Un risultato già scritto ma che non smette di suscitare polemiche. Si tratta dell’elezione che riconferma Giusy Infantino come coordinatrice provinciale Catania di Italia Viva, il partito dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Insieme a lei, dal congresso di domenica che ha determinato le cariche della compagine politica su tutto il territorio nazionale compresa l’elezione di Renzi a segretario, è stato indicato Giuliano Mulè come presidente del coordinamento della città metropolitana. «Infantino ha spaccato Italia Viva con il 52 per cento dei voti e quindi non può condurre il partito mentre Mulè ha preso solo il 59 per cento dei voti. Questo è un chiaro fallimento del partito perché Italia Viva Catania risulta spaccata in due e gli iscritti al partito non possono accettare questo tipo di candidatura» dichiara attraverso una nota stampa Carmelo Finocchiaro, ex vice coordinatore provinciale del partito.
Stando ai dati ufficiali di Italia Viva gli aventi diritto in provincia di Catania erano 474 e a votare, nei tre seggi, sono stati in 270 e di questi 233 hanno scelto Infantino. «Non c’era un quorum da raggiungere e per candidarsi, sia al provinciale che al coordinamento metropolitano, c’era bisogno di una Pec e poche firme ma chi mi attacca ha scelto di non prendere parte alla competizione. Io – spiega Infantino a MeridioNews – mi sono già messa a lavoro per il partito e posso dirmi assolutamente serena del mio operato. Domenica tante persone mi hanno raggiunta in sede per mostrarmi il loro sostegno e cominciare un percorso condiviso che ha già avuto la disponibilità della senatrice Dafne Musolino». «Siamo delusi per il fatto che a Catania non ci sia stato dibattito politico. Questa situazione è frutto di una politica congelata ed è per questo motivo che Italia Viva a Catania non esiste. Sicuramente per non dare fastidio a qualcuno degli attori locali della scena politica, su questo chiediamo un chiarimento ai vertici nazionali», aggiunge nella nota David Bonaventura, coordinatore del Comitato Crescita Catania. «Non conosco Bonaventura – replica Infantino – se non per il fatto che si sia candidato alle ultime amministrative a Catania raccogliendo 83 consensi».
Ultimo passaggio quello del dato relativo al seggio di Mineo. «Se l’attuale coordinamento si aspettava un risultato plebiscitario è rimasto deluso perché, a causa della sua inerzia politica, neanche nel Comune di Mineo, dove risiedono i concittadini di Infantino, l’hanno votata, pur essendo candidata unica», spiega Antonella Morabito, componente dimissionaria del coordinamento uscente. «Le percentuali non sono quelle riferite – conclude Infantino – A Mineo su 115 votanti tutti i consensi sono stati per me e in quel seggio si recavano anche gli iscritti nei Comuni di Palagonia, Grammichele, Licodia Eubea, Raddusa e Vizzini».
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