovrebbero essere dei criteri comuni prima di tutto nella stessa lingua. Poi è chiaro che questi criteri possono essere adottati anche da altre lingue, ma sostanzialmente dovrebbe esserci un criterio unico, una tipologia comune di esame. È nell’interesse della facoltà riuscire a risolvere questi problemi” e ha aggiunto perplessa: “non capisco come mai ci siano queste sostanziali differenze” (riferendosi al caso del secondo esame scritto di Lingua francese). E pensare che questa domanda se la pongono circa un centinaio di studenti, ogni qual volta ci si presenta all’esame…

 

I dati statistici non sono per nulla consolanti. All’esame scritto di Inglese terzo anno, nella sezione del tema, i rimandati sono circa il 53%, senza contare chiaramente tutti quelli che non si presentano all’esame, nonostante che per anno accademico dovrebbe sostenerlo. I problemi non sono finiti qua.

 

La prof.ssa Persico, cosciente della grave situazione in cui vertono gli studenti, ci illustra delle probabili soluzioni al problema, sostenendo che il numero dei bocciati agli scritti di lingua spesso è da associare alla non frequenza dei lettorati e delle lezioni, considerati parte fondamentale nella preparazione all’esame. La soluzione, secondo la Vicepreside della Facoltà di Lingue, sembra essere quella dei cosiddetti “corsi di recupero”. Una sorta di corso preparatorio all’esame – probabilmente sostenuto da personale docente esterno – per coloro i quali non sono riusciti a superarlo più volte. La prof.ssa Persico inoltre afferma: “con il Preside si era già pensato di porre rimedio alle evidenti difficoltà degli studenti, quindi al più presto si attiveranno delle strategie di recupero. Naturalmente però c’è da precisare qualcosa: l’impegno della Facoltà è assicurato, ma non possiamo fare tutto noi, lo studente prima di tutto deve impegnarsi. Questo vuol dire una cosa: frequentare innanzi tutto, o perlomeno cercare di farlo non saltuariamente. Questo progetto però, dovrà essere compatibile con le nostre risorse”.

 

Le percentuali delle insufficienze sono alte anche in molti altri esami scritti: Lingua spagnola 2 il 43%, Lingua inglese 2 il 41%, Lingua francese 1 il 67%. Com’è evidente le percentuali sono spaventose, considerando che – come tutti sappiamo – quando non si supera lo scritto di una lingua non si può accedere all’orale, causando cosi un grosso “ritardo” che si protrae per tutta la carriera universitaria.

 

Lo studio delle lingue, si sa, ha un ruolo rilevante nella nostra preparazione. Sono le vette più difficili da scalare. La prof.ssa Persico ci dice molto sinceramente che per il momento c’è ben poco da sperare. Non è tempo di cambiamenti, ci sono troppe scadenze da rispettare anche in altri ambiti. Con estrema convinzione però ci garantisce che la facoltà si adopererà al più presto.

 

Già, ma quando? Nel frattempo non ci resta che studiare, fare gli esami e… sperare di superarli!

Mavie Fesco

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