La crisi della scuola a Palermo: la demagogia dell’accoppiata Scilabra-Evola

TARDIVO L’INTERVENTO DELLE DUE AMMINISTRATRICI PUBBLICHE. IL SILENZIO DEI DUE ASSESSORI SULL’ISTITUTO PROVINCIALE DI CULTURA E LINGUE “NINNI CASSARA'” E SUL LICENZIAMENTO DI 100 DOCENTI

Con non poco stupore abbiamo letto questo comunicato stampa:

“Gli Assessori alla Scuola della Regione, Nelly Scilabra, e del Comune (di Palermo ndr), Barbara Evola, insieme ai rappresentanti di diverse sigle sindacali della scuola (Cisl, Cildi Fildi, Uil, Ugl, Cub Alba, Snals, Anp, Andis, Fl Cgil) hanno inviato una lettera al Prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, per chiedere l’apertura di un ‘Tavolo di crisi’ relativo all’emergenza determinata dallo sciopero del personale e dalle riduzioni di personale”.

“L’assenza di personale delle cooperative – si legge nella lettera al Prefetto riportata nel comunicato – in sciopero per chiedere il pagamento di cinque mensilità di stipendio, e la complessiva riduzione dell’organico dei collaboratori scolastici ha costretto i Dirigenti Scolastici a ridurre le ore di lezione, per l’impossibilità di garantire condizioni igienico-sanitarie accettabili”.

“Il perdurare di questa situazione – si legge ancora nella nota – oltre a penalizzare fortemente gli alunni per una sensibile riduzione delle attività didattiche e le famiglie, messe in difficoltà da orari di uscita che intralciano l’attività lavorativa, mette a serio rischio la validità dell’anno scolastico per la maggior parte dei nostri studenti”.

“Le due componenti dei Governi regionale e comunale, insieme alle Organizzazioni sindacali hanno quindi chiesto al Prefetto Cannizzo un intervento urgente per ripristinare la normalità nelle scuole e salvaguardare il Diritto allo Studio”.

Il nostro stupore nasce da due considerazioni.

La prima considerazione riguarda il ritardo con il quale due pubblici amministratori – l’assessore regionale Scilabra e l’assessore comunale Evola – si accorgono di un fatto che va avanti da un mese.

La seconda considerazione nasce dal fatto che ai due assessori la ‘fretta’ di scrivere al Prefetto è venuta dopo che il problema gli è rovinato addosso: dopo, cioè, che i 519 addetti alle scuole della città sono stati mollati dallo Stato.

Giustissimo difendere questi 519 lavoratori: ma andavano difesi prima che si arrivasse all’emergenza e non dopo che è esplosa l’emergenza. Anche perché sia la Regione, sia il Comune di Palermo avevano gli strumenti per evitare che la situazione degenerasse. Chiedendo, ad esempio, prima e non dopo l’intervento della magistratura ordinaria per evitare che la situazione degenerasse.

Ci permettiamo di ricordare che il Governo Letta – impegnatissimo, come il Governo che l’ha preceduto, a foraggiare le banche – ha fatto la stessa cosa con gli insegnanti di sostegno. Che, in molte città d’Italia, sono stati rimandati a scuola con provvedimenti della magistratura.

Anche il servizio svolto dai 519 addetti alle scuole della città – come dimostra proprio la lettera al Prefetto di Palermo dell’assessore Scilabra e dell’assessore Evola – è un servizio essenziale che non può essere interrotto. Ma appunto per non interromperlo, creando incredibili disagi a studenti e docenti – i due assessori dovevano intervenire prima e non dopo.

Una seconda questione riguarda una scuola di Palermo e provincia dove sono successe cose gravissime. Ma dove non abbiamo registrato l’intervento delle due solerti amministratrici della cosa pubblica. Ci riferiamo all’Istituto provinciale di cultura e lingue ‘Ninni Cassarà’.

In questa scuola pubblica, per responsabilità diretta del Governo regionale – e dell’assessore Scilabra in particolare – sono stati mandati a casa 100 docenti a tempo determinato. Creando disagi agli studenti e, soprattutto, ai docenti: 100 docenti che, per quest’anno, sono rimasti con le mani in mano.

Abbiamo già detto delle responsabilità, a nostro avviso gravissime, della Regione. Ma non abbiamo sentito, in quei giorni, una sola parola dell’assessore comunale Evola.

Si dirà: l’Istituto dipende dalla Provincia di Palermo. Vero. Ma gli studenti e i docenti vivono, studiano e lavorano a Palermo. L’amministrazione comunale avrebbe dovuto far sentire la propria voce. Invece questa voce non l’abbiamo sentita.

 

 

 


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