La ‘guerra’ Anas-Regione sul Cas

L’inchesta della magistratura sulle mancate manutenzioni lungo l’autostrada Palermo-Messina – e la contestuale chiusura di due gallerie – arriva mentre è in corso una querelle tra la Regione siciliana, azionista del Cas (Consorzio autostrade siciliane) al 96 per cento, e l’Anas.
L’Anas sostiene che le autostrade siciliane gestite dal Cas (la Palermo-Messina, la Messina-Catania e quel poco che è stato realizzato della Siracusa-Gela) sono in cattivo stato. In realtà, non è una storia nuova, visto che negli anni passati, gli ‘avvertimenti’ inviati dall’Anas agli uffici del Cas – su questa e su altre questioni – si contavano a decine.
A un certo punto l’Anas ha revocato la concessione alla Regione. Sempre con la stessa motivazione: le autostrade siciliane sono gestite male. La Regione si è rivolta, così, al Tar (Tribunale amministrativo regionale) della Sicilia. Che ha dato ragione alla Regione.
L’Anas non si è arreso. E, a propria volta, si è rivolto al Cga (Consiglio di giustizia amminitrativa), in Sicilia organo di appello del Tar. Il pronunciamento del Cga sulla querelle Anas-Regione siciliana è atteso la prossima settimana (per la precisione, il 15 dicembre). Il 15 dicembre sapremo se le autostrade palermo-Messina, Messina-Catania e Siracusa-Gela continueranno a essere gestite dalla Regione o passeranno all’Anas.
Al di là degli aspetti squisitamente giuridici della vicenda, sul piano logico (il diritto dovrebbe essere anche logico) va detto che l’inchiesta avviata dalla magistratura – e in particolare la chiusura di due gallerie sulla Palermo-Messina -finisce con il dare ragione all’Anas. Di fatto, è la stessa magistratura penale che, con le indagini e, soprattutto, con la chiusura di due gallerie, dimostra che, almeno la Messina-Palermo, è gestita male.


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