La birra Messina riparte dall’Expo con un docufilm «Fieri di far conoscere all’Italia la nostra emozione»

La loro potrebbe essere la perfetta parabola di chi ce l’ha fatta, anche nel profondo Sud dove nulla attecchisce, salvo la disperazione. Travolti dal declino della celebre Birra Messina e, successivamente, dal tracollo della Triscele, 15 ex dipendenti su 41, oggi soci deI Birrificio Messinasono risorti dalle loro stesse ceneri, ricostruendo un sogno e approdando all’Expo. La loro storia, un esempio per tutti, è diventata addirittura un docufilm, realizzato dalla troupe messinese Space Donkeys, diretto da Alessandro Turchi e presentato all’esposizione universale in corso a Milano.

Giorni intensi, gli ultimi, segnati, anche dalla presentazione delle etichette del prodotto che dovrebbe approdare sulle tavole dei consumatori alla fine di settembre. Ci saranno la Lager Doc 15, la Cruda Doc 15, dal gusto fruttato e con i profumi del malto, l’ammiraglia, la Birra dello Stretto, e una quarta, individuata attraverso il concorso di idee La birra della tua terra indetto dall’associazione Terra nostra. Le etichette sono state create dal grafico Salvo Fazzica, nipote di uno dei 15, numero che ricorre non a caso. Venerdì scorso Mimmo Sorrenti, presidente del Birrificio, Adolfo Giordano, uno dei soci, e la Fondazione di Comunità di Gaetano Giunta, in uno spazio dedicato del padiglione Keep International School dell’Expo, sul tema Nutrirsi di Giustizia, hanno presentato questo piccolo grande miracolo tutto messinese, raccontando com’è possibile un nuovo modo di fare imprenditoria.

Sorrenti e Giordano hanno avuto la possibilità di rendere nota la vicenda di questo manipolo di ex lavoratori dipendenti decisi a prendere in mano le redini del proprio destino, dalla drammatica vertenza occupazionale alla rinascita segnata dalla voglia di non arrendersi e di non gettare al vento saperi e conoscenze di generazioni di mastri birrai messinesi. Da qui, l’idea di costituirsi in cooperativa e di investire Tfr e mobilità. Poi, «il grande progetto di fundraising (raccolta fondi, ndr) messo in moto per trovare le risorse necessarie per far partire da zero una realtà importante come il nuovo stabilimento che sta pian piano sorgendo nei due capannoni della zona ex Asi di Larderia».

«Non ci aspettavamo un’accoglienza così calorosa – ha detto Sorrenti – né tanto meno la curiosità e l’attenzione che ci è stata riservata dai media nazionali. Siamo fieri di questa nuova esperienza che aggiunge un ulteriore tassello al nostro percorso verso la Doc 15, la Doc 15 Cruda e la Birra dello Stretto. Siamo fieri di aver fatto conoscere all’Italia, e non solo, la nostra emozione e il nostro coraggio. E siamo fieri perché abbiamo visto la stessa emozione anche negli occhi di chi ha ascoltato la nostra storia per la prima volta». Nell’operazione sono stati investiti complessivamente tre milioni e mezzo di euro, oltre due dei quali ottenuti anche grazie all’aiuto di Fondazione di Comunità, presente ieri all’Expo, determinante nella predisposizione del piano industriale e nel lungo e complicato lavoro di attrazione di capitali. Strategico, pure l’accesso al microcredito per le imprese reso possibile dal Movimento 5 stelle siciliano, che ha messo a disposizione parte delle indennità dei suoi deputati regionali. 


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