Non siamo giustizialisti. Ma prendiamo atto che la digos di agrigento nel pomeriggio dell'11 settembre ha sequestrato gli atti della nomina a direttore dell'area risorse umane dell'asp di agrigento
La sanità in Sicilia nel segno di Zorro!
NON SIAMO GIUSTIZIALISTI. MA PRENDIAMO ATTO CHE LA DIGOS DI AGRIGENTO NEL POMERIGGIO DELL’11 SETTEMBRE HA SEQUESTRATO GLI ATTI DELLA NOMINA A DIRETTORE DELL’AREA RISORSE UMANE DELL’ASP DI AGRIGENTO
di Sallustio II
Siamo in Sicilia nellanno di grazia 2013. 1791 anni dopo Eliogabalo. Non siamo nellAlta California dellera messicana, tra il 1823 e il 1846, quando Don Diego De la Vega, alias Zorro, in compagnia del suo servo sordomuto Bernardo e della sua innamorata Lolita Pulido, combatteva in nome della povera gente contro la tirannia dei governatori.
Da ragazzino ho visto tutti i telefilm di Zorro. Poi li ho rivisti da adulto. E più li rivedevo, più mi rimaneva (e mi rimane ancora) la stessa sensazione della prima volta: oltre il segno, la Z, il nulla. Anche perché, aldilà del fascino del personaggio romanzato, la storia mi ha dato ragione sulla sensazione, dato che la California non ebbe un liberatore ma finì assieme al Messico nella Confederazione americana a seguito della guerra vinta dagli Stati Uniti confederati sulla Spagna.
Orbene, lattuale governo della Sanità in Sicilia si caratterizza, a nostro avviso, anche per la denuncia, che appunto viene impugnata come la spada di Zorro. Pertanto, più denunci e più sei bravo. E ciò anche per onorare il denunciante supremo: il Presidente della Regione On. Rosario Crocetta.
Precisiamo subito, prima di essere immediatamente bollati come malavitosi, che la denuncia è sacrosanta nel momento in cui viene a ravvisarsi qualsiasi illecito, seppure solo sospetto. D’altronde, è dovere dellamministratore, del dirigente e di chiunque pubblico ufficiale od incaricato di pubblico servizio, denunciare allautorità giudiziaria qualsiasi fatto che, in ragione dellesercizio del proprio ufficio, possa configurarsi come fatto di reato.
Quello che non è giusto, invece, è il fatto che la denuncia possa diventare un titolo curriculare, magari da far valere per qualche gradita nomina a Direttore Generale di Azienda Sanitaria. E questo non è particolarmente giusto se le denuncie sono solo un fatto di moda o di religione professata. In tal caso, il valore di siffatte denunce e del denunciante compreso, è pari alla Z di Zorro.
E vero anche che le denuncie di questo tempo in Sicilia ben si combinano con lantimafia di facciata. E così possono pure nascondersi, come già abbiamo avuto modo di riferire in un altro nostro articolo, tutti gli scandali della Sanità siciliana.
Abbiamo pubblicato ieri, ex art. 8 legge 8.2.48 n. 47, così come sostituito dallart. 42, comma 1 della legge 5.8.81 n. 416, quanto richiestoci dal Commissario straordinario dellASP di Agrigento, Dott. Salvatore Roberto Messina, a mezzo del suo legale di fiducia, Avvocato Giovanni Iacono Manno.
Oltre che per obbligo di legge, quanto richiestoci, labbiamo volentieri pubblicato perché abbiamo opportunamente considerato il contenuto delle precisazioni. Noi, però, registriamo fatti e ci sentiamo in dovere si sottoporli alla pubblica opinione.
Ed è un fatto laffidamento del servizio di gestione del patrimonio impiantistico del P.O. San Giovanni di Dio di Agrigento alla ditta COFELY Italia. E ciò con lestensione di un altro contratto, quello stipulato dallex AUSL n. 1 di Agrigento in data 14.4.2009.
E un fatto che nella delibera di affidamento è testualmente scritto che lefficacia del suddetto contratto decorre dalla data della stipula.
E un fatto che la norma di azione testualmente descritta nello stesso provvedimento è lart. 57, comma 5 lett. b) del D.Lgs 163/06 e s.m.i. Qui evitiamo di trascriverla, rammentiamo solo che, ammesso che siffatta estensione potesse consentirsi, tanto poteva esclusivamente avvenire nei tre anni successivi alla stipula del contratto iniziale.
E un fatto che la stipula del contratto iniziale data 14.4.2009 e che la deliberazione di affidamento è la n. 2915 del 27.4.2012. Quindi, oltre il triennio che si è voluto a supporto dellaffidamento milionario. Pertanto in contrasto con laritmetica, prima che in violazione del cogente richiamato disposto normativo.
E un fatto che per gli affidamenti in estensione, relativamente ai servizi, pur con il forte rischio di abusi cui la normativa prima azionata notoriamente si presta (Cons. St. A.G. 6 giugno 2007, n. 1750), in ordine allimporto dellappalto esteso, nonostante la veneranda età, è ancora in vigore lart. 11 del Regio Decreto n. 2240 del 18.11.1923 (c.d. Legge sulla contabilità generale dello Stato). E tale norma prevede come limite allestensione il cosiddetto quinto dobbligo.
E un fatto che, per come testualmente scritto nella deliberazione di affidamento, limporto complessivo del contratto utilizzato per lestensione è pari a 10.044.000,00 euro IVA esclusa e che un quinto di tale importo è pari a euro 2.008.800,00.
E un fatto che il nuovo affidamento alla COFELY Italia è stato disposto per un importo pari ad una spesa annuale presunta di euro 740.973,69 IVA esclusa, e che la durata del contratto affidato in estensione decorre dalla data di affidamento il 27.4.2012 e fino al 14.4.2018, data conclusiva dellesecuzione del primo contratto che si è voluto estendere.
E un fatto che, prima del combinato disposto degli artt. 28 e 29 del D.lgs 163/06, è sempre laritmetica a fissare limporto del contratto ex novo affidato non in euro 740.973,69 ma in euro 4.445.842,14, meno qualche spicciolo (euro 740.973,69 per 6 anni meno qualche giorno). Quindi, si tratta di un affidamento diretto il cui importo risulta superare ben oltre il limite del quinto dobbligo.
Non vogliamo annoiare i lettori e tralasciamo di scrivere tutte le altre cose scritte nella deliberazione. Non siamo né Pubblici Ministeri né i Carabinieri della Salute.
Per quanto riguarda invece la parte dellarticolo relativa allincarico di Direttore dellArea Risorse Umane dellAsp di Agrigento, riaffermiamo che non siamo giustizialisti. Siamo garantisti e crediamo fermamente allinnocenza di chiunque, almeno fino a quando non vi sia una sentenza di condanna passata in autorità di cosa giudicata. E tanto lo scriviamo con disinteresse, anche rispetto al fatto che la Digos della Questura di Agrigento, nel pomeriggio dell11 settembre 2013, tra laltro, sequestrava gli atti relativi al conferimento di quella nomina.
Lunico interesse che ci preme salvaguardare è quello generale della legalità. La vera legalità e non quella di facciata.
Perciò ci preoccupiamo quando un particolare provvedimento, denunciato come non conforme alle norme, quindi oggetto di indagine, possa assurgere, come purtroppo spesso è avvenuto in questa nostra Terra di Sicilia, ad atto di principio e di indirizzo. E così, referenzialmente, sanare le stesse illegalità, qualora tardivamente conclamate.
Vogliamo che i nostri amministratori educhino al rispetto delle norme e abbiano quantomeno il senso dellopportunità e della misura.
Diversamente si allungherà lelenco degli scandali, e potremmo solo gridare VIVA ZORRO.