Interrogazione della senatrice Pamela Orrù (PD) sulla gestione degli sbarchi in Sicilia

L’EMERGENZA IMMIGRATI NELLA NOSTRA ISOLA E LA LENTEZZA DELLA DEGLI AIUTI PARE NON INTERESSARE IL GOVERNO RENZI E MEN CHE MENO L’UNIONE EUROPEA

Al collasso il sistema di accoglienza siciliano, i Comuni interessati dagli sbarchi dei migranti non ce la fanno più ed i ritardi nella macchina degli aiuti amplifica il disagio sociale di coloro che arrivano e delle istituzioni locali che ospitano.

Si muove nella logica della concretezza l’iniziativa della senatrice Pamela Orrù, parlamentare trapanese del Partito Democratico, che ha depositato al Senato un’interrogazione diretta al ministro siciliano degli Interni, Angelino Alfano.

Diverse le argomentazioni e tante le domande contenuto nell’atto parlamentare.

Si va dai tempi di riconoscimento dell’asilo politico alla gestione dei minori non accompagnati, dalle strutture presenti sul territorio al non indifferente peso economico che oggi è sulle spalle dei Comuni siciliani interessati dal fenomeno migratorio.

Dunque, mentre a Roma divampa lo scontro politico sull’opportunità di tenere in piedi la dispendiosa esperienza di Mare nostrum, la senatrice del PD, Pamela Orrù, ha preferito sottrarsi alla sterile polemica cimentandosi nel tentativo di inchiodare alle responsabilità il Governo guidato dal leader del suo partito, Matteo Renzi depositando in Senato un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno sull’emergenza degli sbarchi di migranti in Sicilia.

L’iniziativa della parlamentare va nella direzione di dare risposte esaustive ai Sindaci interessati dal fenomeno migratorio ed oggi in grande difficoltà.

In tema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, il cui numero aumenta a dismisura, la parlamentare del PD ha chiesto al ministero dell’Interno di prevedere la “continuità del finanziamento di un fondo nazionale che non gravi sui bilanci dei Comuni e un ponte aereo che consenta il trasferimento dei profughi presso località distinte da quelle oberate dal soccorso e dalla prima accoglienza”.

Per la parlamentare del Partito Democratico, c’è un serio problema di riconoscimento dell’asilo politico i cui tempi sono incompatibili con l’emergenza sbarchi.

La Orrù ha ricordato come con la legge Bossi-Fini siano state istituite sette Commissioni territoriali per il riconoscimento dello ‘status di rifugiato’, attivate a Gorizia, Milano, Roma, Foggia, Siracusa, Crotone e Trapani, a cui successivamente si sono aggiunte quelle di Torino, Bari e Caserta. A causa dell’eccezionale incremento delle domande di asilo, nell’ambito delle Commissioni sono state istituire dieci sezioni: due a Roma, quattro a Siracusa, una a Torino, una a Bari e una a Crotone, una a Trapani, quest’ultima con operatività fino al 31 dicembre 2014.

Va ricordato che Trapani ha competenza sulle domande presentate nelle province di Agrigento, Trapani, Palermo, Messina, Enna ed il tempo di attesa per il riconoscimento dell’asilo politico è stato definito nei giorni scorsi dallo stesso Prefetto di Trapani inaccettabile.

“È palesemente evidente che un territorio come quello trapanese, le cui coste costituiscono uno degli approdi più drammaticamente interessati dagli sbarchi, non può sostenere – dichiara la senatrice Orrù – flussi della portata come quelli degli ultimi tempi in presenza di una sola Commissione per il rilascio dei permessi di soggiorno per le province di Trapani, Agrigento ed Enna, aggravando inevitabilmente tutte le operazioni umanitarie, amministrative e prefettizie”.

La parlamentare, evidenziando come in provincia di Trapani negli ultimi otto mesi si sia passati da 260 a 2500 posti nei centri di prima accoglienza, si è soffermata “sull’inaccettabile ed eccessivo allungamento dei tempi di attesa per le audizioni, che arrivano anche a diciotto mesi, con conseguenti problemi di ordine pubblico oltre all’effetto di limitare i posti di accoglienza.

La senatrice Orrù, attraverso l’interrogazione, ha quindi chiesto di sapere “se il ministro dell’Interno non ritenga necessario prevedere la possibilità di ampliare il numero massimo complessivo previsto per l’intero territorio nazionale delle sezioni costituite presso le Commissioni territoriali, con particolare attenzione alla provincia di Trapani prevedendo contestualmente anche l’aumento del numero dei componenti della Commissione, garantendo così un numero maggiore di audizioni per seduta al fine di ridurre notevolmente i tempi di attesa”.

L’esponente del PD ha anche sollecitando il ministro Alfano ad estendere la “proroga del termine di operatività previsto per il 31 dicembre 2014 per le attuali 10 sezioni per rendere disponibili maggiori posti di accoglienza presso i Centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) in occasione degli sbarchi”.

La Orrù, nella sua interrogazione, ha chiesto anche di “autorizzare il collocamento di coloro che hanno proposto ricorso contro la decisione della Commissione territoriale presso centri situati in altre regioni”.

“Non intendo arretrare di un millimetro il mio impegno politico – ribadisce al nostro giornale la senatrice Orrù – fino a quando non si arriverà ad una regolarizzazione dei flussi di sbarco, una gestione ordinaria dell’asilo politico e del sistema di accoglienza”.

Intanto dobbiamo registrare con amarezza che all’inesorabile ondata di sbarchi verso le coste siciliane da parte di profughi in fuga da guerre e persecuzioni fa da contraltare, si fa per dire, la scandalosa lentezza con la quale le istituzioni, regionali, nazionali e comunitarie stanno affrontando la tragedia di un esodo che ha assunto dimensioni planetarie, tutta sulle spalle del popolo siciliano.

Il sindaco di Porto Empedocle e parlamentare dell’Udc all’Ars, Lillo Firetto, continua a sgolarsi per scuotere i politici a Roma e Bruxelles e parla di numeri insopportabili e di dramma disumano in un gestione degli sbarchi che, a sui parere, appare oramai fuori controllo.

Anche il sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna, gli fa eco sottolineando di una situazione divenuta ingestibile.

Eppure i ritardi sono una costante nella macchina organizzativa che dovrebbe coordinare le attività successive alla fase degli sbarchi.

Un esempio? Lo slittamento della decisione della Conferenza Stato-Regioni sull’accordo quadro per il piano straordinario di accoglienza diretto a tamponare l’emergenza immigrazione, forse al 26 giugno se non addirittura a luglio.

Che vergogna!

 


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