Vertice per provare a risolvere il problema che minaccia la stabilità della più importante infrastruttura della provincia di Agrigento. Se a parole i due enti pongono l'accento su aspetti diversi, nella sostanza si è arrivati alla conclusione di intervenire non solo dal lato mare, ma anche a monte
La frana sulla Statale 640, il piano di interventi Regione su erosione, Anas sulle acque piovane
Adesso c’è un piano di azione per arginare la frana che a Porto Empedocle minaccia la statale 640, la più importante infrastruttura viaria della provincia. Oggi si è svolta una riunione tra Anas e Regione, coordinata dal soggetto attuatore dell’Ufficio contro il dissesto idrogeologico Maurizio Croce. Al termine del vertice, stando alle dichiarazioni di vari partecipanti, si è trovata una soluzione salomonica che esclude responsabilità di Anas nella gestione delle acque piovane provenienti dalla strada, ma allo stesso tempo lascia ugualmente ad Anas il compito di realizzare opere in grado di convogliare le acque che provengono da una zona ancora più a monte della statale. Acque che, evidentemente, contribuiscono a peggiorare una situazione originata dall’erosione costiera. Su quest’ultimo aspetto, invece, e cioè sul tentativo di limitare l’azione delle onde sulla falesia, è la Regione che si è impegnata a intervenire.
Andando nel dettaglio degli interventi, il dipartimento della Protezione civile regionale curerà il progetto anti-erosione, inserito nel piano di interventi previsti dall’ordinanza 558. Sul piatto la Regione ha messo quattro milioni di euro e dalla presidenza si spiega che «già la prossima settimana, il dipartimento conferirà l’incarico ai professionisti che avranno il compito di redigere il progetto. Così come abbiamo detto sin dal primo giorno in cui il problema ci è stato segnalato – sottolinea il governatore Nello Musumeci – stiamo facendo senza indugi la nostra parte, augurandoci che anche da parte dell’Anas ci sia la stessa celerità».
Nel comunicato della Regione si sottolinea che «gran parte della responsabilità del fenomeno erosivo dipende dalle acque che arrivano da monte». Toni opposti nella versione di Anas: «La falesia ha subìto un arretramento di oltre 15 metri nel periodo compreso tra il 1994 e il 2012. Tale arretramento è dovuto unicamente all’erosione delle onde e delle correnti marine. Proprio in quel tratto, infatti, non sono presenti i frangiflutti a mare che ridurrebbero sensibilmente il fenomeno erosivo. Nel corso della riunione è stato inoltre completamente escluso che tale fenomeno possa essere attribuito alle acque piovane provenienti dal tratto stradale, che risultano efficacemente convogliate nelle opere di presidio idraulico predisposto da Anas». Poco più avanti, però, la stessa Anas spiega che il moto del mare non è la sola causa della situazione esistente, denunciata dall’associazione MareAmico. «Si è proceduto a verificare l’impatto sull’erosione delle cosiddette acque di scorrimento, provenienti dalle aree non di competenza Anas che si trovano a monte della strada statale», lì dove ci sono abitazioni residenziali.
In ogni caso, se a parole i due enti pongono l’accento su aspetti diversi, nella sostanza si è arrivati alla conclusione di intervenire non solo dal lato mare, ma anche a monte. Sarà Anas infatti a farsi carico della realizzazione di una trincea drenante sulla piattaforma stradale per una lunghezza di circa quattrocento metri in modo da potere intercettare, canalizzare e fare confluire le acque in un tombino di scolo posto a valle della statale.