La domanda c’è ed è pressante. Basta vedere il numero di aspiranti medici che ogni anno rimangono fuori dai corsi di laurea degli atenei siciliani causa numero chiuso, e quelli che emigrano. Senza dimenticare la carenza di camici bianchi nell’Isola. La volontà politica c’è pure, adesso messa nero su bianco in una delibera della Regione. Così come c’è il supporto di tutto il mondo accademico siciliano. L’apertura del nuovo corso di Medicina dell’università Kore di Enna sembra davvero a un passo. La palla è passata nelle mani del ministero dell’Istruzione e di una serie di organi collegiali che dovranno valutare la bontà dell’offerta. Ma, dopo un lungo percorso, la nascita del quarto polo sanitario dell’Isola potrebbe diventare presto realtà. I più ottimisti sperano già dal prossimo anno 2019/20, mal che vada da quello dopo. «Abbiamo fatto tutti gli adempimenti necessari per iniziare già dall’autunno – spiega il rettore della Kore Gianni Puglisi – ma i tempi non dipendono solo da noi».
Il progetto va avanti col supporto di tutti e quattro gli atenei siciliani (oltre alla stessa Kore, anche Palermo, Catania e Messina). «Non possiamo che sostenere la Kore – spiega Fabrizio Micari, rettore dell’università panormita – vista la fortissima richiesta». Sul tavolo dell’assessore alla Salute Ruggero Razza è arrivata l’unanimità del Comitato dei rettori universitari siciliani. E pochi giorni fa la giunta regionale ha approvato una delibera che dà mandato al presidente Nello Musumeci di sottoscrivere l’accordo di programma interistituzionale con la Kore, gli altri atenei e il Miur, documento in via di definizione e passo decisivo verso il via ufficiale. D’altronde il contributo della Regione sarà fondamentale, perché dovrà mettere a disposizione le strutture ospedaliere. E qui si apre un altro capitolo: assodato che, come recita la delibera, la sede amministrativa del nuovo corso di laurea sarà a Enna, prende sempre più corpo l’ipotesi che invece per la sede operativa venga scelta Caltanissetta.
In questa direzione va l’assessore Razza. «Il mio auspicio – ha detto Razza – è che la Kore, riscoprendo la sua natura di università della Sicilia centrale, voglia scegliere come sede la città di Caltanissetta. In questo senso ho già manifestato al rettore Puglisi e al presidente Salerno, ed è anche agli atti della giunta, la nostra disponibilità a predisporre un piano di riutilizzo del Cefpas che si trova in un’area confinante con l’ospedale di Caltanissetta che la nostra programmazione ha individuato come hub dell’area». Sulla stessa linea anche il rettore della Kore. «La sinergia con Caltanissetta ci deve essere – ribadisce Puglisi a MeridioNews – Io credo, ma questo al momento è una mia opinione personale, che Caltanissetta possa diventare anche la sede didattica e operativa del corso di Medicina».
Se così fosse si eviterebbe anche la coesistenza nella stessa città, Enna, del nuovo corso con quello della fondazione Proserpina di Mirello Crisafulli. Attivo da ormai quattro anni, si tratta di un corso di laurea in Medicina che permette agli studenti di ottenere il titolo di studio rumeno, essendo a tutti gli effetti sede distaccata dell’ateneo di Dunărea de Jos. «Sono due cose completamente diverse», si affrettano a sottolineare tutti i diretti interessati. Lo stesso ex senatore Crisafulli, contattato da MeridioNews, sbotta: «Ma a me che cazzo mi interessa? Non capisco perché adesso siete tutti preoccupati della mia eventuale preoccupazione. Mi fa piacere se apre il nuovo corso di laurea, non siamo mica concorrenti. Da noi i test d’ingresso sono successivi e parteciperà chi non entrerà in quelli nazionali».
Ottenuto il via libera anche del Miur, il nuovo corso di laurea della Kore, università pubblica ma non statale, dovrà sottostare a tutte le regole vigenti per le università pubbliche: numero chiuso e una stringente proporzione tra docenti e studenti. Si inizierà con 60 posti e 18 professori, questo impongono le normative ministeriali. Chi passerà i test d’ingresso, trattandosi comunque di un’università privata, dovrà pagare una retta superiore a quella dei colleghi di Palermo, Catania e Messina. Come già accade per chi frequenta gli altri corsi di laurea della Kore. «Per quest’operazione non ci sarà nessun finanziamento pubblico – spiega Cataldo Salerno, presidente della Kore – altrimenti tutto si sarebbe complicato perché sarebbe entrato in gioco il ministero dell’Economia».
Sarà dunque la stessa Kore a pagare i docenti che, per metà saranno interni all’ateneo ennese, e per metà verranno prestati dalle altre tre università siciliane a seguito di una convenzione. «C’è un bisogno fortissimo – sottolinea il rettore Puglisi – che si evince dai tanti studenti che emigrano o scelgono altre facoltà. E poi – conclude lanciando una stoccata senza citare nessuno – il comitato regionale dei rettori ha fatto le sue valutazioni alla luce di altre spinte in giro per l’Italia che provano a dare risposte a questo bisogno, ma che non sono né qualificate né qualificanti».
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