Di economicus
La fuga (mancata) di Mario Monti
di Economicus
In queste ore convulse, che segnano il destino di una legislatura appena iniziata, ma già compromessa – con riferimento, ovviamente, a Camera dei deputati e Senato della Repubblica – spicca, in negativo, la figura di un personaggio ineffabile e incredibile: Mario Monti.
Che fa il Presidente del Consiglio dei Ministri dimissionario mentre lItalia va alla deriva? Si propone come presidente del Senato. La nave che il capo del peggiore Governo della Repubblica ha comandato sta affondando e lui, il Comandante – novello Schettino della politica italiana – vorrebbe abbandonarla prima di aver messo in salvo lequipaggio, cioè noi italiani. Che spettacolo penoso, signori!
Per fortuna che in Italia cè ancora un Presidente della Repubblica che si chiama Giorgio Napoletano. Ed è toccato al capo dello Stato spiegare al signor Monti che un capo del Governo non abbandona un Paese nel momento in cui serve il massimo sforzo per salvarlo.
Risultato: Monti è rimasto al suo posto. Ma per ottenere da questo personaggio una cosa ovvia, scontata, cè voluto lintervento del Presidente della Repubblica.
Il nostro Paese, dal 2008 in poi – come avviene in tante altre parti del mondo – è in crisi. Ma la crisi si è aggravata da quando governa Monti. Questuomo saccente e presuntuoso, nominato capo del Governo per migliorare conti ellItalia, li ha invece peggiorati. Da quando è arrivato a Palazzo Chigi le tasse sono spaventosamente aumentate, le famiglie sono allo stremo, i consumi sono in picchiata, le imprese chiudono. E, sembra incedibile, il debito pubblico del nostro Paese è aumentato!
Ieri sera i Tg hanno detto che il debito pubblico italiano ha sforato di oltre 30 miliardi di euro la soglia dei 2 mila miliardi di euro. Perché, nonostante i salassi del Governo Monti alle imprese e alle famiglie, il debito pubblico italiano è aumentato?
Una spiegazione lhanno data ieri sera i Tg: lItalia ha sforato i 2 mila miliardi di euro di debito pubblico perché siamo costretti a pagare i costi crescenti dellUnione Europea. Tutto vero. Paghiamo, assieme agli altri Paese, i cosi crescenti del Parlamento Europeo, della Commissione Europea e di una mostruosa, spaventosa e inefficiente euroburocrazia che consuma molto di più di quello che produce.
Come ha ben documentato il nostro Alessandro Mauceri, lUnione Europea, ormai da anni, costa allItalia tantissimo. Il nostro Paese, per il mantenimento di questo mostro, sborsa ogni anno un sacco di soldi. Una parte di questi soldi dovrebbe rientrare in Italia sotto forma di fondi strutturali per le Regioni ad Obiettivo Convergenza. Ma, comè noto, le Regioni italiane ad Obiettivo Convergenza, con in testa la Sicilia, a causa anche di regolamenti comunitari cervellotici e truffaldini (cosa, questa, che non dice nessuno), utilizza in minima parte questi fondi.
Per lItalia, insomma, lUnione Europea è diventata solo un fardello che viene fatto pagare a caro prezzo alle famiglie e alle imprese. Per avere in cambio prescrizioni – cioè tasse – che dissanguano le famiglie a ammazzano le imprese del nostro Paese.
Ma cè di più. Quello che i Tg non hanno detto è che un altro enorme costo, che pesa sempre sulle famiglie e sulle imprese, è il costo salatissimo delle banche. LUnione Europea, oltre a mantenere un costoso e inefficiente Parlamento Europeo, oltre a mantenere la Commissione Europea, oltre a foraggiare una mega burocrazia che costa ogni anno una barca di soldi (Parlamento, Commissione Europea ed euroburocrazia che fanno a gara, ad esempio, per penalizzare gli agricoltori e i pescatori della Sicilia e, in generale le agricolture e le flotte pescherecce del Sud Europa), scaricano, ogni anno, enormi risorse finanziarie nelle casse delle banche.
La stessa Commissione Europea – come ha documentato il nostro Alessandro Maceri nella già citata inchiesta sui costi folli dellUnione Europea – eroga, ogni anno, alle banche oltre il 40 per cento del Pil (Prodotto interno lordo della stessa Unione Europea.
Va da sé che, tra versamenti diretti allUnione Europea e drenaggio indiretto delle risorse, sempre da parte dellUnione Europea, le famiglie e le imprese italiane non possono che colare a picco. E infatti, come già detto, leconomia italiana è alla frutta. Se siamo ridotti così è perché, entrando nelleuro (per altro a condizioni sbagliate, che ci hanno ulteriormente penalizzato), siamo rimasti prigionieri di un ?unione Europea dove a comandare è la finanza dei ladri e le banche.
Di questo europeismo Monti è lalfiere italiano. Un alfiere che, dopo aver svuotato le tasche di famiglie e imprese in quasi un anno e mezzo di Governo, ha provato a scappare. Ma, come abbiamo raccontato, è stato placcatodal Presidente Napoletano.
Sarebbe triste, però, se, dopo questa descrizione della triste realtà economica e finanziaria in cui lItalia è stata fatta sprofondare, non indicassimo qualche possibile via duscita. In realtà, la via duscita dalla crisi è una sola: bisogna abbandonare leuro che è – ancor peggio dellItalia – la vera nave che affonda.
LItalia, in questa balorda, folle e fallimentare avventura delleuro è solo parte dellequipaggio che ha tutto il diritto-dovere di mettersi in salvo. Gli Schettini delleuro sono i tedeschi che hanno voluto a tutti i costi questa enorme nave che non riesce nemmeno a galleggiare.
Dimenticando che, negli anni 30 la Germania è stato il primo Paese a sposare, di fatto, le politiche di sostegno massiccio alleconomia da parte della mano pubblica, in barba al deficit pubblico, i tedeschi di oggi hanno sposato e imposto a tutta l’Europa unita una dissennata politica antikynesiana nel rispetto di un demenziale equilibrio e conti. Il risultato è laffondamento delleurozona.
Proprio oggi le banche tedesche, avendo annusato che in Italia si fa strada lidea di abbandonare lEurozona ormai fallita, hanno minacciato fuoco e fiamme. Ma aglitaliani, per fortuna, gli strali teutonici, dal 1943 in poi, non fanno più paura. Anzi ci dicono che la strada delladdio alleuro è lunica da percorrere. Subito.
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