La ditta di trasporti della zona industriale è stata sequestrata all'imprenditore Vincenzo Ercolano che, secondo la magistratura, aveva acquisito il testimone del padre mafioso. «Abbiamo riaffermato il valore del bene confiscato», afferma Francesca Andreozzi
Intitolata a Pippo Fava la sala conferenze di Geotrans «Il suo esempio è vivo e ci indica la via da seguire»
«Sarà uno spazio messo a disposizione di tutta la collettività, perché i beni confiscati devono e possono essere riutilizzati». Francesca Andreozzi, nipote di Pippo Fava, commenta con soddisfazione l’intitolazione della sala conferenze, all’interno di Geotrans, al giornalista ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984. Stamattina, nella sala in cui erano presenti diverse associazioni, è stato inaugurato il murale – realizzato da Antonio Barbagallo – che rappresenta Fava: un ulteriore passaggio a conferma dello spirito antimafia che muove l’impresa. Geotrans, azienda di trasporti un tempo di proprietà di Vincenzo Ercolano, imprenditore condannato per mafia in primo grado, adesso è curata da un amministratore giudiziario in collaborazione con i circa 30 dipendenti rimasti. Dal sequestro avvenuto nel 2014 alla definitiva confisca del 2019, dopo la condanna per mafia in primo grado del titolare figlio del capomafia Pippo Ercolano, la ditta, che ha sede nella zona industriale catanese, va avanti.
«Attorno a Geotrans ci sono diverse realtà associative composta da Libera, Addiopizzo e Coop e la cooperativa Beppe Montana, Asaec Libero Grassi, Cgil e Fondazione Pippo Fava che hanno dato un supporto e un cambio di rotta – prosegue Andreozzi – Insieme a loro e alle altre realtà che si vorranno avvicinare faremo in modo di creare diverse iniziative. Lunedì inizierà un campo estivo organizzato da Libera. Questa inaugurazione vuole ribadire l’importanza del cambio di rotta che ha intrapreso l’azienda dopo la confisca. E, soprattutto, il buon funzionamento dei beni confiscati. Le imprese libere, senza la mafia, esistono».
L’azienda, adesso, attende gli ultimi passaggi per il passaggio definitivo a cooperativa. Tuttavia, come spiega l’amministratore giudiziario Luciano Modica al nostro giornale, alcuni punti devono essere perfezionati perché la conversione possa avvenire. «Lo stato patrimoniale attuale è in attivo, ma il passaggio a cooperativa da parte dell’agenzia dei beni confiscati non è stato mai contrattualizzato – sottolinea Modica – Prima dovremmo vedere cosa deve essere trasferito e cosa no. Noi vorremmo che durante il passaggio non vengano trasferiti anche altri debiti che non appartengono a questa gestione, non possiamo accettare condizioni proibitive».
Per l’amministratore giudiziario è importante continuare a percorrere la strada maestra «che è quella di rimanere liberi da qualsiasi condizionamento mafioso – commenta – Quest’ultima intitolazione ci ribadisce che l’esperienza e la figura di Pippo Fava continua a essere una guida, un esempio vivo che ci serve da indirizzo. Questa sala conferenze che abbiamo inaugurato è un bene della collettività. Chiunque vorrà, potrà godere di questo spazio».