Karusu, una storia di Sicilia di Nino Buzz Produzione low cost e niscemesi come attori

Si intitola Karusu, ovvero ragazzo, ed è la storia di una famiglia siciliana che deve lottare contro soprusi e malavita organizzata. Ma è anche il primo film del giovane di Niscemi Antonino Buzzone, in arte Nino Buzz.

Un progetto nato in America, a Los Angeles, dove Nino si è trasferito subito dopo la laurea in Arti e spettacolo conseguita all’Università Cattolica di Milano e dopo un ulteriore corso di studio di due anni alla Ucla, la University of California, Los Angeles. «Sono partito perché volevo andare a Hollywood, la patria del cinema americano, poi ho iniziato a lavorare in questo mondo, mi è piaciuto sempre più e sono rimasto qui», racconta.

Dopo qualche anno di rodaggio e quindi dopo avere lavorato sia per alcune case di produzione che creato produzioni proprie, come la miniserie per youtube A gay walks into a bar, nel 2012, insieme all’amico e co-direttore della miniserie Peter Vass, decide di scommettere su se sesso per qualcosa di più impegnativo: un film. «La storia l’avevo in mente da tempo – racconta – ma più che altro si è trattato di un esperimento». Le intenzioni, infatti, hanno dovuto scontrarsi con una serie di problemi così, un po’ per il tempo a disposizione, un po’ per gli attori non professionisti, un po’ per la sceneggiatura troppo corta, un po’ perché la prima versione «risultava un po’noiosa e lenta», come dice lo stesso Buzzone e un po’ anche per il budget a disposizione, il film è stato accorciato fino a 50 minuti. «Ma mi piacerebbe che fosse il primo atto di una trilogia», afferma il regista, nonché sceneggiatore e montatore di Karusu.

È la storia di Nino e della sua famiglia di contadini, proprietaria di un terreno a Niscemi, il paesino in provincia di Caltanissetta diventato famoso per via del Muos. E costretta a subire angherie, minacce e soprusi da alcuni imprenditori mafiosi che vogliono costruire un aeroporto e per questo vogliono la loro terra. Una classica storia di intrecci e di rapporti familiari, di soldi, di tradimenti e di rapporti corrotti in cui la terra, la Sicilia, ha un ruolo fondamentale. «Ma non è una storia di mafia- tiene a precisare Buzz – è piuttosto una storia verosimile in Sicilia». La storia ha un sapore antico, ma antico e moderno si mescolano continuamente. «Ho cercato di mantenere una linea classica con grandi panorami e musiche tipiche siciliane, per altro composte apposta per me da Saverio Rapezzi. Ma se la storia è classica – afferma Buzzone – il montaggio e la  fotografia sono moderni».

Tre i mesi per la stesura della sceneggiatura, che all’inizio era di sole 60 pagine, ma è stata completata in corso d’opera. 14 i giorni di girato e cinque i mesi di montaggio. 25 gli attori, comparse comprese, di cui soltanto tre professionisti, e duemila euro il budget a disposizione per l’opera prima Karusu del giovane regista niscemese. «In molti mi hanno aiutato, non ho pagato nessuno e quasi nulla e gli unici a sovvenzionarmi sono stati i miei genitori, gli angeli del film», spiega. Oltre Peter Vass anche Lillo Vaccaro, amico di Buzzone, ha avuto un ruolo importante. «Non solo è un attore professionista, mi ha aiutato con lo spoglio della sceneggiatura, ovvero l’analisi tecnica e nella stesura del testo in doppia lingua: inglese e italiano, oltre all’organizzazione in loco prima del mio arrivo», dice.

Gli attori sono quasi tutti niscemesi e non professionisti. Solo Lillo Vaccaro e Giuseppe Iacono, il primo di Naro, in provincia di Agrigento, il secondo di Napoli, non sono del posto. Il loro contributo, insieme a quello dell’attrice niscemese Eleonora Li Puma, «è stato fondamentale, perché nessuno degli altri attori aveva mai recitato e loro hanno fatto anche un po’ di training, oltre a recitare in prima persona». I niscemesi stessi, infatti, sono diventati attori. Scelti soprattutto per le loro caratteristiche fisiche, convincerli non sembra essere stato difficile. «Nessuno mi ha detto no. Il paese è piccolo e anche se non direttamente ci conosciamo più o meno tutti e questo ha aiutato molto – spiega – e un po’ anche il fatto l’idea che fosse qualcosa legato all’America».

Ultimato il montaggio negli States, da pochi giorni Nino Buzzone è in Sicilia per presentare ai suoi concittadini il frutto del lavoro. È per stasera al centro socio culturale Totò Liardo di Niscemi, alle 18 e con proiezioni successive ogni ora e mezza fino a mezzanotte, infatti, la prima del film. «Ma vorrei farlo vedere soprattutto all’estero, ecco perché è in doppia lingua». A questo Buzzone associa anche un altro scopo: «Vorrei che con Karusu si capisse che non sono troppo importanti i soldi, perché insieme, con la collaborazione con altri film makers, è possibile creare prodotti di qualità e magari nuovi canali di distribuzione».

 


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È la prima fatica del giovane regista Antonino Buzzone. Una classica vicenda siciliana, in cui si intrecciano gli affari di una famiglia di Niscemi, e i rapporti corrotti tra mafia e imprenditori. Ma se la storia è classica, «montaggio e fotografia sono moderni», dice l’autore, che è anche sceneggiatore e montatore. Interpretato da attori niscemesi non professionisti, l’idea del film è nata in America, con un budget di soli duemila euro e il sogno di creare nuovi canali di distribuzione indipendenti. La prima sarà questa sera, proprio nella città del movimento No Muos

È la prima fatica del giovane regista Antonino Buzzone. Una classica vicenda siciliana, in cui si intrecciano gli affari di una famiglia di Niscemi, e i rapporti corrotti tra mafia e imprenditori. Ma se la storia è classica, «montaggio e fotografia sono moderni», dice l’autore, che è anche sceneggiatore e montatore. Interpretato da attori niscemesi non professionisti, l’idea del film è nata in America, con un budget di soli duemila euro e il sogno di creare nuovi canali di distribuzione indipendenti. La prima sarà questa sera, proprio nella città del movimento No Muos

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