Toscana e Sicilia si incontrano al teatro Garibaldi. Nasce così un progetto musicale dalla spiccata vena teatrale, più che indie, queer. «Ci piace immaginare le nostre canzoni come un'isola dai confini labili, bagnata da mari diversi, protettrice di centinaia di popoli»
La rappresentante di lista e il mestiere della musica «Dentro questo progetto è tradotta la nostra vita»
Restando sempre al passo con le influenze sonore che colpiscono e coinvolgono ascoltatori e spettatori, musicisti e addetti ai lavori, navighiamo oggi all’interno di quel vasto mare chiamato indie che, d’altronde, nessuno ha ancora ben capito come inquadrare ma che, forse, La rappresentate di lista, sa descriverci con poche parole e molta musica, suonata. «Il core del progetto siamo io e Veronica. Toscana e Sicilia. Posso affermare però senza temere rivalsa che Palermo è stata – e in parte è ancora – la nostra casa» racconta Dario Mangiaracina musicista polistrumentista e attore, che insieme a Veronica Lucchesi fonda la band nel giugno del 2011 gettando minuscoli semi, creando robuste radici, tessendo fittissime tele, scegliendo Palermo come base per far sbocciare il progetto.
«Tutto è nato all’interno del teatro Garibaldi nell’anno della riapertura da parte di un gruppo di lavoratori dello spettacolo – del quale facevamo parte -. Quella è stata per noi l’occasione di confrontarci con professionisti – penso a Roberto Cammarata, ad Angelo Sicurella, ad Antonio Di Martino, a Fabrizio Cammarata, a Serena Ganci, a Simona Norato -, di toccare con mano il mestiere della musica e, in fine, di produrre un disco. Nonostante questa forte appartenenza credo che la nostra musica sia frutto di tanto altro. Ci piace immaginarla come un’isola dai confini labili, bagnata da mari diversi, protettrice di centinaia di popoli».
«L’incontro con Veronica ha dato il via alla creazione delle prime canzoni. Una nuova avventura, suonare dovunque, girare tutta l’Italia tra piazze, localini, palchi.Il genere che facciamo è un non genere. Lo definiamo queer, non vogliamo etichettarlo. Adesso per esempio abbiamo voglia di produrre un Ep punk. Ne sai qualcosa? Io non proprio. Andrò a intuito». In realtà queer è già di per se un’etichetta, un profilo, un importante e solido figurare la propria persona rispetto a concetti e personalità, cose tutte, che questa mista compagine musicale divisa tra la nostra Isola e la splendida terra di Toscana sa trasmettere attraverso le performance live, la propria immagine, la variegata ma ragionata selezione musicale che compone ed influenza i loro brani. La rappresentate di lista dal 2013 e con l’uscita dei primi 45 giri nel 2014, vaga in lungo e largo per la penisola collezionando non solo live e ricordi memorabili ma anche importanti premi: vince l’Arezzo Wave Sicilia (2013), si candida al Premio Tenco, è il miglior disco d’esordio alle finali del Festival Musicultura, partecipa al Ferrara Buskers (Agosto 2014) e Veronica riceve il premio come miglior voce femminile della scena indie dal Mei (Meeting Delle Etichette Indipendenti) lo scorso Settembre.
«Dentro questo progetto c’è la nostra vita, tradotta, snaturata, predetta (è capitato che storie raccontate nelle canzoni si avverassero mesi dopo). – dice Dario – Non ci interessa imboccare il nostro pubblico servendogli le nostre esperienze. I nostri testi sono suggestioni, sono storie suggerite che (speriamo) ognuno possa far proprie, masticare, cantare e storpiare anche. Mi è capitato di leggere un paio dei nostri testi su Spotify. C’erano parole completamente diverse e interi periodi stravolti. Mi è sembrato interessante. Una sorta di appropriazione della canzone».
Una delle particolarità che contraddistinguono questo progetto musicale, è proprio la vena teatrale che avvolge tutta la parte suonata, tutta la musica che viene fuori dai loro strumenti ed è necessario evidenziare questo tra i tanti fattori, proprio per l’esperienza raccolta negli anni precedenti dai due fondatori. «Molti di quelli che ci vedono live sottolineano la teatralità. Io non riesco a distinguere il mio modo di stare su un palco di un concerto o a teatro. Il lavoro dell’attore ci ha fornito degli strumenti, un’attenzione, un metodo. Sicuramente il teatro ci ha insegnato l’importanza delle prove». Garrinca Dischi e La Tempesta Booking sono le due maggiori entità che seguono attentamente la band nei loro passi musicali e organizzativi. Oltre a Dario e Veronica all’interno del progetto troviamo Marta Cannuscio alla sezione ritmica, batteria e cori ed Enrico Lupi, tromba, piano, synth.
La vera forza, il non aver schemi, il non aver piani precisi, apparentemente. Quando cominci ad ascoltare un loro brano potresti inciampare in ricordi passati, potresti senz’altro ritrovare influenze di quel cantautorato che ha fatto forte la storia musicale del nostro Paese ma ad un tratto ti ritrovi stravolto da follie d’elettronica contemporanea, ritmiche tribali, folklore e tecnologia, rumore e calma, questa è la loro musica. Lo scorso Dicembre è uscito Bu Bu Sad disco che La rappresentante di lista sta portando in giro tra concerti, presentazioni, festival e molto altro ancora. Pochi giorni fa è uscito un nuovissimo video clip del singolo intitolato Cosa Farò, estratto dallo stesso album. «Come diceva Faber – conclude Dario Mangiaracina – la ragione del viaggio è viaggiare. I luoghi possono ispirarti. Ma fondamentale è quella predisposizione dell’animo che fa tutto. Quella modalità registra/ricrea che per me è alla base della scrittura. A proposito consiglio a tutti un film, Frank con Michael Fassbender. La prima scena è una divertentissima riproposizione ironica di quella ricerca creativa».