Il leader di Confindustria Palermo e la coalizione che supporta la sua candidatura alla presidenza dell'ente camerale chiedono l'accesso agli atti e controlli anche su Confcommercio e Cidec. L'obiettivo è la riassegnazione dei seggi e, in futuro, la creazione di un apparentamento in vista delle elezioni
La battaglia per la Camera di Commercio Albanese: «Verificare iscritti associazioni»
«Trasparenza sui numeri delle associazioni» per «resettare tutto» e «ripartire». La telenovela per il rinnovo dell’organigramma della Camera di Commercio si arricchisce di una nuova puntata. Il presidente di Confindustria Palermo Alessandro Albanese, a un anno esatto dall’arresto di Roberto Helg, convoca i giornalisti per ribattere punto su punto alle accuse della presidente di Confcommercio Palermo. Al suo fianco i rappresentanti delle 14 associazioni della coalizione che sostiene la sua candidatura alla presidenza dell’ente camerale: Asstra Sicilia, Casartigiani Palermo, Cna Enna, Cna Palermo, Confartigianato Enna, Confartigianato Palermo, Confcooperative Caltanissetta e Enna, Confcooperative Palermo, Confesercenti Enna, Confesercenti Palermo, Confindustria Centro Sicilia, Confindustria Palermo, Fittel Sicilia, Lega delle Cooperative Palermo.
Le elezioni dell’ente di via Emerico Amari, com’è noto, si sono trasformate in un’autentica battaglia con l’altra fazione guidata da Confcommercio e Cidec, che ha presentato una querela-denuncia sul caso Confimpresa Euromed e un ricorso al Tar. Oggi la Camera di Commercio è commissariata ma, quando sarà eletto, il nuovo presidente sarà l’ago della bilancia tra la Provincia commissariata e il Comune nel consiglio di amministrazione della Gesap. Un voto delicato, dunque, che sta scatenando una montagna di polemiche. La Regione aveva già assegnato i seggi ma dopo l’attacco di Patrizia Di Dio, leader di Confcommercio, Confimpresa aveva rinunciato ai suoi 6 seggi.
Nel frattempo però sono cambiate le carte in tavola. Confartigianato, Confesercenti, Cna e Casartigiani, apparentate con Confcommercio fino a due settimane fa, adesso vogliono legarsi a Confindustria e hanno dato mandato ai legali di sciogliere in via ufficiale l’attuale apparentamento. La nuova alleanza con Confindustria, però, non scatta automaticamente. Prima la Regione Siciliana deve prendere atto del mutamento degli schieramenti in campo, annullare le vecchie procedure con un decreto di autotutela e procedere alla riassegnazione dei seggi. Tutto tornerebbe in discussione per l’ennesima volta, è vero, ma senza un intervento dell’assessorato Attività Produttive la situazione di stallo rischia di bloccare l’elezione degli organismi della nuova Camera di Commercio di Palermo ed Enna, aprendo la strada ad altri ricorsi. Del resto finora i dubbi sulla regolarità delle procedure sono stati lanciati da tutte le parti in causa. Adesso anche Confindustria e i suoi alleati, infatti, hanno chiesto l’accesso agli atti e verifiche a tappeto sugli iscritti di tutte le associazioni.
«Anche in Cidec e Confcommercio ci sono state cose poco chiare – attacca Mario Attinasi di Confesercenti – e noi vogliamo chiarezza. Dopo l’arresto di Helg Palermo aveva bisogno di ben altro, non certo di queste beghe. Siamo disposti a ripartire con un nuovo conteggio dei seggi. Quando avevamo siglato l’apparentamento con Confcommercio ci era stato promesso che il candidato alla presidenza della Camera non sarebbe stato anche il presidente di Confcommercio, com’era successo per anni con Helg. In quel momento, infatti, il candidato era Salvatore Diliberto. Poi hanno cambiato idea. Inoltre, secondo quanto riportato dalla stampa – conclude Attinasi -, Confcommercio avrebbe cercato un accordo proprio con Confimpresa. A quel punto non c’erano più i presupposti di un’alleanza». Anche Maurizio Pucceri di Casartigiani conferma che «la rottura con Cidec e Confcommercio nasce dopo la notizia, uscita sui giornali, che Confcommercio avrebbe cercato accordi segreti con altri senza informarci. È inaccettabile».
Quello di Palermo non è un caso isolato: anche gli altri enti camerali della Sicilia stanno vivendo una stagione di veleni. «Chiediamo trasparenza sui numeri di tutte le associazioni – afferma Albanese -, a partire dalle nostre ovviamente. Bisogna resettare tutto e vanno riviste anche le dichiarazioni in termini di rappresentatività. La Camera di Commercio non è un luogo per fare campagna elettorale. Vogliamo un progetto di rilancio e chiarezza sul modello di gestione della Camera, sui dati e sulla rappresentatività». Nunzio Reina di Confartigianato chiarisce invece che «la nostra non è una corsa alle poltrone. L’unica poltrona che voglio salvare è quella della mia attività di barbiere. Mi chiedo perché le denunce di Patrizia Di Dio arrivino solo ora». Reina dubita che la nuova Camera di Commercio, che vede l’accorpamento con Enna, avrà vita facile dal punto di vista finanziario: «Il diritto camerale è stato tagliato del 50 per cento e sono convinto che sorgeranno gravissimi problemi di gestione».
Per Filippo Parrino di Legacoop «nessuno può impadronirsi dei termini ‘legalità’ e ‘trasparenza’. Oggi ufficializziamo la fine dell’apparentamento con Confcommercio e chiediamo di sospendere le procedure. La Camera di Commercio non ha soldi pubblici, è totalmente finanziata dalle imprese e alle imprese dobbiamo rispondere. Questo clima – conclude – non ci sta bene». Sebastiano Canzonieri di Cna sostiene invece di «non temere alcun atto ispettivo, ma i ricorsi fanno solo perdere tempo mentre le imprese hanno bisogno di un ente efficace».