La protesta degli ambulanti stranieri «Dateci un posto dove vendere in pace»

«Vogliamo soltanto lavorare». Nassir Ahmed è uno degli ambulanti stranieri scesi in piazza per protestare contro l’ordinanza che impedisce alle loro bancarelle di affollare la parte pedonalizzata di via Maqueda e dal 20 dicembre scorso anche le relative traverse. Porta un nastro arancione legato al braccio sinistro, così come un’altra decina di persone tra i manifestanti. «Non è un simbolo – spiega – abbiamo fatto una squadra per controllare se qualcuno diventa nervoso. Come un servizio di sicurezza». La civiltà con cui l’insolito corteo si muove, tuttavia, non pare destinata a dargli particolari preoccupazioni. Sono più di un centinaio e sfilano rumorosi, ma ordinati in fila indiana, per le vie del centro storico.

«Le nostre bancarelle sono in regola – continua Ahmed – c’è una licenza, abbiamo la partita Iva, paghiamo le tasse. Lo scorso anno abbiamo partecipato a un tavolo con il sindaco Orlando in cui ci ha garantito che avremmo potuto utilizzare le traverse di via Maqueda, ma adesso i vigili ci cacciano senza neanche darci spiegazioni. Noi siamo qua per lavorare e vivere in pace, se ci tolgono la possibilità di farlo è come se ci costringessero a tornare nel nostro Paese. Non chiediamo di stare nei posti dove non è consentito, ma che ci vengano indicate delle zone in cui possiamo vendere tranquillamente». 


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