La nuova devastante moda giovanile: litri di alcool in pochi sorsi

UN RAGAZZO AGRIGENTINO IN COMA ETILICO DOPO AVERE BEVUTO OLTRE UN LITRO DI BIRRA. ALMENO UFFICIALMENTE…

di Viviana Di Lorenzo

I giovani, sembrano proprio non accontentarsi più dei modi tradizionali per divertirsi: una passeggiata, una gita fuori città, quattro chiacchiere in un bar. Tutte queste cose risultano ad alcuni di loro, probabilmente noiose, antiche e dunque non fanno altro, che cercare nuovi modi per svagarsi. I ragazzi si trovano a passare il tempo, con cose pericolose e prive di alcuna logica, utilizzando in modo sbagliato, la tecnologia che hanno a disposizione.
Domenica, un ragazzo agrigentino di 16 anni, è entrato in coma etilico, dopo aver bevuto, in un solo sorso, un litro e mezzo di birra. Apparentemente, potrebbe sembrare una bravata, un episodio sporadico, invece non è così. Infatti, si è diffusa una nuova “moda” tra i giovani di tutto il mondo, di età compresa tra i 16 e i 25 anni, ovvero quella di filmarsi e mettere in rete un video in cui ci si riprende, mentre si beve almeno un litro di birra, tutta in un sorso, sfidando gli amici a fare lo stesso.

A loro volta, quest’ultimi dovranno dimostrare di esserci riusciti attraverso un altro video, reso pubblico su internet. La sfida deve essere affrontata entro 24 ore e, chi non ci riesce, deve comprare un’intera cassa di birra al vincitore. Naturalmente, è facile immaginare che, oltre alla birra, tali sfide vengano attuate mischiando altre sostanze altamente alcoliche.
Il ragazzino citato prima, ha avuto delle conseguenze gravissime legate all’accaduto, dunque è legittimo chiedersi quali sono i motivi, che spingono i giovani a commettere atti così irresponsabili e dannosi per la loro salute. Spesso gli adolescenti, si giustificano parlando di noia, ma cosa vogliono esprimere con tale termine? Di certo, non può essere un semplice momento di noia a far scaturire tali azioni.

Cosa si nasconde davvero dietro il disagio esistenziale, provato dai giovani? Secondo me, c’è un problema che è necessario mettere a fuoco, quando succedono episodi del genere, in quanto i ragazzi, oggi agiscono con azioni, diventate simbolo di comportamenti devianti. Primo fra tutti, il bisogno di riprendersi con un cellulare, mentre si compiono atti di violenza verso altri, ma anche verso se stessi, come nel caso di cui si è parlato all’inizio dell’articolo.

Come se si sentisse il bisogno di avere fama, diffondendo a tantissime persone i propri video, o mostrandosi potenti agli occhi degli altri. Capita di vedere nei telegiornali, episodi in cui giovani si riprendono, mentre guidano in modo pericoloso, mettendo a rischio la loro vita e quella degli altri automobilisti, ignari di ciò che si sta verificando in quel momento.

Con ciò mi riferisco a casi, in cui ragazzi guidano su autostrade contromano, o in evidente stato di ebrezza. Il bisogno di riprendersi, probabilmente nasce dalla voglia di mostrarsi forti o prepotenti nei confronti di altri, non tenendo conto delle regole da rispettare. Ecco perché viene avvertita la necessità di sfidare i coetanei, per affermare la propria forza e per sottolineare la debolezza di chi, non accetta la sfida o non riesce a portarla a termine.
Perché, si agisce comunque, nonostante sia chiaro ed evidente per chi compie tali azioni, che mette a rischio la propria vita? La paura non dovrebbe fermare tali atteggiamenti? I ragazzi, spesso giocano con la vita, fino al limite del possibile, ma non si fermano, tranne che (forse), in casi in cui amici hanno avuto meno fortuna di loro. C’è da chiedersi se, l’episodio del ragazzo agrigentino entrato in coma, possa essere d’esempio e quindi d’aiuto, per chi ancora commette tali sciocchezze, senza rendersi conto della gravità di ciò che fa.
Non è concepibile accettare l’irresponsabilità dei giovani; non è possibile assistere a tali episodi, senza poter far nulla.

Non deve essere facile, soprattutto per i genitori, forse a volte ignari del fatto, che i figli possano essere così imprudenti. Senza dubbio maturare è un percorso lungo e difficile, ma questi fatti di cronaca ci fanno riflettere su nuovi problemi, in cui incorrono i ragazzi, problemi che in passato non esistevano e che forse andrebbero affrontati, dapprima dai genitori e poi dalla scuola.

Non si parla mai abbastanza degli effetti negativi, che possono avere sostanze come alcool o droga. Se, da un lato la società di oggi, dà grande importanza all’immagine che diamo agli altri, dall’altro dovrebbe sottolineare, che se si vuole essere protagonisti, lo si deve fare per merito, grazie a qualcosa che ci valorizza, non che ci distrugge.
È difficile realizzare questo obiettivo, perché certe volte, ciò che spinge i giovani a comportarsi male è la voglia di copiare gli altri, forse anche i personaggi famosi, che essi stimano e prendono come esempio. A volte, anch’essi vivono in modo sregolato, dunque si attiva un meccanismo di emulazione, che incoraggia i ragazzi, a comportarsi come i loro idoli.
Per cercare di evitare che ciò si verifichi, sarebbe necessario utilizzare un linguaggio vicino a quello usato dai giovani e magari diffondere dei messaggi educativi, proprio attraverso quel mezzo che i ragazzi amano tanto, ovvero internet. I genitori non devono essere lasciati soli, ma dovrebbero avere la possibilità di rivolgersi a qualcuno, nei casi in cui abbiano dei figli, che vivono dei disagi e compiono atti devianti, in modo da affrontare con loro tutto ciò che li spaventa.

Viviana Di Lorenzo


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