Il lavoro andrà in scena il 5 dicembre al teatro Metropolitan. Una storia che comincia dove finisce quella verghiana, con tante novità: dalla caratterizzazione dei personaggi all'interattività con il videomapping
La lupa da Verga al musical di Guglielmino «Opera moderna, senza coppole e lupare»
«È un’opera moderna, non ci sono coppole né lupare». Ad affermarlo è Salvatore Guglielmino, autore e regista del musical intitolato La lupa – Suspiri d’amuri. L’opera – in scena il 5 dicembre presso il teatro Metropolitan di Catania – è liberamente ispirata alla novella verista La lupa di Giovanni Verga. «Dopo aver letto quello scritto mi sono chiesto che fine facesse l’amante e assassino della lupa – spiega Guglielmino – E ho scritto una canzone in dialetto siciliano». Dopo quasi dieci anni la canzone diventa opera teatrale, pronta e matura per il debutto. E ricca di innovazioni strutturali rispetto all’originale del 1880. «Convoglia in sé tutte le esperienze, non solo artistiche, della mia vita», confessa il regista.
Il romanzo di Giovanni Verga racconta uno spaccato di vita siciliana dell’epoca. Pur attenendosi ai temi dell’opera originale, la narrazione di Guglielmino inizia laddove la novella verghiana si interrompe e la modernità investe ogni aspetto del recital. Dalla caratterizzazione psicologica dei personaggi all’introduzione di nuovi elementi narrativi. «Dopo aver ucciso la lupa, Nanni va in America con la figlia di lei che nel frattempo è diventata sua moglie, e ritorna in Sicilia trent’anni dopo». L’uomo appare cambiato e diverso dai tratti coi quali è stato dipinto dal Verga. Divenuto un uomo di cultura, vive con il rimorso del delitto compiuto e con «la costante presenza della morte, divisa tra passato, presente e futuro», precisa Guglielmino. Che azzarda: «Anche la lupa è diversa, più tenera e meno forte di quella del Verga».
«Vedevo nella realizzazione di quest’opera un lavoro enorme e all’inizio non volevo lasciarmi coinvolgere dall’entusiasmo di Guglielmino», confessa il coreografo e direttore artistico del Balletto di Sicilia Ernesto Forni. Che afferma: «Abbiamo cercato di dare un taglio diverso all’opera, soprattutto attraverso danze che sono lontane dalle classiche tarantelle siciliane». Sul palco del Metropolitan, infatti, oltre al cast degli attori salirà il corpo di danza contemporanea femminile diretto da Forni e i Dogma Union Crew, gruppo hip hop coordinato da Tony Branca. La produzione musicale è affidata ad Alberto Fidone che ha scelto un’orchestra dal vivo e una modalità espressiva concertistica. «Non aspettatevi un classico musical in stile Broadway perché nel nostro spettacolo la musica è parte stessa della narrazione», afferma il produttore.
Presente all’incontro anche il cast degli attori del musical. Ornella Giusto, l’attrice che interpreta il ruolo della donna di malaffare dapprima amata e poi uccisa da Nanni, commenta così il suo compito artistico: «È stato difficile staccarsi dalla descrizione verghiana del personaggio per abbracciare quella di Gugliemino, ma adesso non riesco più ad allontanarmi da questa innovativa lupa», racconta l’attrice. E sempre all’insegna della novità, nel musical di Gugliemino spazio all’interattività con proiezioni di videomapping. «Ci aiutano a descrivere i salti spazio-temporali», conclude il regista.