In prima fila all'incontro di ieri con Graziano Delrio, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, l'assessore con delega alle Infrastrutture della giunta Crocetta spiega a CTzen i progetti del governo regionale sul nodo ferroviario di Catania e il collegamento con l'aeroporto. «Mi piacerebbe che la Regione diventi il cervello di coordinamento di tutta la rete dei trasporti: quello pubblico locale, il privato, le ferrovie, i porti, gli aeroporti e le autostrade del mare», sottolinea
Infrastrutture, parla l’assessore Torrisi «Fontanarossa è la grande priorità»
C’era anche Nico Torrisi a fianco del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, ieri a Palazzo degli elefanti. E non poteva essere altrimenti per l’assessore ai Trasporti della giunta del governatore Rosario Crocetta. Troppi i progetti in tutta l’Isola da portare a termine o da iniziare dal principio che hanno bisogno dei finanziamenti europei. Una torta da «180 miliardi di euro nei prossimi sette anni», ha annunciato il numero due del governo Renzi. Delrio è l’uomo scelto dal premier per gestire questo enorme flusso di denaro. In cima alla lista degli interventi su Catania c’è l’adeguamento dell’aeroporto Fontanarossa.
Assessore, il collegamento tra lo scalo aeroportuale, la città di Catania e le altre province che gravitano su Fontanarossa è una delle richieste che ci fa l’Europa. Come pensa la Regione di coordinare questi interventi?
Faremo la nostra parte, anche perché il declassamento dell’aeroporto da parte dell’Europa grida vendetta. L’interramento dei binari è tra le priorità assolute che abbiamo. Ne ho discusso con Delrio per trovare una soluzione comune e nei prossimi giorni incontrerò Mancini (l’ad della Sac, la società che gestisce lo scalo ndr). Sono molto legato alle sorti dell’aeroporto, mi farebbe piacere che Fontanarossa, così come Comiso e tutti gli altri aeroporti della Sicilia, vengano messi in rete. Nel frattempo stiamo lavorando alla risoluzione di una serie di problematiche legate al trasporto ferroviario.
Nei giorni scorsi la giunta regionale ha approvato l’accordo di programma con Ferrovie e Ministero che dà alla Regione la gestione dei servizi ferroviari in Sicilia. Che conseguenze ci saranno?
È un risultato importante che dovrebbe portare alla firma del contratto di servizio del sistema ferroviario. Mi piacerebbe che la regione diventi adesso il cervello di coordinamento di tutta la rete dei trasporti: quello pubblico locale, il privato, le ferrovie, i porti, gli aeroporti e le autostrade del mare. Compresi i collegamenti con le isole minori troppo spesso dimenticate. È necessario ai fini dello sviluppo turistico della nostra isola. Spesso mi chiedono perché non ho fatto l’assessore al Turismo, ma in quel campo la più grossa lacuna è rappresentata dai trasporti.
Nei giorni scorsi Federconsumatori ha sollevato l’attenzione sulla situazione paradossale che si potrebbe venire a creare a Fontanarossa, con i progetti di collegamento di Rete ferroviaria italiana e Circum che si sovrappongono. Perché non lavorare su un unico progetto?
Non c’è dubbio che va fatta una scelta. È chiaro che ci sono competenze del ministero, con cui abbiamo parlato proprio nei giorni scorsi, ma sarà nostro compito provare ad evitare doppioni e sovrapposizioni.
Recentemente il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha detto che è stato da stupidi non portare l’alta velocità fin dentro gli aeroporti. A Catania non esiste neanche un progetto per realizzare una stazione all’interno dello scalo. Anzi Ferrovie e Circum ne ipotizzano due diverse all’esterno, a poca distanza l’una dall’altra. Pensate di intervenire su questo punto?
È un’idea che non va messa da parte, ma dobbiamo fare i conti con le risorse disponibili. Esiste un interessante progetto di interramento dei binari, ma non è ancora esecutivo ed è una fase in cui stiamo ancora lavorando. L’obiettivo principale resta velocizzare una rete ferroviaria arcaica. Delrio ha parlato di una vagonata di soldi in arrivo dall’Europa. Il mio auspicio è di usarli prendendo il miglior benchmark degli altri.
A Roma si discute della riforma delle autorità portuali. La Sicilia orientale, compresa Augusta, rischia di rimanere senza autorità. Come valuta questo scenario?
È un tema che in questa fase compete al Ministero e di cui non mi sono ancora occupato. Ne riparleremo a breve.