E' stato pubblicato il decreto del ministero dello Sviluppo economico con cui viene data la prima concessione di coltivazione di idrocarburi - relativa al progetto Offshore Ibleo di Eni e Edison - al largo della costa delle province di Caltanisetta, Agrigento e Ragusa
La democrazia ai tempi di Renzi Primo via libera alle trivelle nel Canale di Sicilia
La democrazia ai tempi di Matteo Renzi: nonostante le accese proteste dei territorio, è arrivato il primo via libera alle trivelle nel Canale di Sicilia. E’ stato pubblicato il decreto del ministero dello Sviluppo economico con cui viene data la prima concessione di coltivazione di idrocarburi – relativa al progetto Offshore Ibleo di Eni e Edison – al largo della costa delle province di Caltanisetta, Agrigento e Ragusa per un’area di oltre 145 chilometri quadrati e per una durata di 20 anni.
Lo rende noto Greenpeace che ricorda che il progetto «prevede ben otto pozzi, di cui due ‘esplorativi’, una piattaforma e vari gasdotti, i cui lavori dovrebbero iniziare entro un anno».
L’associazione ambientalista aveva fatto ricorso al Tar del Lazio meno di due mesi fa sul parere positivo dato dal ministero dell’Ambiente. Insieme a Greenpeace nel ricorso c’erano 5 amministrazioni comunali, l’Anci Sicilia, altre associazioni ambientaliste, della pesca e del turismo. I
«Questa autorizzazione è un chiaro segnale che il ministero dello Sviluppo non intende prendere in alcuna considerazione la volontà del territorio, ma solo favorire gli interessi delle grandi compagnie petrolifere – afferma Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace – faremo ricorso anche contro questo nuovo provvedimento».
Al riguardo fonti del Mise precisano che «il progetto in esame rientra negli accordi sulla raffineria di Gela siglati a inizio mese che hanno consentito la salvaguardia di tutti i posti di lavoro e il consolidamento dell’area industriale».
I siciliani, dunque, dovranno ringraziare anche il loro Presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ha firmato questo controverso accordo che condanna la Sicilia al solito ricatto occupazionale delle compagnie petrolifere che da 60 fanno il bello e il cattivo tempo, garantendo inquinamento e danni alla salute e lasciando alla regione solo qualche briciola di utili.