Sul caso di Attilio Manca, il medico presunta vittima di mafia, Antonio Ingroia denuncia «manovre in corso che potrebbero ritardare l'accertamento della verità» anche sulla trattativa Stato-mafia. E fa nomi e cognomi
Ingroia sui candidati a procuratore capo di Palermo «C’è chi ostacola l’accertamento della verità»
Nel quadro della conferenza stampa oggi a Palermo di Antonio Ingroia sul caso di Attilio Manca – il medico presunta vittima di mafia – non sono mancate le considerazioni sugli attuali equilibri della procura di Palermo. Il riferimento è alla gara per andare a occupare il posto di procuratore della Repubblica nel capoluogo siciliano. A un certo punto Ingroia ha detto: «A Palermo in questo momento sono in corso delle manovre che potrebbero ritardare sia l’accertamento della verità sul caso Manca sia sul processo sulla trattativa Stato-mafia, perché le due vicende sono intimamente legate». Come spiegheremo con un successivo approfondimento.
A una precisa domanda di MeridioNews su chi potrebbe essere il procuratore di Palermo che potrebbe avere interesse a ritardare l’eventuale accertamento della verità, Ingoiria ha risposta con una serie di considerazioni piuttosto articolate. Ha cominciato col dipingere l’eventuale arrivo di Guido Lo Forte: «Ricordo che Lo Forte è stato tra i padri del processo sulla trattativa. Ha partecipato attivamente a delineare uno scenario che poi sarebbe sfociato nell’attuale processo. Quindi a creare eventuali problemi non sarebbe lui». Diverso il discorso su Franco Lo Voi: «Che, se non ricordo male, non ha mai manifestato particolare amore verso il processo sulla trattativa. Anzi, sempre se non ricordo male, si è dichiarato scettico su questo procedimento».
Ultimo passaggio sull’attuale procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari, anche lui candidato alla poltrona palermitana. A proposito di Lari, Ingroia ha detto: «È vero, nel passato ci sono state divergenze di opinioni. Ma non mi sento di definirlo un eventuale normalizzatore».