La Crimea sceglie la Russia. L’ira degli USA

La riunificazione della Crimea con la Russia è stata appoggiata dal 93% dei voti espressi nel referendum di oggi. Sono solo dati ufficiosi, ma quelli ufficiali non dovrebbero essere molto diversi. “Siamo tornati a casa”, “Russia ti amo”, gridano in centinaia a piazza Nahimov a Sebastopoli dove, in un tripudio di bandiere russe e sulle note dell’inno di Mosca, la festa e’ scattata mentre ancora si contavano le schede.

Un risultato che non piace agli Usa  e all’Ue, che minacciano sanzioni. Come al solito, gli americani e le oligarchie europee, sono democratici fino a quando comandano loro…

Così, mandano a dire a Mosca che non riconosceranno mai i risultati di un referendum che considerano “illegale”, “contrario alle leggi internazionali” e svoltosi “sotto la minaccia di un intervento delle truppe russe”. Solo poche ore prima Vladimir Putin non si era mosso di un millimetro dalla sua linea: il voto in Crimea e’ valido e la Russia rispettera’ la volonta’ espressa dai suoi abitanti. La tensione e’ alle stelle.

Anche il presidente della Ue, Herman Van Rompuy, e quello della Commissione Ue, Manuel Barroso, ribadiscono come La soluzione alla crisi in Ucraina puo’ essere fondata solo “sull’integrita’ territoriale, la sovranita’ e l’indipendenza del Paese”.

Mentre il premier Matteo Renzi fa sapere che l’Italia “sta lavorando insieme alla Francia, la Germania, la Gran Bretagna perche’ si possano ridurre le frizioni e perche’ si possa dare il messaggio che il diritto internazionale e’ difeso e salvaguardato, cosa che non sta avvenendo”.

Tutto sembra pronto per il varo di sanzioni pesanti e senza precedenti contro la Russia. Misure che vadano a colpire le persone e gli interessi economici e commerciali legati all’attuale leadership di Mosca. Nelle prossime ore a Bruxelles si riuniranno i ministri degli Esteri della Ue e prenderanno una decisione.

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