La Rivolta dei Forconi: perché in Italia si rischia la rivoluzione

DA UNA PARTE C’E’ UNA POLITICA SORDA CHE CONTINUA A SCIALACQUARE TRA PRIVILEGI E TANGENTI. DALL’ALTRA PARTE C’E’ UNA POPOLAZIONE VESSATA DA EQUITALIA E AGENZIA DELLE ENTRATE. OVVERO DA UN SISTEMA VOLUTO SI’ DALLA FINANZA, MA INTRODOTTO DALLA STESSA POLITICA. ED E’ CONTRO QUESTA POLITICA E CONTRO UN SISTEMA FISCALE OPPRESSIVO CHE, DAL 9 DICEMBRE IN POI, SI SCATENERANNO LE PIAZZE

Tra quattro giorni inizierà la rivolta dei Forconi in tutta l’Italia. La protesta parte dal Nord del nostro Paese e arriva fino in Sicilia. I protagonisti di questo Movimento, rispetto al gennaio del 2012 – quando la gente scese in piazza solo nella nostra Isola – sembrano più determinati che mai.

L’obiettivo è uno: liberare il nostro Paese dalla tirannide della finanza ladra e, forse, mafiosa. E da un sistema bancario che non sostiene l’economia.
Noi, in queste poche righe, proveremo a raccontare perché, in Italia, la rivolta dei Forconi rischia di dare vita a una rivoluzione.
La spiegazione sta in due elementi semplici, che sono sotto gli occhi di tutti: l’incapacità della politica italiana a capire quello che succede nella nostra società e il sistema vessatorio messo in piedi dallo Stato italiano, a partire dal 2002, contro famiglie e imprese.
Sulla politica che non capisce quello che sta succedendo, abbiamo un esempio tutto siciliano: quello che è successo ieri sera nella Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars. Con la stessa Commissione che ha approvato un disegno di legge che – se l’Ars trasformerà in legge – impegnerà la Regione a contrarre un mutuo di quasi un miliardo di euro!
Sapete chi pagherà le ‘rate’ di questo mutuo? I siciliani – famiglie e imprese – con Irpef e Irap, che resteranno ai massimi livelli chissà per quanti anni ancora.
Per essere chiari, parliamo di oltre un centinaio di milioni di euro tolti ogni anno a famiglie e imprese della Sicilia. Soldi che, invece di sostenere i consumi, sosterranno la banca con la quale il mutuo da quasi un miliardo verrà contratto. Il tutto con probabili tangenti legalizzate per i politici siciliani che ‘chiuderanno l’operazione’.
Da una parte c’è una politica di tangentisti e ladri che penalizza i cittadini. Dall’altra parte c’è, come già accennato, un sistema di vessazioni verso cittadini e imprese. Per capire di che tipo di vessazioni parliamo citiamo un esempio avvenuto qualche mese fa ancora in Sicilia.
Un piccolo imprenditore si è suicidato perché, per un debito di circa 20 mila euro, gli stavano togliendo la casa. Meno di dieci giorni dopo i ‘pubblicani’ dei nostri giorni si sono presentati dalla moglie dicendogli: suo marito non c’è più, ma la casa la vogliamo lo stesso: è la legge!
La stessa cosa sarebbe avvenuta dopo un altro suicidio in un paese dell’alta Italia: suo marito non c’è più, ma c’è lei: cara signora, ecco la cartella esattoriale di suo marito: o paga o ci prendiamo la casa!
Quello che colpisce dello Stato italiano di oggi è la totale mancanza di umanità. Una Stato freddo, glaciale. Pronto a togliere dignità e risorse ai cittadini per offrire in cambio servizi che fanno sempre più schifo.  
Oggi serve a poco sapere che la riforma del sistema esattoriale italiano è stata voluta dall’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, non a caso esponente di spicco del gruppo Aspen. Serve a poco ricordare che l’attuale capo del Governo, Letta, è di casa tra gruppo Aspen e gruppo di Bilderberg.
Il dato politico vero è che questo sistema di ‘pubblicani’ opprimente è stato magari pensato dalla finanza europea, ma è stato votato dal Parlamento italiano, con l’eccezione del Movimento 5 Stelle che non era presente nelle legislature che si sono susseguite dal 2001 fino a quest’anno.
E’ stata la politica italiana a volere e a votare il Fiscal Compact, il pareggio di bilancio dentro la Costituzione e il Two Pack. Dal 9 dicembre in poi i cittadini cominceranno a chiedere il conto alla politica.  
Sappiamo che il Governo Letta – oltre ad aver aumentato l’Iva e, in generale, aumentato la pressione fiscale occulta ma sempre pesantissima per le tasche degli italiani – sta pensando di mobilitare chissà quali forze dell’ordine per provare a reprimere le proteste che esploderanno la prossima settimana. Sappiamo anche che il Governo nazionale – sbagliando – pensa che la protesta dei Forconi si esaurirà nell’arco di sette giorni.
Le cose, invece, stanno in modo diverso. Solo a Siracusa e provincia – per citare solo un esempio siciliano – ci sono 350 mila provvedimenti del Fisco contro altrettante famiglie e imprese. In molti casi, si tratta di persone che non hanno nulla da perdere e che lotteranno per salvare la proprio dignità contro chi dignità umana non ne ha proprio.


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