Antonio e Giuseppe, nel corso degli anni, sono riusciti a realizzare più di 50 articoli, tra cui: cesti di diverse forme, oliere, porta tovaglioli e panieri. Una tradizione, quella dei famosi cattiddara, che rischia di estinguersi
La cesteria di Termini, un’arte quasi scomparsa Due fratelli recuperano questa antica tradizione
Si chiamano
Antonio e Giuseppe Franzè, sono due fratelli rispettivamente di 28 e 33 anni di Termini Imerese, e da parecchi mesi hanno deciso di dedicarsi all’arte della cesteria, una tradizione antichissima di origine preindoeuropea.
L’idea dei due ragazzi è nata mentre sistemavano dei terreni di alcuni amici. Di solito, durante la pulizia degli
alberi di ulivo, vengono bruciati molti rami. Così, hanno deciso di prendere questo legno, resistente e molto flessibile, per ricavarne vari oggetti. Per la realizzazione dei cesti si possono usare anche altri materiali, tra cui la ginestra, l’olmo e il castagno. «CestHobby – hanno commentato i due giovani termitani – è un’idea per salvaguardare le nostre antiche e splendide tradizioni e realizzare dei cesti classici e oggettistica varia».
Il lavoro dei ragazzi, che
hanno perfezionato sempre di più la loro tecnica grazie all’aiuto dello zio, inizia dalla raccolta del materiale. In seguito, dopo averlo opportunamente selezionato, si fa riposare per tre o quattro giorni. Successivamente si passa alla pulitura dei rami per renderli più lisci possibile. La tecnica che spesso utilizzano è quella base, ovvero, si prendono tre o quattro legnetti, si bucano e vengono inseriti al loro interno altri legnetti. In questo modo la struttura diventa molto resistente. In base alla funzione del ramo che andrà ad assumere nell’oggetto da realizzare, si distinguono: i montanti, che tengono in piedi il cesto; le colonne, che servono per realizzare la base; infine, il cosiddetto tessitore, che serve per intrecciare l’oggetto.
Antonio e Giuseppe, nel corso degli anni, sono riusciti a realizzare più di 50 articoli, tra cui: cesti di diverse forme, oliere, porta tovaglioli e panieri. Una tradizione, quella dei famosi
cattiddara, che a Termini Imerese è quasi scomparsa. «L’unico cestaio rimasto in città – hanno detto – sta male e non può continuare a lavorare, quindi, quel patrimonio culturale non esiste più nella città termitana. L’obiettivo nostro è quello di migliorarci giorno dopo giorno, confrontandoci con i maestri cestai di tutta Italia».