Iscrizione all’albo che non c’è Il Comune tenta la corsa al riparo

Ieri mattina 26 associazioni catanesi hanno consegnato all’ufficio protocollo del Comune di Catania una richiesta formale di iscrizione all’Albo comunale delle associazioni. Una pratica necessaria – prevista dall’articolo 41 dello statuto – perché anche le associazioni, come i liberi cittadini, possano partecipare attivamente alla vita politica della città. Pura burocrazia, se non che l’albo non risulta essere ancora operativo. E, d’altra parte, lo stesso regolamento per la partecipazione democratica è stato approvato dal consiglio comunale soltanto lo scorso 25 ottobre 2010. Dopo un’attesa di circa 15 anni.

«La nostra richiesta vuole essere provocatoria, perché sappiamo che non esiste nessun albo – dice Mirko Viola del comitato cittadino Noi decidiamo e promotore dell’iniziativa – Ma anche propositiva». «Con l’istituzione dell’albo infatti anche le associazioni, e non solo i liberi cittadini, possono partecipare attivamente alla vita amministrativa della città» spiega. Ancora nessun riconoscimento invece per Città insieme, Agesci, Akkuaria, Arci, Artists and creatives, Asaec, Asaae, Ashram (Multikulti), Centro Astalli, Cives pro civitate, Comitato per i diritti civili Catania, Comitato porto del sole, Etna ‘ngeniusa, Gapa, Gas tapallara, Greenpeace (gruppo locale di Catania), Italia nostra, Laboratorio della politica, La città felice, Legambiente, Liotro, Manitese Sicilia, Polis, Rita Atria, The hub Sicilia e Wwf Catania. Tra le più note e coinvolte nella vita sociale della città.

Diritto di udienza, di presentare istanze, schemi di deliberazione, petizioni e diritto di referendum popolare sono gli strumenti riconosciuti dallo statuto comunale. Il loro iter di presentazione si semplifica se richiesti da cittadini organizzati in associazioni. Come le petizioni, ad esempio, che possono essere presentate da un numero non inferiore a 500 cittadini oppure da tre associazioni. Purché iscritte all’albo, appunto.

«Non so se non sia mai stato istituito» ammette Marco Consoli, presidente del consiglio comunale. «Controllerò – promette – E, se così fosse, presenteremo richiesta formale al sindaco perché si proceda subito». «È assurdo che ancora non ci sia – conclude – E’ doveroso da parte nostra porre rimedio».

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