La Gioconda siciliana al Mart di Rovereto, lettera a Crocetta dubbioso

POLEMICHE SUL “VIAGGIO” DELL’OPERA DI ANTONELLO DA MESSINA. IN REALTA’ I PRESTITI DI OPERE TRA MUSEI SONO PRATICHE CONSOLIDATE E SERVONO A FAR CIRCOLARE IL PATRIMONIO CULTURALE MONDIALE. MA PERCHE DI QUESTA MOSTRA NON SI PREVEDE UNA TAPPA SICILIANA?

di Barbara Morana

Mio caro Governatore, mi pare che il problema, alla fine e meno male oserei dire, Lei l’abbia risolto. Osservando infatti la foto pubblicata nel comunicato stampa dell’Ansa il 4 Ottobre, che ritrae Franco Bernabé e Cristiana Collu, rispettivamente Presidente e Direttrice del Mart di Rovereto, proprio dietro la “Gioconda Siciliana”, s’intuisce che le opere sono arrivate a destinazione, e che l’esposizione “Antonello da Messina”, in mostra fino al 12 Gennaio 2014 al Mart di Rovereto (Trento), sia stata finalmente inaugurata.

Alla fine e meno male, poiché i prestiti di opere tra musei sono delle pratiche consolidate, seguendo il filo conduttore suggerito dai curatori, le mostre servono a far circolare il patrimonio culturale mondiale e a far dibattere gli esperti su tematiche dove il confronto diretto di due o più opere geograficamente distanti risulta essere l’unico mezzo a disposizione per far avanzare la ricerca scientifica.

È quello che ha fatto Cristiana Collu, Direttrice del Mart, museo d’arte moderna e contemporanea di Rovereto. Infatti la brillante dirigente, insieme con la mostra su Antonello da Messina ne ha inaugurata un’altra in parallelo intitolata: “l’altro ritratto”. La Collu ha messo insieme due discepoli di Roberto Longhi, Ferdinando Bologna e Federico De Mellis, curatori della mostra su Antonello, con il più capriccioso dei filosofi francesi, Jean – Luc Nancy, secondo, solo a Deridda per genio e sregolatezza, curatore della seconda mostra, e ha dato vita ad una strana conversazione tra presente e passato, dove eredità e transizione rimano con contemporaneo e trasgressione.

Le due mostre hanno l’ambizione di mostrare l’operato di uno degli artisti più importanti del Quattrocento europeo e allo stesso tempo illustrare la transizione della ritrattistica occidentale, visioni tra oggi e ieri, con ritratti di Warhol, Richter, Boltanski, Antonello da Messina, Jean Van Eyck.

Quindi se chiede agli storici dell’arte e agli esperti il loro parere, loro non potranno che risponderle che la mostra di Rovereto è un’iniziativa fantastica, qui opere come “L’Annunciata” possono finalmente trovarsi fianco a fianco con gli unici disegni di Antonello conservati al Metropolitan e al Louvre, o con la “Madonna Benson” della National Gallery di Washington, inoltre grazie ad una curatela doc il genio del siciliano è reso tangibile dal confronto con i suoi contemporanei, Fouquet, Van Eyck, Colantonio, solo per citarne alcuni, e se non bastasse il confronto/scontro continua con opere di Warhol, Freud, Richter, Boltanski nella sala accanto.

Le emozioni non posso descrivergliele, mio caro Presidente, quelle nascono dall’esperienza diretta. Io ricordo ancora quando preparavo la mia tesi di laurea alla Sorbonne sulle opere di Antonello da Messina negli Stati Uniti, durante 9 mesi ho fatto la spola tra Washington e Parigi, ammirando e studiando le opere del nostro conterraneo che si trovano tutte sulla East Coast, comparandole a quelle francesi e quelle italiane, immaginando come sarebbe stato bello vederle tutte inseme in una retrospettiva. Studiavo alla biblioteca della National Gallery ed ogni giorno prima di trasformarmi in un topo da biblioteca facevo una sorta di pellegrinaggio alla Madonna Benson, capolavoro assoluto del maestro siciliano che ahimè pochi siciliani conoscono.

Tutto questo per arrivare al nocciolo del problema, che non è quanto la Sicilia presti, ma bensì quanto i musei siciliani chiedano in prestito! Mi spiego meglio: se in cambio del “L’Annunciata” e del “L’Auriga” i siciliani potessero ammirare in un qualsiasi museo dell’Isola, ad esempio,“Les demoiselles d’Avignon” di Picasso o uno dei tanti capolavori impressionisti conservati nei musei americani, o ancora una mostra sulle avanguardie del Novecento provenienti dal MART, magari ci sentiremmo meno orfani di capolavori, meno ignoranti degli altri e più consapevoli di noi stessi. La domanda quindi ancora una volta viene capovolta, pertanto Le chiedo: perché la mostra di Rovereto non prevede una tappa siciliana?

Questi nuovi prestiti fanno parte di accordi che i musei siciliani hanno preso con un altro museo, fanno parte della normale amministrazione di un ente museale, quindi si stipulano tra le istituzioni o gli assessorati di competenza e poi vengono avallati dal Presidente della Regione, ma è una mera formalità, poiché molti di questi musei hanno un’amministrazione autonoma. Quello che invece dovrebbe preoccuparla è lo stato attuale in cui versano tali musei, infatti, nel caso dell’Annunciata di Antonello questo prestito sembra essere addirittura una benedizione. E’ arrivato il Mart e la Provincia Autonoma di Trento con le sue sale espositive a norma a salvare momentaneamente il capolavoro di Antonello da Messina sottraendola alle sale “fuori legge” del Museo Regionale di Palazzo Abatellis, ovvero quello che dovrebbe essere il fiore all’occhiello delle realtà museali siciliane e altro non è che un museo che si beffa giornalmente della nostra intelligenza e dei criteri internazionali di conservazione. Quindi l’Annunciata forse è meglio lasciarla a Rovereto aspettando che Lei insieme alla Dirigente di Palazzo Abatellis troviate una soluzione per ridarle la dignità che merita, per quanto riguarda le altre due opere, e in particolare l’Annunciazione di Palazzo Bellomo, opera delicatissima dal punto di vista conservativo, aspettiamo che tornino sane e salve a casa loro, sicuri che i dirigenti delle rispettive istituzioni che li ospitano abbiano calcolato tutti i rischi che questa trasferta comporta.

Quindi più consapevolezza, da non confondere con expertise, e meno fatalismo mio caro Governatore, non bisogna essere un esperto per capire che alcuni dei nostri beni più preziosi sono da tempo a rischio, basta recarsi sui luoghi che le ospitano per rendersi immediatamente conto che le opere vengono conservate in musei troppo spesso inadatti.

Siamo tutti figli della nefasta politica di quest’Isola e non possiamo chiederle miracoli, di questo ne siamo consapevoli. Però Le chiediamo più controllo e una reale svolta nella politica culturale di un’Isola benedetta da Dio per quantità e qualità del patrimonio culturale che le è stato legato dal tempo, affinché esso non muoia e con lui anche le speranze che in tanti avevamo depositato nel suo mandato.

A tal proposito approfitto per chiederle: che fine ha fatto il Bando di gara per pubblico incanto per l’esecuzione di lavori di restauro conservativo e di adeguamento funzionale dell’ala quattrocentesca di Palazzo Abatellis, a Palermo, del 07/11/ 2006?

Ps: A proposito della nostra ben amata Annunciata, che lei a giusto titolo compara alla Gioconda, la rimando all’articolo da me scritto in data 2 Settembre su questa testata, che è rimasto peraltro lettera morta per l’amministrazione regionale.


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