«Se il documento doveva servire, come sostengono i consiglieri firmatari, a creare un clima di maggiore collaborazione e a stemperare i toni, li ha invece accesi». Così Emanuele Giacalone, presidente della IV circoscrizione etnea – che comprende i quartieri di San Giovanni Galermo, Trappeto e Cibali – commenta il documento protocollato in Comune con cui nove consiglieri su 12 – di opposizione e maggioranza – lo richiamano a una più tempestiva comunicazione con il consiglio sulle iniziative intraprese per il territorio. «Mi sembra piuttosto che ci sia qualche consigliere che vuole dirmi come devo comportarmi, cosa posso fare e cosa non – continua Giacalone – Ma nessuno può influire nell’esercizio delle mie funzioni, disciplinate da un regolamento». Il riferimento è al consigliere Erio Buceti – in quota Tutti per Catania, insediatosi a luglio su decisione del Tar – che ha spiegato a CTzen del documento.
«Non condividiamo il modo di operare del presidente e del suo ufficio spiegava Buceti Spesso ci siamo ritrovati ad apprendere delle iniziative sul territorio attraverso comunicati stampa e commenti sui social network, e questo non può essere né condivisibile né avallato». «Si consiglia al consigliere Buceti di leggere bene il regolamento prima di lanciare generiche accuse», risponde oggi Giacalone. Che bolla come «falsità» le affermazioni di Buceti e sottolinea come «una maggiore e celere comunicazione non sia prevista nel regolamento, quindi teoricamente non dovuta, ma in tutti i casi sempre data».
«A volte, quando viene fatto un intervento di manutenzione, alcuni consiglieri sono presenti e poi lo raccontano su Facebook – continua il presidente della IV circoscrizione – Il problema è quindi l’iperattivismo di alcuni? Io al Comune chiedo un intervento e non mi interessa sapere esattamente quando verrà fatto. Mi interessa solo che venga svolto. Se poi un altro consigliere passa, vede gli operai e mi chiama…». Secondo Giacalone, lo scontro non si basa quindi sulla trasparenza. «Anzi, è Buceti che più volte ha cercato, mettendo in imbarazzo alcuni dipendenti, di prendersi prerogative che spettano al presidente», sottolinea.
Un esempio su tutti, lunedì scorso. «Buceti mi aveva chiesto la possibilità di invitare in consiglio Salvo Pogliese, un suo deputato (di destra, ndr), in occasione della sua mozione per l’intitolazione dell’aula consigliare a Falcone e Borsellino – racconta Giacalone – Io ho accettato con piacere perché comunque si tratta di un rappresentante delle istituzioni, gli dato spazio e visibilità, gli ho fatto prendere la targa anziché prenderla io. Due giorni dopo, arriva questo documento». Quello che verrà dopo questo scontro è chiaro per Giacalone: «Io avrò le mie colpe, non dico di non sbagliare mai, tra cui quella di aver detto sempre che non esistono centrodestra o centrosinistra ma solo la municipalità – continua – Ora invece inizierò a fare il presidente di centrosinistra». E sui suoi colleghi di maggioranza che hanno firmato un documento che sapeva di sfiducia commenta: «Credo che non tutti abbiano letto attentamente, forse non si sono resi conto di cosa c’era scritto».
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