La famiglia Clinton? Tre macchine per fare soldi…

I POLITICI ITALIANI SARANNO SICURAMENTE TRA I PIU’ PAGATI AL MONDO. MA ANCHE NEGLI ALTRI PAESI NON SCHERZANO. NEGLI STATI UNITI, PER ESEMPIO…

Qualche tempo fa, da un confronto tra gli stipendi ed emolumenti di politici e pubblici amministratori, venne fuori che i politici italiani sono tra i più pagati. E per di più, sarebbero anche quelli che lavorano meno (basti pensare che alcuni dei parlamentari praticamente non sono mai andati in aula…).

Di sicuro, però, fare il politico, e ad un certo livello, “rende” in tutti i Paesi del mondo. Tralasciando esempi ormai storici come quello di Arafat, che da figlio di un semplice mercante, poco prima della sua morte (secondo fonti del servizio segreto militare israeliano), aveva accumulato un patrimonio personale nell’ordine di 1,3 miliardi di dollari, o di Gheddafi e di molti altri, pare proprio che oggi fare politica porti ad aumentare considerevolmente i propri introiti. Anzi non solo i propri, ma quelli di tutta la famiglia.

Esemplare, in tal senso, è il caso della famiglia Clinton. Dopo Bill e Hillary pare che ora sia il turno della loro figlia Chelsea diventare “money maker” per la famiglia. Secondo il New York Times, l’ex “first daughter” riceverebbe compensi fino a 75 mila dollari a discorso (non si sa bene per parlare di cosa).

Immediatamente il portavoce dei Clinton, Kamyl Bazbaz, ha precisato che i proventi incassati dalla figlia dei Clinton vengono devoluti alla Clinton Foundation. Lo stesso ha dimenticato che proprio la Fondazione che porta il loro nome ha fatturato annuo di 200 milioni di dollari. Niente male per un ente nato tutto sommato da pochi anni e per di più con le ‘casse’ piene di soldi che alcuni malpensanti già pensano essere verranno destinati, in un futuro non tanto lontano, a sponsorizzazioni ad hoc per la candidatura di qualcuno della famiglia alle elezioni presidenziali.

A dire il vero i compensi percepiti dalla “first daughter” non avrebbero dovuto sorprendere (e che invece i giornali hanno trascurato di riportare), visto che tale somma non è niente se confrontata con il suo stipendio. Tanto alti e così poco giustificati che la rete conservatrice FoxNews di Rupert Murdoch ha detto che Chelsea Clinton non dovrebbe vedere rinnovato il contratto sottoscritto con la rete di proprietà del gruppo Universal (Comcast-General Electric). Specie dopo il non entusiasmante esordio alla fine dello scorso anno.

Sì, perché mentre tutti i giornalisti americani (e non solo) devono faticare non poco per trovare un posto di lavoro spesso con stipendi da fame, Chelsea, senza fare alcuna gavetta, aveva ottenuto un posto di reporter. E per di più ben pagato: il suo stipendio come corrispondente della NBC News ammontava a diverse centinaia di migliaia dollari l’anno. Ben diverso dallo stipendio di anchormen sulla piazza da molto più tempo e con decenni di esperienza alle spalle (alcuni pagato pochi dollari al pezzo).

La cosa aveva suscitato molte critiche anche negli USA: del resto, la figlia dell’ex presidente degli USA aveva dimostrato la propria abilità come reporter già nel 2011, con il suo primo servizio – bocciato dai critici televisivi – in cui raccontava la storia di una donna nera dell’Arkansans – lo Stato di “famiglia” di cui Bill fu a lungo governatore prima di arrivare alla Casa Bianca – che aveva dedicato l’intera vita ad aiutare bambini sfortunati nella città di Pine Bluff…

Eppure non era la prima volta che la NBC assumeva figli di personalità politiche d’alto livello. Nel 2009 aveva aggiunto alle proprie fila la secondogenita di George W. Bush, Jenna, come corrispondente per il programma “Today”.

Non si sa se perché incinta o a causa delle sue doti professionali, sta di fatto che l’emittente ha deciso di trasformare l’incarico di Chelsea da annuale a mensile. Alcun malpensanti ovviamente hanno detto che questa decisione non avrebbe molto a che vedere con le sue abilità giornalistiche, ma con la volontà di evitare un conflitto di interessi nel caso in cui sua madre dovesse decidere di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali…

In attesa che la “first daughter” decida quale carriera intraprendere (o quale candidatura) a tentare di dimostrare la propria abilità con la penna è stata mamma Hillary, che ha scritto un libro dal titolo Hard Choises. Anche l’opera della madre però pare non sia stata apprezzata dalla critica (per essere eufemistici) che lo ha definito una “noia senza alcun brivido, alcuna novità” (Mike Allen). Ancora più duro è stato il commento di Isacc Chotizer, critico del New Republic, secondo il quale Hard Choise è un libro “apatico” tutto improntato sul low profile… Ma soprattutto ricco di sbagli, errori e di imprecisioni che, ovviamente, molti giornalisti e critici (specie dopo avere visto la crescita professionale della figlia dell’autrice) non hanno mancato di rimarcare.

Pare proprio che la famiglia Clinton debba trovare un’altra strada per reperire le risorse per sopravvivere. Sì, perché come ha detto Hillary nel suo libro, immediatamente dopo l’uscita dalla Casa Bianca, dopo otto anni di presidenza del marito Bill, la famiglia era sul lastrico. L’ex first lady forse ha dimenticato che per lungo tempo lei e l’ex presidente, anche dopo il termine del mandato, hanno continuato tenere conferenze (anche allora non si sa su quale tema) ricompensate 200.000 dollari l’una.

Forse sarebbe interessante sapere cosa ha fatto dei propri risparmi Bill Clinton, visto che, in base ai dati ufficiali, pare sia stato il presidente che ha incrementato di più il proprio patrimonio: durante il suo mandato, e annessi e connessi, pare sia riuscito a mettere da parte un gruzzoletto di 38 milioni di dollari.

Ma forse quella di lagnarsi di non guadagnare abbastanza non è una prerogativa degli esemplari italiani di HOMO POLITICUS, ma una caratteristica comune a molti di loro…

Foto tratta da attualità.tuttogratis.it

 

 

 

 

 


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