La conferma su Fukushima: è il più grande disastro ambientale della storia dell’umanità. Pericoli per l’oceano Pacifico?

QUELLO CHE COLPISCE, IN QUESTA STORIA, E’ LA DISINFORMAZIONE. LE NOTIZIE CIRCOLANO PER LO PIU’ SULLA RETE. NON SI SA, AD ESEMPIO, SE I VAPORI CHE DA TEMPO SI SPRIGIONANO DALLA EX CENTRALE GIAPPONESE SONO UN FATTO NORMALE O IL SINTOMO DI NUOVE FUSIONI. E NON POSSIAMO SAPERLO, PERCHE’ NESSUN UOMO SI PUO’ AVVICINARE NEL LUOGO DELL’INCIDENTE. E SARA’ COSI’ PER LUNGI ANNI. CHE SUCCEDERA’? DUE TESI A CONFRONTO: OTTIMISTI E PESSIMISTI

C’è una notizia che – come si legge in tanti siti sulla rete – viene ignorata dalla stampa mondiale. A Fukushima, in Giappone, sarebbe in corso il disastro ambientale più grave della storia dell’umanità: un disastro nucleare stimato 120 volte più grave e più devastante di quello di Chernobyl. Ma l’informazione, chissà perché, è piuttosto carente.
Sull’incidente avvenuto nella centrale di Fukushima nel 2011 corrono due interpretazioni. Da una parte c’è la scienza ufficiale – soprattutto quella che ha sempre promosso l’energia nucleare – che minimizza. Dall’altra parte ci sono altro osservatori che, invece, manifestano grande preoccupazione. Dove sta la verità? Hanno ragione i primi? O i secondi? O, come spesso capita, la verità sta nel mezzo?

Un fatto è certo: piaccia o no a chi minimizza, il reattore di Fukushima affacciato sull’oceano Pacifico sta creando il più grande disastro ecologico della storia dell’umanità. Su questo, ormai, non ci dovrebbero essere dubbi. Dopo di che bisogna capire cosa sta succedendo.
Un altro elemento sembra fuor di dubbio: le scorie radioattive liberate dall’esplosione della centrale nucleare di Fukushima stanno invadendo l’emisfero nord tra Giappone, Hawaii, Alaska, Canada e Stati Uniti. Si può discutere – ed è giusto discutere – sul grado di inquinamento radioattivo. Ma non si può negare che l’inquinamento ci sia.

Sul sito Le Scienze – edizione italiana di Scientific American – un lungo articolo fa il punto della situazione. Precisiamo che si tratta di scienziati portati – è il caso di dirlo – a gettare acqua sul fuoco. “Nonostante le recenti preoccupazioni su una possibile nuova fusione nel complesso di Fukushima Daiichi, in Giappone – leggiamo su Le Scienze – il vapore che ha scatenato questa preoccupazione è semplicemente il risultato delle condizioni atmosferiche e di un reattore che è ancora caldo per la fusione del 2011″.
Insomma, non c’è da preoccuparsi, ci dicono questi scienziati. Intanto l’area della centrale è invasa dal vapore. Che succede? Un’altra fusione nucleare incontrollata, come paventa qualcuno? Il sito d’informazione Le Scienze dà un’altra spiegazione: “Secondo Fairewinds Energy, un gruppo impegnato nella promozione della sicurezza nucleare, le scorie radioattive di Fukushima stanno ancora emettendo circa un milione di watt termici. Questo calore trasforma l’acqua in vapore e quando l’aria è abbastanza fredda, come in inverno in Giappone, il vapore è visibile”.
E ancora: “E’ successo anche l’anno scorso in questo periodo, e avviene periodicamente dopo lo tsunami del 2011 – osserva David McIntyre , portavoce della US Nuclear Regulatory Commission (NRC) -. Siamo in contatto con l’ente di controllo giapponese e con la Tepco (la società responsabile di Fukushima), e da quello che abbiamo visto e sentito non c’è motivo di sospettare che il vapore indichi che sta succedendo qualcosa di brutto”.

Su altri siti, però, leggiamo informazioni un po’ diverse. “Le autorità hanno finora mentito, ai giapponesi e al mondo intero: Fukushima era una struttura a rischio, degradata dall’incuria. Un impianto che andava chiuso molti anni fa, ben prima del disastro nucleare del marzo 2011. Da allora la situazione non è mai stata sotto controllo: la centrale non ha smesso di emettere radiazioni letali. Tokyo finalmente ammette che, da mesi, si sta inquinando il mare con sversamenti continui di acqua radioattiva, utilizzata per tentare di raffreddare l’impianto”.

Sul sito L’infiltrato leggiamo che “il peggio è che nessuno sa esattamente in che stato siano i reattori collassati: si teme addirittura una imminente ‘liquefazione’ del suolo. Gli scienziati non hanno idea del vero stato dei nuclei dei reattori, riassume il ‘Washington’s Blog’ in un lungo reportage tradotto da ‘Megachip’: le radiazioni potrebbero investire la Corea, la Cina e la costa occidentale del Nord America. Perché il peggio deve ancora arrivare: gli stessi che hanno prima nascosto l’allarme e poi sbagliato tutte le procedure di emergenza, ora stanno probabilmente per causare un problema molto più grande”.
Fine dei problemi? Non esattamente. “La più grande minaccia a breve termine per l’umanità proviene dai bacini del combustibile di Fukushima: se uno dei bacini crollasse o si incendiasse, questo potrebbe avere gravi effetti negativi non solo sul Giappone, ma sul resto del mondo”. Da qui una previsione ultra pessimistica: “Se anche solo una delle piscine di stoccaggio dovesse crollare, avvertono gli esperti in materia di allerta nucleare Arnie Gundersen e il medico Helen Caldicott, non resterebbe che evacuare l’emisfero nord della Terra e spostarsi tutti a sud dell’equatore”.

Un altro fatto è certo: nessun essere umano si può avvicinare alla centrale, anzi, all’ormai ex centrale nucleare di Fukushima. Perché l’emissione di radiazioni nucleari è troppo forte. Questo lo deve ammettere anche il sito Le Scienze: “A causa della fusione del reattore, i livelli di radiazione sono troppo elevati perché un essere umano vi entri senza riceverne una dose inaccettabile”. Insomma, lì si muore. Punto.

C’è poi un altro problema: l’inquinamento dei fondali marini e gli effetti sui pesci e, di conseguenza, sull’uomo. Leggiamo sempre su Le Scienze: “Un’altra preoccupazione costante è che l’acqua contaminata da particelle radioattive che fuoriesce ancora dal sito della centrale stia avvelenando i pesci e i frutti di mare dell’oceano Pacifico. Non vi è dubbio che l’ingestione di radionuclidi sia una delle peggiori forme di esposizione alle radiazioni, perché prosegue per lungo tempo. Ma, con l’eccezione dei pesci che si alimentano sul fondale e degli organismi filtratori sessili (immobili) catturati nelle immediate vicinanze, qualunque radionuclide provenienti da Fukushima sarebbe diluito in quantità insignificanti nella vastità del Pacifico. Eccetto che nelle immediate vicinanze della centrale colpita, i radionuclidi in sovrappiù dovuti all’incidente non bastano a creare una dose abbastanza elevata da provocare effetti nocivi sulla salute dell’uomo”.

Ovviamente, c’è chi dà una versione completamente diversa. Secondo stime che circolano sulla rete, in un’ampia area marina del Pacifico i danni sarebbero già enormi. Sembra che il 98 per cento dei pesci di questa zona sia già morto.
Ora bisogna capire – ma non è facile, visto che, come già detto, nessun uomo può recarsi nella centrale di Fukushima – che cosa sta succedendo. Se la situazione si va normalizzando (e comunque ci vorranno anni!), l’inquinamento non dovrebbe avanzare di molto. Ma se, come temono i pessimisti, i vapori che si sprigionano dalla ex centrale sono il frutto di altri gravi problemi (cosa che non può essere esclusa, proprio perché gli uomini, come già detto. non possono verificare di presenza quello che sta succedendo), l’inquinamento radioativo potrebbe avanzare.    

Alla fine del nostro ragionamento emerge un altro elemento: gli scienziati che, fino a prima del 2011, ci raccontavano che le centrali nucleari erano sicure mentivano. Tutte le centrali nucleari presenti nel mondo – a cominciare da quelle europee – vano sbaraccate. Puntando sulle energie alternative. Fukushima ha insegnato a tutti una cosa: l’energia nucleare è fallita.  

 


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Quello che colpisce, in questa storia, e' la disinformazione. Le notizie circolano per lo piu' sulla rete. Non si sa, ad esempio, se i vapori che da tempo si sprigionano dalla ex centrale giapponese sono un fatto normale o il sintomo di nuove fusioni. E non possiamo saperlo, perche' nessun uomo si puo' avvicinare nel luogo dell'incidente. E sara' cosi' per lungi anni. Che succedera'? due tesi a confronto: ottimisti e pessimisti

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