Per noi di Step1 e RadioZammù è Luisa Santangelo, la redattrice su cui contare per le missioni impossibili (reportage dal salone della sposa, accademie di lap dance e serate di speed date comprese), ma per migliaia di utenti della rete lei è La Capa: una blogger apprezzata, con tanti estimatori e followers sui social network. Giovedì scorso allo Zo di Catania è stata ospite del programma Radio 50 special. Ecco la trascrizione dell'intervista
La Capa sulla Vespa dello Zo
«C’è anche un nano da giardino nel tuo blog?». «No, perché non ho un giardino. Però c’è un cane obeso. Può andare bene lo stesso?». Così risponde Luisa Santangelo, blogger per passione, scrittrice ancora in erba, ma soprattutto redattrice del nostro giornale, alla prima delle domande che le hanno posto i conduttori del programma Radio 50 special, Roberto Sammito e Anita Gensabella, alla terza puntata, lo scorso 25 marzo. L’obiettivo è quello di conoscere meglio La Capa, il cui “diario” virtuale è stato definito un po’ come potrebbe essere quello di una Amélie siciliana, «catanese per la precisione». Luisa, nel suo blog, ci racconta di se stessa, ma noi ve la raccontiamo attraverso questa intervista.
Luisa, il tuo è un blog personale?
«Sì, è un blog personale nel quale parlo della mia vita. Provo a farlo in maniera divertente, ma forse a volte non ci riesco. Spesso cerco di prendermi un po’ in giro da sola e di prendere in giro anche gli altri…».
E poi mentre ne parli diventi rossa durante l’intervista, e io questa cosa non l’ho capita bene, me la spieghi per favore?
«Nel blog è come se avessi uno schermo protettore, che non mi fa vergognare di niente. Quando scrivo i miei post sono tranquilla, distesa sul letto con il mio portatile e in quel momento nessuno può interloquire con me. Ma adesso, dal vivo è un po’ diverso».
Nei tuoi post scrivi di un ascensore che si trova dentro casa tua, e che serve per collegare un piano con un altro. Questo è uno dei tuoi messaggi più famosi a quanto sembra.
«Sì, è quello che ha avuto molte visite da parte dei lettori. Mio padre è un tipo tutto fare e ha pensato bene di inventarsi questo ascensore in casa per passare dalla cucina alla stanza da letto. A volte si ferma sul più bello e può capitare che rimani lì per ore aspettando che qualcuno ti venga a liberare».
Questo dell’ascensore è uno dei tanti episodi di cui parli nel blog. I tuoi racconti hanno una cadenza giornaliera?
«Inizialmente sì, ma da un po’ di tempo a questa parte scrivo due o tre volte alla settimana, anche perché a volte non si trovano facilmente cose particolari da raccontare. A volte può anche capitare che le cose te le inventi o le carichi un po’, ma tendenzialmente provo a scrivere ogni volta che posso, perché mi diverte e perché mi trovo bene a scrivere e raccontare le cose che mi capitano».
Luisa Santangelo non è solo una blogger. È anche una studentessa ed una redattrice del periodico telematico Step1. Qual è stata l‘occasione che ti ha portato a scrivere anche nell’ambito del giornalismo?
«L’occasione per il primo approccio con Step1 è arrivata proprio perché i miei primi articoli erano racconti della “mia vita da matricola”. Già scrivevo nel mio blog di come avrei potuto affrontare questa mia nuova avventura, ed un redattore del giornale che mi conosceva proprio dal blog mi ha fatto contattare affinché scrivessi su Step1 proprio di questi episodi. Poi ho cominciato anche a scrivere argomenti un po’ più seri, l’articolo da giornale vero e proprio che si discosta dai post che di solito scrivo».
Qual è il post a cui sei più affezionata, se ne hai uno in particolare?
«In quattro anni di blog ho scritto quasi seicento post e ne ricordo uno, piuttosto intimo, e molto commentato, ma visto che è così profondo non ne parlerò. Vi dirò invece di alcuni lettori affezionati, a proposito di commenti, ed uno in particolare che esprime il suo parere su miei post dal primo che ho scritto».
Un’ultima domanda: lo farai diventare un lavoro questa tua passione per il blog?
«Ci sono persone che scrivono anche dei libri per spiegare il motivo per cui a scrivere blog non si guadagna. In realtà il mio sogno nel cassetto sarebbe quello di diventare una giornalista, o una scrittrice».