L'assessore regionale alle Infrastrutture e ai trasporti interviene sulla possibilità di introdurre i caselli lungo la A19. La misura rientrerebbe tra quelle previste dalla soppressione del Cas, e la creazione di un gestore unico insieme ad Anas. Ma prima bisognerà attendere gli interventi promessi per 800 milioni di euro
Introdurre i pedaggi sull’autostrada Palermo-Catania Pistorio: «Possibile ma solo dopo l’ammodernamento»
In futuro saremo costretti a pagare l’autostrada per arrivare da Palermo a Catania? Possibile, ma prima bisognerà rimetterla a nuovo e trasformarla in un’arteria di qualità, cosa che al momento non può di certo dirsi dell’A19. Questo, in sintesi, il pensiero dell’assessore regionale alle Infrastrutture e ai trasporti Giovanni Pistorio. L’esponente della giunta Crocetta interviene per chiarire le voci riguardanti una prossima introduzione dei pedaggi.
L’iniziativa rientrerebbe tra le misure previste dalla soppressione del Cas, il Consorzio autostrade siciliane, così come è oggi, per creare un gestore unico delle strade veloci, formato da una commistione tra lo stesso ente e l’Anas. Già nelle scorse settimane, il presidente del Cas, Rosario Faraci, si era detto contento della possibilità di trasformare il consorzio in una società per azioni.
Pistorio, dal canto suo, sottolinea come la questione pedaggi debba essere intesa soltanto come ultimo passaggio di quell’ammodernamento che dovrebbe riguardare la Palermo-Catania, grazie a un investimento di circa 800 milioni. «Abbiamo avviato il procedimento per la costituzione di un unico soggetto gestore delle concessioni autostradali tra Anas e Cas per migliorare la rete e portare il sistema a livelli ottimali – dichiara l’assessore -. La nuova società sarà interamente pubblica – aggiunge -. Faremo investimenti per completare il sistema autostradale. Solo dopo il completamento degli investimenti e la sistemazione della rete si potrà istituire il pedaggio che dovrà essere sostenibile e servirà esclusivamente per mantenere in uno stato ottimale le autostrade. Essendo pubblica la società – conclude Pistorio – non incasserà i pedaggi per fare reddito o profitti ma per gestire la rete nel migliore dei modi».