Tremila candele accese: un rischio troppo alto secondo i vigili del fuoco, che hanno imposto ieri, con una diffida, di far rimuovere le installazioni d'arte del rito che da tre anni viene organizzato da Antonio Presti, presidente di Fiumara d'Arte. «Tutto questo ha ferito me, gli artisti e i bambini coinvolti» Guarda il video
Interrotto il Rito della luce: candele a rischio incendio Presti: «La burocrazia spesso blocca l’arte»
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Rito della luce 2014, organizzato da Fiumara d’Arte all’interno dell’istituto comprensivo Vespucci di Catania, è stato interrotto a seguito di una diffida alla preside da parte dei vigili del fuoco. Le circa tremila candele all’interno dei locali scolastici sono state giudicate pericolose, causa di un elevato rischio di incendio. «La burocrazia, spesso blocca lo slancio dell’arte e dello spirito. Rispetto le istituzioni e le scelte, seppur discutibili, di chi ha impedito tutto questo», ha affermato ieri sera, poco dopo l’interruzione, Antonio Presti, presidente di Fiumara d’Arte.
«Sono perplesso e mi sorprendo per il fatto che il veto sia arrivato la seconda sera del Rito, dopo ben tre edizioni. Un Rito che è stato definito pericoloso per l’incolumità civile, dopo il consenso di tutta la città, che si è stretta intorno a quest’iniziativa con tanta generosità», ha proseguito Presti.
«Quando vuoi proteggere la bellezza spesso c’è resistenza per il valore di differenza.
Tutto questo – prosegue Presti – certamente mi ha ferito, così come ha ferito gli artisti e tutti i bambini coinvolti: perché bloccare una manifestazione catartica, che in questo momento può far riscoprire l’universalità dei valori, è come mortificare un’anima pronta a rigenerarsi. Tutto ciò ovviamente non fa altro che confermare il mio impegno per la città, per i cittadini, per le scuole, le associazioni, i bambini e gli artisti che hanno trovato nel Rito il loro percorso di nutrimento dello spirito. Il rito rinascerà presto in altro luogo di bellezza. Quando c’è bellezza, amore, gioia, non c’è oscurità, tenebra, buio che possa adombrare gli animi. La luce non si spegne neanche quando la fiamma trema, per quel soffio che tenta di soffocare il respiro della devozione», ha concluso il mecenate.