La polizia turca come le SS naziste. Video, foto

di Gabriele Bonafede

Abbiamo raccolto video e fotografie sulle raccapriccianti violenze della polizia turca in questi giorni. Si tratta di materiale particolarmente scioccante e violento del quale sconsigliamo la visione a chi non può o non vuole vedere.

E stentiamo a credere ai nostri occhi. La quantità di crimini che si scoprono di giorno in giorno sulle spaventose violenze della polizia turca sembra senza limiti. Uomini, donne e bambini accecati volontariamente. Esplosione continua e sistematica di bombe lacrimogene direttamente sulla testa dei manifestanti. E poi linciaggi, pestaggi fino alla morte, feriti lasciati crepare, ragazzini maciullati dalle camionette, stupri, uomini bruciati vivi, padri e figli pestati senza  pietà, torture, dottori arrestati per aver curato i feriti, portatori di handicap colpiti selvaggiamente, in una bolgia infernale di orrore senza fine.

Emerge un quadro di violenze simile al comportamento delle camice nere fasciste nell’Italia degli anni ‘20 e delle camice brune e le SS nei confronti degli opponenti al regime nazista in Germania.

In particolare, in questo video, di circa 20 minuti, c’è una raccolta delle scene più rappresentative. Si vede l’estrema ferocia della polizia lasciata selvaggiamente sfogare dai governo turco contro i propri inermi cittadini. In soli venti minuti si vedono scene raccapriccianti, tra cui una camionetta della polizia che sfracella un ragazzo di 19-20 anni, una ragazza che emette gli ultimi respiri di vita, agonizzante davanti alla polizia che guarda indifferente, un bambino con il papà che camminano completamente shockati, un uomo che protesta vivamente per ciò che a visto (e che per fortuna non si vede nel video), poliziotti che sparano granate lacrimogene sulla testa dei manifestanti da soli20 metri di distanza con l’intenzione di uccidere e, purtroppo, tanto altro. Nel video si vedono almeno dieci persone morte e almeno tre morire in diretta.

Poliziotto spara a bruciapelo da www.elitedaily.com

 

Il video rappresenta ovviamente una piccola parte delle violenze perpetrate dalla polizia turca e contiene alcune immagini riferite a fatti che non sono direttamente riferibili alla recente protesta. Per cui l’ampiezza e il volume delle efferatezze è di proporzioni molto più grandi se si pensa che in Turchia chi riprende le immagini rischia d’essere picchiato e arrestato come è successo a sette giornalisti, tra cui l’italiano Stefanini rilasciato solo stamattina dopo essere stato arrestato,  gravemente minacciato e selvaggiamente picchiato.

Linksicilia sta raccogliendo materiale per una stima finalmente credibile delle vittime. Secondo i nostri calcoli, da verificare, al momento i morti sarebbero almeno 70 e i feriti più di diecimila, quindi molti di più delle stime ufficiali circolate negli ultimi giorni.

Raccolta foto. In questa raccolta mostriamo le immagini del sito: http://roarmag.org/2013/06/explicit-evidence-of-turkish-police-brutality-in-pictures/. Immagini tristissime che confermano una brutalità spaventosa dei poliziotti turchi nei confronti di cittadini inermi, molti dei quali donne, vecchi e bambini, e addirittura portatori di handicap.

Nella prima foto un uomo relativamente anziano è curato per le ferite riportate alla testa. La quantità di persone, uomini e donne, sopra i 60 selvaggiamente colpite dalla polizia è impressionate. Riesce difficile pensare che queste persone possano aver fatto violenza sulla polizia: sono state colpite, e non si esclude la morte di alcuni, per aver parlato o per aver partecipato pacificamente alle manifestazioni.

Nella seconda foto una bambina di non più di cinque anni riceve le cure da un uomo che verosimilmente è il padre. La polizia turca, alla stregua delle SS naziste, non fa distinzione tra  bambini e adulti, colpisce lo stesso, e spesso volutamente come dimostrano altre immagini.

 

Nella terza foto vediamo gli effetti dei proiettili di gomma (ma si sono trovati anche bossoli d’acciaio) sparati direttamente in testa sui manifestanti, spesso da distanza ravvicinata. In alcune zone della protesa il sangue misto ad acqua era talmente tanto da ricoprire di rosso decine di metri quadrati di marciapiedi e strade.

Nella quarta foto, una delle tante commemorazioni del luogo di una vittima deceduta. Le stime ufficiali delle morti dovute alla violenza del governo di Erdogan sono chiaramente sottodimensionate perché questi luoghi sono stati visti in troppe immagini per non valutare i morti a decine.

Nella quinta foto la documentazione del primo martire ufficiale della rivolta, e cioè Ethem Sarisuluk., la cui morte è stata nascosta dai media internazionale per almeno una settimana. Il suo funerale è stato proibito dal governo turco che ha assalito i cari del defunto picchiandoli selvaggiamente e ferendoli.

Nelle successive foto la povera ragazza lasciata morire sul marciapiede. E’ la stessa ragazza del video, che in una raccapricciante scena la si vede in preda alle convulsioni prossime alla morte nel mezzo dell’indifferenza generale delle SS di Erdogan.  

La donna la si vede in fin di vita e poi in ambulanza, in colpevole ritardo, a causa di un colpo d’arma da fuoco sparata alla tempia da distanza ravvicinata. Non si sa se sia anche stata violentata prima d’essere colpita a morte. Testimonianze di stupri sono numerose in questi giorni in Turchia.

Nelle successive due foto un morto o ferito recuperato dai manifestanti, senza alcuna assistenza medica, e poi un mostruoso pestaggio da parte della brutale e criminale polizia turca a un uomo inerme per terra.

Di seguito una serie di foto che mostrano gli effetti delle pallottole e delle granate di gas lacrimogeni, sparate da distanza ravvicinata dalla polizia ad altezza d’uomo, con orribili ferite, occhi divelti, teste spaccate. Inoltre una serie di foto sulle torture inferte dalla polizia nei fermi e per le strade, e gli effetti dei pestaggi.

L’ultima foto è emblematica. Si vede un vecchietto che sta per essere gravemente ferito alle spalle da un poliziotto particolarmente vigliacco, con una violenta manganellata alla nuca.

Da questo piccolissimo campione di prove c’è abbastanza materiale per denunziare la polizia turca e i capi del governo turco al tribunale internazionale per crimini contro l’umanità.

Non capiamo come la comunità internazionale non abbia stigmatizzato e condannato questo comportamento da parte dell’esecutivo oggi al potere in Turchia e dei capi delle forze di polizia.

Vedendo queste immagini raccapriccianti appaiono risibili e preoccupanti le dichiarazioni molto leggere espresse da vari esponenti del governo tedesco, di quello italiano e di altri paesi occidentali.

Si spera che il ministro degli Esteri Emma Bonino, e tutti i rappresentanti delle istituzioni,  soprattutto dei paesi del mediterraneo e in particolare della Sicilia, crocevia di popoli e tradizioni, e con una presenza di cittadini turchi, prendano le doverose distanze dal regime turco e dalle azioni criminali contro i propri cittadini e contro gli stranieri oggi in Turchia.

Le violenze della polizia turca e di chi le comanda non devono avere posto nel mondo di oggi. I responsabili di questi orrori vanno incriminati, ricercati e puniti alla stessa stregua dei mafiosi come Riina, Messina Denaro, Brusca, Provenzano.

Non si possono tacere queste cose ed è obbligo morale dare tutto il sostegno possibile alle vittime di cotanta violenza e al popolo turco evidentemente governato da dirigenti politici che hanno delegittimato con il loro violento operato la loro stessa elezione.

 

 

Finché le istituzioni dell’Unione Europea e dei Paesi membri non dichiareranno una chiara e netta condanna di questo orrore, invitando il premier turco Erdogan a rassegnare quanto prima le dimissioni, potranno essere considerati anche complici di tutto ciò che si vede in quanto a violenza inaudita e criminale verso comuni cittadini turchi.

 

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