I capoluoghi hanno ricevuto due finanziamenti nell'ambito di Agenda Urbana. Gli interventi riguarderanno sia il tessuto cittadino che un percorso che attraverserà riserve naturali e strade dismesse. Legambiente: «Cicloturismo possibilità di sviluppo»
La ciclovia che da Caltanissetta arriverà fino a Enna «Opportunità per il turismo e per la vita quotidiana»
Unire i due capoluoghi della Sicilia centrale con un percorso ciclabile che possa rappresentare una valida alternativa alla mobilità. Ad accettare la scommessa sono stati i Comuni di Caltanissetta ed Enna, nelle vesti di enti proponenti di due progetti tra loro coordinati e finanziati nell’ambito di Agenda Urbana. In ballo ci sono circa sette milioni di euro, assegnati dalla Regione Siciliana attingendo dai fondi europei. Il progetto punta alla realizzazione sia di piste ciclabili che di ciclovie riuscendo a integrarsi con i tessuti urbani. Nel tratto ennese, l’attenzione sarà posta nell’area di Pergusa dove una pista ciclabile attraverserà la natura e di Enna bassa, dove, complice l’elevata presenza di universitari, l’esperimento del bike sharing già da anni si è diffuso ed è apprezzato. A collegare la parte ennese ai percorsi che verranno realizzati nel territorio comunale di Caltanissetta sarà una ciclovia realizzata lungo il tracciato di una vecchia statale.
Nei giorni scorsi è stato pubblicato un avviso di pre informazione della gara d’appalto che verrà indetta prossimamente e che riguarderà il tratto nisseno. Nella relazione che accompagna il progetto viene sottolineato come a essere interessati saranno arterie stradali di competenza di vari enti. «Si caratterizza come un percorso misto in cui alcuni tratti sono costituiti da una ciclovia a uso esclusivo dei velocipedi, alcuni tratti da una ciclovia a uso dei velocipedi e dei pedoni e alcuni tratti che sfruttano i normali percorsi stradali di competenza del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, dell’Anas, strade comunali e strade del Demanio Forestale Regionale», si legge nel documento. L’obiettivo in città è quello di creare punti di scambio intermodale per chi viaggia con i mezzi pubblici, come nel caso del collegamento con la stazione ferroviaria Caltanissetta-Xirbi: «L’idea è quella di fare diventare la ciclovia una struttura valida sia dal punto di vista cicloturistico che dal punto di vista della mobilità sostenibile».
Sul primo fronte, le attrazioni non mancano. «In prossimità della contrada Portella del Vento la nostra ciclovia lascia la statale per diventare un percorso prettamente cicloturistico. Il suo sviluppo nel cuore del paesaggio agricolo del centro Sicilia farà vivere un’esperienza unica a contatto con la natura e lontano dal caos cittadino», è la promessa di chi crede nel progetto. Tra i punti di interesse viene segnalato il borgo di Turofili e il relativo bosco demaniale con la vecchia masseria, la parte a ridosso del fiume Salso, ma anche la riserva naturale Monte Capodarso. La ciclovia attraverserà anche il ponte Capodarso, realizzato nel XVI secolo e luogo di confine tra le due province. Per quanto riguarda la mobilità sostenibile, a Caltanissetta un percorso ciclabile porterà dal centro al Villaggio Santa Barbera, quartire con oltre tremila abitanti; mentre saranno previsti collegamenti anche con la stazione centrale e lungo il viale Stefano Candura, percorso giornalmente da centinaia di persone anche per via del collegamento con il centro di accoglienza dei migranti. Oltre alla segnaletica e alla realizzazione delle corsie dedicate, lì dove il progetto le prevede, l’appalto che verrà indetto prevede anche la fornitura di rastrelliere dotate di colonnina di ricarica per le biciclette a pedalata assistita.
«Il mercato delle bici a pedalata assistita sta crescendo e il mezzo a due ruote è destinato a suscitare l’interesse anche di chi non è uno sportivo appassionato – commenta a MeridioNews Giuseppe Amato, dirigente regionale di Legambiente -. Questo progetto, una volta realizzato, potrà davvero rappresentare un’offerta per il cicloturismo perché percorre zone panoramiche e immerse nella natura, sfruttando arterie secondarie». Quello di puntare sulle strade meno percorse è una delle strategie più utilizzate per promuovere la mobilità leggera. «Bisogna entrare nell’ottica che le ciclovie debbano riuscire realmente ad accompagnare l’utenza su lunghe percorrenze, rappresentando realmente vie di collegamento al servizio della mobilità – continua Amato -. Questo significa che è impensabile poter riuscire a investire in queste infrastrutture immaginando sedi ciclabili ad hoc. In Italia esistono già diversi esempi virtuosi di scelte di questo tipo come l’Appennino Bike Tour che dalla Liguria consente di arrivare in Sicilia, viaggiando quasi sempre su strade a bassa intensità di traffico». Resta fondamentale anche l’impegno nella diffusione di comportamenti responsabili sulle strade. «Qualsiasi utente della strada, automobilisti e ciclisti, deve attenersi alle regole. Le ciclovie in Sicilia stanno iniziando a diffondersi ed è giusto spingere affinché si sviluppi il senso di responsabilità. Il cicloturismo – conclude Amato – è un settore che può dare molto alla Sicilia».