«Su oltre 1700 dirigenti regionali c’erano figure adeguate a ricoprire il ruolo di segretario generale». A sostenerlo è Silvana Balletta, la presidente Dirsi, l’associazione-sindacato dei dirigenti regionali, dopo la notizia dell’invito a dedurre inoltrato dalla Corte dei Conti nei confronti degli ex presidenti Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta, e di numerosi assessori dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni. La vicenda riguarda la nomina di Patrizia Monterosso a segretaria generale, una scelta fatta nel 2012 da Lombardo e successivamente prima confermata e poi rinnovata da Crocetta. Il tutto, però, attraverso delibere che i magistrati contabili ipotizzano possano essere state illegittime.
Il nodo principale riguarda la mancata verifica delle risorse interne alla burocrazia regionale. «Sia Lombardo che Crocetta agirono senza badare ai dirigenti che erano già in carico alla Regione – spiega Balletta -. Noi abbiamo fatto un primo esposto nel 2013 e un altro nel 2016, quando Monterosso ha ricevuto il rinnovo del contratto a tempo determinato che era in scadenza. C’è anche un ricorso in atto al Tar di Palermo che attende da tempo di essere preso in esame». Balletta non esita a ribadire che le procedure seguite dai governi negli ultimi cinque anni non sarebbero state corrette. E aggiunge un altro elemento a sostegno della tesi secondo cui la superburocrate non avrebbe potuto svolgere il ruolo di segretario generale. «Nel 2010 Monterosso venne nominata dirigente esterna da Lombardo – continua la presidente di Dirsi – ma a giugno di quell’anno la nomina venne revocata perché in mancanza di adeguati titoli. Ciò significa che anche nel 2004, quando per la prima volta le venne fatto un contratto da dirigente, i requisiti non c’erano e dunque – sottolinea Balletta – non è possibile conteggiare a partire da allora i cinque anni di esperienza necessari a diventare segretaria generale».
Per il procuratore della Corte dei Conti in Sicilia, Gianluca Albo, l’ipotesi di danno erariale è di quasi un milione di euro. Così suddiviso: 52mila euro per Raffaele Lombardo, 394mila per Rosario Crocetta, ottomila euro per gli ex assessori della giunta Lombardo Alessandro Aricò, Marco Venturi, Accursio Gallo, mentre 41mila euro ciascuno vengono ricondotti agli assessori crocettiani della prima parte di legislatura – da Ester Bonafede a Lucia Borsellino, da Nicolò Marino a Patrizia Valenti e Nino Bartolotta. Nel mirino della Corte anche gli ultimi assessori dell’ex sindaco di Gela Vania Contrafatto, Giovanni Pistorio, Baldo Gucciardi e Luisa Lantieri, ai quali è stato presentato un invito a dedurre per 17mila euro. Coinvolta, infine, pure la vicepresidente dell’era Crocetta, Mariella Lo Bello, per la quale l’ipotesi di danno erariale ammonta a 58mila euro.
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