La nascita della nostra cara tv

Le trasmissioni ufficiali della Rai iniziano alle ore 11 di domenica 3 gennaio 1954. Si inaugurano i centri di trasmissione di Milano, di Torino e di Roma e la prima edizione del telegiornale è interamente dedicata a questo evento. Il telegiornale viene letto dagli studi di Milano da Furio Caccia e dagli studi di Roma da Riccardo Paladini. I primi esperimenti di trasmissione delle immagini erano stati avviati dall’EIAR nel 1929, ma la vera attività di sperimentazione tecnica iniziò presso la Rai di Torino nel 1949. Ci furono circa due anni di trasmissioni sperimentali quotidiane, dal settembre del 1952 fino al fatidico 3 gennaio 1954. Nel 1954 il presidente della RAI era Cristiano Ridomi. L’annuncio dell’inizio delle trasmissioni da Milano è di Fulvia Colombo e il primo annuncio da Roma di Nicoletta Orsomando. Il primo programma va in onda alle 14,30 ed è “Arrivi e partenze”, condotto da Mike Bongiorno, regia di Antonello Falqui.
Escher: Fare un calendario degli eventi che hanno segnato la storia della televisione è un’impresa che richiede spazi ben maggiori di quelli che abbiamo a disposizione. Il primo telegiornale, in forma tuttavia sperimentale, andò in onda il 10 settembre del 1952. Nel 53 furono trasmesse 94 edizioni alle 20.30. Solo nel 57 tuttavia i tg italiani cominciarono ad assomigliare a quelli delle maggiori tv internazionali.
Tra i programmi che hanno segnato la loro epoca non c’è che l’imbarazzo della scelta, segnalerei “Non è mai troppo tardi”, un programma che ha alfabetizzato l’Italia. Studio Uno, con il quale il varietà diventa adulto, nel 1961. Lascia e raddoppia, il quiz che coinvolse tutta l’Italia, nel 1954.
Gli anni 80 sono stati quelli determinanti per la storia della televisione in Italia, con la nascita delle tv private, su scala locale prima, su scala nazionale poi. E’ stato l’attacco al monopolio della Rai che ha costretto anche la tv di stato a cambiare radicalmente.
La televisione è diventata l’attività di gran lunga preferita dagli italiani, che dedicano ad essa in percentuale più tempo che a qualsiasi altra cosa, escluso il dormire. E ha cambiato i nostri usi e i nostri consumi, contribuendo a creare nuovi modelli ed influenzando in maniera determinante anche la politica. La tv degli inizi era la tv del monopolio. C’era solo la Rai che stabiliva le regole del gioco e non temeva concorrenza. Inoltre la penetrazione della tv nelle case non era ancora così massiccia come oggi. La paleo tv veniva percepita come se fosse un giorno di festa: un programma un evento.
La neo televisione è figlia della concorrenza. Della nascita delle tv commerciali. Il suo consumo è di tipo feriale, ogni giorno tutti i generi sono presenti nel palinsesto. Caratteristica generale della neotelevisione è lo slittamento verso l’entertainment, che ha coinvolto anche settori come l’informazione, generando ibridi denominati infotainment, sportainment e edutainment.

Con l’avvento della neo televisione i programmi tipici diventano il talk show, il contenitore, le soap operas, le televendite, la fiction, e nell’ultima fase, quella attuale, reality show e docusoap.

Escher: La televisione di oggi è diventata la televisione dell’intimità. E’ la realtà quotidiana a diventare protagonista dello spettacolo. Che poi sia una realtà spesso costruita è un altro discorso: l’apparenza è diversa ed è quella che si vuole proporre al pubblico.
Naturalmente tutto questo pone una serie di problemi di ordine etico e deontologico, che in qualche caso sono venuti fuori, ma sui quali un dibattito serio ed approfondito deve ancora essere fatto.

Vi ricordate di Carosello??? Carosello nasce il 3 febbraio 1957 alle 20.50, con un mese e due giorni di ritardo sulla data stabilita per la messa in onda.
Gli esordi sono difficili: ogni scenetta doveva essere approvata da una speciale commissione della Sacis, dovevano tutte essere in bianco e nero e in 35 millimetri.
I limiti pubblicitari impongono che su due minuti e quindici secondi di ogni Carosello, la reclame del prodotto duri al massimo trentacinque secondi: il famoso “codino”, che differenziava Carosello da tutta la pubblicità mondiale e faceva impazzire i pubblicitari che cercavano di fondere armoniosamente scenetta e richiamo pubblicitario rispettando i vincoli di una censura che vietava di usare una certa terminologia.
Quando i primi quattro episodi di Carosello vanno in onda, gli abbonati alla televisione sono 3.666.161. Nel 1961 l’ascolto di Carosello, nonostante la nascita di altri programmi di intrattenimento, è di 7 milioni e 800 mila spettatori. Nel 1963 l’ascolto é di 8 milioni e 200 mila. E l’audience impenna……

Nel 1961 l’ascolto di Carosello, nonostante la nascita di altri programmi di intrattenimento, è di 7 milioni e 800 mila spettatori. Nel 1963 l’ascolto é di 8 milioni e 200 mila. Gli ultimi ascolti di Carosello parlavano di 19 milioni di italiani, fra cui 9 milioni di bambini. E l’audience impenna……
Escher: Con la parola audience, oggi, si intende soprattutto la misurazione del pubblico televisivo, in termini quantitativi ( il numero dei telespettatori). In senso più generale la parola indica il pubblico della tv. Il meccanismo che permette di determinarla è l’auditel. In Italia ad un certo numero di famiglie campione viene dato un apparecchietto, il meter, che misura il loro consumo televisivo. L’uso del meter viene regolato da una serie di norme: se ci si alza bisogna segnalarlo, dire quante persone sono presenti in quel momento ecc. Le cifre fornite dai meter vengono quindi elaborate secondo un programma statistico che permette di arrivare ad una indicazione generale.
Lo share è la percentuale di telespettatori, sul totale, che segue il programma.
Questi meccanismi permettono di determinare in maniera abbastanza primitiva il consumo televisivo. Infatti non danno indicazioni di carattere qualitativo, in altre parole se un programma piace o non piace.
Gli indici di ascolto influiscono molto sulle programmazione delle reti. Una trasmissione che non riesce a centrare gli obiettivi di audience che si era prefissa viene infatti cancellata, anche in corso di svolgimento, soprattutto nelle tv commerciali.

Ma oggi le trasmissioni riescono a centrare questi obiettivi???? Su questo vi lascio!!!

 

 

Alessandro Mansueto

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