L'area cittadina si popola di famiglie, insegnanti ed educatori, riuniti in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza per fare in modo che la legge sul tema possa al più presto passare anche lo step del Senato. E intanto c’è chi aderisce a uno sciopero della fame facendo pressing sulle istituzioni
Ius soli e ius culturae, sit-in in piazza Verdi «Per nuove generazioni è già un’evidenza»
Sono tantissime le persone riunite a piazza Verdi per prendere parte alla campagna di sensibilizzazione sui temi della cittadinanza attraverso un sit- in che, in questo momento, si sta svolgendo contemporaneamente in altre importanti piazze italiane. Un appuntamento molto sentito e partecipato, organizzato non a caso in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, e che arriva dopo un mese di mobilitazione continua terminata il 3 novembre. Un argomento più attuale e sentito che mai, quello dello ius soli ma anche dello ius culturae, lanciato in prima battuta dal maestro elementare Franco Lorenzoni e dalla casa-laboratorio Cenci di Terni, e che ha portato insegnanti ed educatori ad aderire a uno sciopero della fame.
«Il digiuno come mezzo per spingere la legge sull’argomento, dato che è passata alla Camera ma resta ancora in attesa della decisione in Senato», spiega Gilda Terranova, insegnante della scuola media Amari-Roncalli-Ferrara. Per seguire in diretta come si stanno svolgendo anche i presidi nelle altre città è stata attivata la pagina Facebook Insegnanti per la cittadinanza, per rimanere tutti connessi e aggiornati. «Questo è una tematica importantissima e che è già entrata a pipeno titolo nelle aule scolastiche – torna a dire la maestra -. I ragazzi del resto sono almeno vent’anni che si sono abituati ad avere compagni stranieri, quindi per loro è una cosa abbastanza naturale, lo stupore al contrario è stato constatare che molti compagni ancora non hanno la cittadinanza italiana».
Ne sa qualcosa anche Totò Cavaleri, educatore e papà: «Penso alla scuola che frequenta mia figlia, in cui su una classe di venti bambini meno della metà hanno entrambi i genitori nati in Italia. E penso che in quella scuola in generale e in quella classe in particolare ci siano quindi tutti bambini nati in Italia allo stesso modo, ma non tutti cittadini allo stesso modo – constata l’uomo -. Questo è il primo contatto con un’ingiustizia normativa che va immediatamente sanata». È categorico Cavaleri, convinto che la questione dello ius soli sia di primaria importanza soprattutto per chi, come lui, svolge il ruolo di educatore, di chi ha quotidianamente a che fare con i minori, o per chi, molto semplicemente è genitore. «Per le nuove generazioni non è una questione, è piuttosto un’evidenza, il cambio e la trasformazione del tessuto sociale per loro sono state qualcosa di assolutamente naturale».