A Comiso (RG) il "Premio Gesualdo Bufalino" è andato a tre giovani laureati. Ma la vita della Fondazione è minacciata da una politica tendente a non considerare la cultura fattore primario di crescita e di sviluppo della società civile. Ecco un'istituzione da difendere e salvaguardare con l'impegno di tutti
Isole culturali: la ‘Fondazione Gesualdo Bufalino’ di Comiso
Nella cornice elegante e raffinata del Teatro Naselli, sabato 21 gennaio si è svolta a Comiso la cerimonia di premiazione dei vincitori dell’edizione 2005 del “Premio Gesualdo Bufalino”. La collocazione dell’evento all’inizio del 2006 fa sì che questo rappresenti l’avvio di un programma di iniziative attraverso le quali la Fondazione intende ricordare lo scrittore comisano lungo tutto quest’anno nel quale ricorre il decimo anniversario della sua tragica scomparsa.
Ha aperto la manifestazione il Prof. Nunzio Zago, Direttore Scientifico della Fondazione, che ha rivolto un ringraziamento al Sindaco di Comiso, Dott. Giuseppe Digiacomo, al Presidente della Fondazione, Avv. Salvatore Sallemi, e a tutti coloro che hanno reso possibile l’iniziativa e in particolare ai componenti il Comitato Scientifico, che con grande generosità prestano la propria opera per la Fondazione: il Maestro Piero Guccione, il Prof. Giuseppe Traina dell’Università di Catania e i due nuovi Componenti, il Dott. Giuseppe Pitrolo, giovane critico letterario e il Dott. Matteo Collura, giornalista del Corriere della Sera, entrati a far parte del Comitato al posto del Prof. Nigro e del Maestro Claudio Abbado, ai quali è andato un particolare ringraziamento per l’opera prestata.
Il legittimo compiacimento per essere riusciti per la terza volta ad assegnare il Premio non ha impedito alcune considerazioni amare sulla penalizzazione della cultura conseguente al taglio dei fondi destinati ad iniziative culturali operato dai governi nazionale e regionale. La vita stessa della Fondazione è minacciata da una politica tendente a non considerare la cultura fattore primario di crescita e di sviluppo della società civile.
Tra le molteplici attività della Fondazione, quelle divulgative, ma anche quelle scientifiche ed editoriali, di documentazione bibliografica e filologica, tutte volte a tenere acceso il ricordo della figura e dell’opera di Gesualdo Bufalino e ad esplorarne sempre meglio la fisionomia intellettuale e le qualità artistiche, il “Premio” – ha detto il Prof. Zago – è certamente quella più significativa perché specificamente destinata ai giovani studiosi che decidono di laurearsi con una tesi sullo scrittore comisano o di sceglierlo dopo la laurea come argomento della tesi di dottorato, primo passo d’obbligo per chi voglia dedicarsi alla difficile carriera della ricerca scientifica.
Tutte e tre le edizioni del Premio finora svolte hanno dimostrato come la figura di Bufalino si trovi al centro di un ampio e costante interesse diffuso su tutto il territorio nazionale tra gli studiosi e gli studenti delle facoltà di lettere, ma anche di letterature straniere e di altre facoltà. L’interesse su un piano più propriamente scientifico è confermato pure da due volumi freschi di stampa apparsi nella collana del Dipartimento Interdisciplinare di Studi Europei dell’Università di Catania diretto dal Prof. Giuseppe Savoca. Dunque – ha concluso il Prof. Zago – “Bufalino è stato uno degli interpreti più lucidi e geniali della tarda modernità”, la cui opera non smette di porre interrogativi a dieci anni dalla tragica morte e nonostante l’apparente disinteresse dei mezzi di informazione di massa.
Dopo gli interventi del Sindaco Giuseppe Digiacomo, dell’Avv. Salvatore Sallemi e del Dott. Matteo Collura, Nunzio Zago ha dato lettura della motivazione con la quale la Giuria ha deciso di conferire il premio ex aequo a Giuseppe Guido Bonanno per la tesi di Dottorato presso l’Università di Catania su “La poetica di Gesualdo Bufalino”; a Graziano Bruno Cristello laureatosi presso l’Università di Cosenza con una tesi intitolata “Arcipelago Bufalino: verso una scrittura come mise en abîme”; a Giovanni Digiacomo per la tesi di laurea discussa presso l’Università di Catania dal titolo “Il labirinto degli specchi. Forme della metanarrazione in Gesualdo Bufalino”, perché “in vario modo testimoniano il crescente interesse da parte dei giovani studiosi per gli aspetti metaletterari, segnatamente postmoderni e sia pure di un postmodernismo critico tutto sui generis, dell’opera di Bufalino. In particolare la tesi di Bonanno sottolinea persuasivamente la continuità della ricerca bufaliniana a partire dagli scritti giovanili. La tesi di Cristello sviluppa originalmente il tema della mise en abîm come chiave di lettura dell’intero corpus bufaliniano. La tesi di Digiacomo collega tale ricerca alle prospettive narratologiche più recenti non solo europee”.
Tra gli applausi del pubblico intervenuto, il premio è stato consegnato ai tre vincitori dallo scrittore Matteo Collura.
I ringraziamenti alla Fondazione da parte dei tre premiati hanno concluso la manifestazione.
Ho voluto chiedere ai tre vincitori se fosse loro intenzione proseguire nell’attività di ricerca. Giuseppe Guido Bonanno, neo dottore di ricerca, ha sottolineato come la condizione dell’Università italiana non offra opportunità concrete di inserimento per proseguire nell’attività scientifica, soprattutto per quel che riguarda il campo degli studi umanistici e, dunque, tale situazione ha reso inevitabile la scelta di entrare in un settore diverso, la pubblicità, proprio per motivi di ordine pratico. Giovanni Digiacomo, che ha appena concluso un master in giornalismo spera di poter avere qualche opportunità di inserimento nel mondo dell’informazione, mentre le ambizioni di Graziano Bruno Cristello sono rivolte al mondo dell’editoria.
Mi sembra inevitabile, tirando le somme, considerare amaramente come non ci possa essere, in queste condizioni nel nostro Paese, un futuro possibile per la cultura e la ricerca. Isole culturali come la “Fondazione Gesualdo Bufalino” vanno salvaguardate e difese con l’impegno di tutti, ma il pericolo più grande è che al lassismo e al disinteresse delle amministrazioni e dei governi segua quello della maggioranza dei cittadini.
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CHI ERA GESUALDO BUFALINO
Nato a Comiso nel 1920 il poeta e scrittore Gesualdo Bufalino si è rivelato tardivamente al mondo letterario con il romanzo Diceria dell’untore pubblicato nel 1981, all’età di 61 anni, divenendo immediatamente un autentico caso letterario culminato col conferimento del premio Campiello. Grazie anche al padre, un fabbro con una gran passione per la lettura, che riuscì a trasmettergli l’amore per la letteratura, Bufalino manifestò assai presto la sua vocazione letteraria. Malgrado alcune significative esperienze giovanili, optò ben presto per una vita semplice e ritirata, dedita alla ricerca interiore e all’insegnamento sino alla pensione presso l’Istituto Magistrale di Vittoria.
Tra le sue principali opere ricordiamo: L’amaro miele, raccolta di poesie (1982), Argo il cieco (1984), L’uomo invaso (1986), Le menzogne della notte (1988) premio Strega, la raccolta di aforismi Il malpensante (1987) e infine Il matrimonio illustrato (1989), scritto in collaborazione con la moglie. Gesualdo Bufalino è morto a Comiso nel giugno 1996, a causa di un drammatico incidente stradale.
Ulteriori notizie sull’attività della FONDAZIONE GESUALDO BUFALINO
link http://www.comune.comiso.rg.it/enti/f_bufalino/index.php