La Formazione professionale in Sicilia? Muore come la rana nella pentola sul fuoco

da Leonardo Cino
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Avram Noam Chomsky, linguista, filosofo, teorico della comunicazione, in uno dei suoi tanti racconti scrive:

“Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare”.

“La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone”.

Lo stesso Chomsky nella terza tra le dieci regole per il controllo sociale dice:

“3 – La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta”.

Si può trarre da questo racconto una riflessione sull’attuale situazione in cui versa la Formazione professionale in Sicilia. Il disegno perverso inziato con il Governo Lombardo è stato continuato dal Governo Crocetta, con la lenta scomparsa della legge regionale n. 24 del 1976, cui è seguita la lenta e costante perdita di ogni diritto acquisito dai lavoratori del settore.

Oggi a distanza di qualche anno siamo all’epilogo, se non si arriva alla compattezza di tutto il settore, l’eliminazione sarà assicurata.

Il giuoco ormai è chiaro e tangibile, il loro alleato è il tempo. La stessa Cassa integrazione, che doveva essere un fatto assodato, diventa un “forse”. Ogni riunione con le organizzazioni di categoria diventano farse; si chiedono pareri su pareri, le risposte sono vaghe e le interpretazioni ambigue.

Le promesse del Presidente Crocetta su prese di posizioni nei confronti del Ciapi altro non sono che un gioco di rimbalzo per perdere solo tempo.

I rinvii vanno da dieci giorni a dieci giorni, Prometeo ne è l’esempio lampante. I fantomatici test per gli ex sportellisti sono quei traguardi che al momento dell’arrivo si allungano di dieci metri e poi ancora di altri dieci, fino allo sfinimento.

Si fanno resuscitare i consorzi per poi farli morire, nel mentre si prendondo accordi con le università, si mettono in vita cooperative, si creano i presupposti di quello che è il loro disegno e nel frattempo si fanno ai lavoratori promesse su promesse per mantenerli calmi, tranquilli e inoffensivi.

Ed ecco la morte della rana, un disegno tragico perpetrato in perfetta linea con chi sa che alla fine la rana muore senza che se ne sia accorta.

 


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