La farsa dell’incontro Monti-Lombardo

Come abbiamo anticipato ieri sera, la tanto decantata riunione romana tra il capo del governo del nostro Paese, Mario Monti, e il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, si è conclusa con un nulla di fatto. Noi avevamo ipotizzato, per la Sicilia, un piatto di lenticchie. Lombardo, di ritorno dalla Capitale, non ha portato nemmeno quelle.
Falso e doppiogiochista impenitente, Lombardo ha utilizzato l’incontro romano non per cercare di dare risposte alle richieste di agricoltori, pescatori, autotrasportatori e studenti siciliani, ma per risolvere i problemi del ‘suo’ bilancio, cioè del bilancio di una Regione che l’attuale presidente della Regione e i suoi accoliti (i vari Lumia e Cracolici in testa) considerano ‘cosa loro’.
Memore degli ‘avvertimenti’ lanciati lo scorso autunno dalla Corte dei Conti – che ha detto a chiare lettere che, quest’anno, non farà passare il bilancio in assenza di appostamenti finanziari ‘veri’ per le spese sanitarie – Lombardo ha cercato di ‘patteggiare’ un’intesa con Roma per arraffare un po’ di soldi, approvare il bilancio e tirare a campare per un altro anno con il suo governicchio. Il tutto sulle spalle dei siciliani. Ovviamente, le richieste avanzate dai Movimenti che da dieci giorni manifestano per le piazze e le vie di città e paesi dell’Isola non sono state nemmeno prese in considerazione (defiscalizzazione della benzina, azzeramento delle cartelle esattoriali e dei debiti delle imprese verso l’Inps, per citare solo alcune cose).
Con la sua ormai nota arroganza, Lombardo ha poi aggiunto che la protesta “deve finire” perché lui sta trattando con il governo nazionale. Della serie, “non disturbare il manovratore”. Come se i Forconi, gli studenti e, in generale, chi oggi protesta perché non ne può più della povertà che avanza, della fame, della mancanza di futuro e del cattivo governo della Regione, per scendere in piazza, avesse bisogno del ‘permesso’ del presidente Lombardo.
Alla luce della farsa andata in scena ieri a Roma, il Movimento, per risultare credibile, deve dare una risposta seria. All’insegna della chiarezza. Sappiamo tutti che, all’interno del Movimento, ci sono degli ‘infiltrati’ che operano non nell’interesse della Sicilia, ma per conto di Lombardo e dei suoi accoliti. Questi signori vanno individuati e messi alla porta. Così come vanno allontanati tutti i movimenti politici, o sedicenti tali, che in questi giorni hanno cercato in tutti i modi di strumentalizzare la protesta. A cominciare dai signori di Forza Nuova e dai seguaci di Gianfranco Micicchè.
Dopo di che agricoltori, pescatori, autotrasportatori e studenti siciliani debbono prendere atto che l’attuale governo regionale – peraltro screditato su tutta la linea – non può essere un interlocutore credibile. Se il Movimento vuole ottenere qualcosa, ebbene, deve trattare direttamente con Roma. Senza intermediari. E, soprattutto, senza l’intermediazione di Lombardo e dei suoi amici, ai quali, delle istanze della Sicilia che protesta nelle strade, non gliene può fregare di meno. Anche perché la Regione siciliana, grazie anche all’incapacità politica e amministrativa di Lombardo e dei suoi assessori, è ormai in ‘bolletta’, con oltre 5 miliardi di euro di deficit strutturale. Praticamente, in dissesto finanziario.
Se il Movimento pensa di trattare ancora con ‘questa’ politica siciliana – e cioè con i vari Lombardo, Cracolici, Lumia e, in generale, con tutta l’attuale politica isolana – commette un grave errore. Si tratta, infatti, di una politica priva di credibilità. Basti pensare agli attuali 90 parlamentari di Sala d’Ercole che, nell’aprile del 2011, avrebbero avuto l’occasione per mandare a casa il governo Lombardo e non lo hanno fatto solo perché, ogni deputato, ha voluto preservare i 20 mila euro di diaria che ogni mese si mette in tasca. Penoso.
Un Movimento serio, che vuole realmente battersi per cambiare la Sicilia non può avere a che fare con un governo – il governo Lombardo – che, fino ad oggi, ha prodotto solo enormi danni alla nostra Isola. Il primo obiettivo deve essere quello di mandarli tutti a casa. Lombardo dice che “la protesta deve finire”. Invece, alla Sicilia serve l’esatto contrario: è Lombardo che deve smettere di governare (anche perché – come dimostrano i risultati fallimentari – non è in grado di governare alcunché, meno che mai la Regione), liberando la nostra Isola dalla sua dannosissima presenza.
Come abbiamo già riferito ieri sera – e come potete leggere oggi in altra parte del nostro giornale  – stamattina una delegazione di ‘Forconi’ siciliani incontra i pastori sardi. La strada da seguire è questa. Una grande alleanza per lanciare la difesa degli interessi reali di Sicilia e Sardegna.
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