Indignados, a Roma è guerriglia Catania, assemblea sotto la pioggia

In 200 mila da 80 città italiane. Sono gli indignados nostrani, che dal primo pomeriggio fino a sera hanno sfilato per le vie di Roma. Una delle tante città del mondo dove si manifestava contro la politica economica internazionale, ma l’unica trasformata in uno scenario da guerriglia. Anche Catania, intanto, viveva anche il suo I-Day: anziché con le fiamme, sotto la pioggia.

Il corteo nella Capitale – partito da Piazza della Repubblica ha attraversato via Cavour, i Fori Imperiali e via Labicana. Doveva fermarsi a piazza San Giovanni, dove invece è scoppiata la guerriglia. Auto bruciate, vetrine in frantumi, lancio di pietre e molotov. Due piani del ministero della Difesa sono stati dati alle fiamme. Azioni condotte da meno di un migliaio di black bloc, che hanno costretto i manifestanti pacifici a deviare per il Circo massimo. «Questi delinquenti ci hanno tolto il diritto di protestare – dicono amareggianti – Fino a quel momento sembrava una bellissima festa».

A Catania, invece, un centinaio di persone e un megafono sono state già un piccolo successo per gli indignados etnei. Il 15 ottobre sotto il Liotro poteva andare deserto, complici il diluvio che ha messo in ginocchio la parte sud della città e il Catania Calcio, che giocava contro l’Inter. La manifestazione, iniziata intorno alle 18 all’ingresso della Villa Bellini, si è svolta con un presidio in cui ogni partecipante poteva esprimere al megafono la propria opinione sulla crisi globale. Poco dopo, il corteo: senza bandiere, ma con qualche coro, verso la prefettura. Lì si è fermato e si è dato ancora spazio alla voce dei manifestanti, con la testimonianza del comitato No Muos di Niscemi. Alle 19 l’assemblea si è trasferita al Nievski, sulla scalinata Alessi, anche per decidere le prossime mosse di un movimento che attende il rientro di chi ha partecipato all’evento romano.

Domenica 16 ottobre

Ore 11 – Disordini: 12 arresti. Intanto a Roma ritorna la calma: Sono già una ventina le persone responsabili dei tafferugli di ieri pomeriggio fermate dalle Digos di Roma. Di queste, 12 sono state arrestate. Tra loro anche giovani manifestanti provenienti da Bari, Trento, Catania, Siracusa, Brindisi e Napoli. Sequestrati anche una ventina di molotov e bastoni. Queste ultime cifre sono destinate a salire nelle prossime ore e nei prossimi giorni, quando altri responsabili delle violenze saranno identificati grazie ai filmati delle telecamere e alle testimonianze. La maggior parte dei teppisti hanno fatto ritorno alle città di provenienza, ma si cercherà di individuarli grazie alla collaborazione con le autorità locali. Nel frattempo, nella Capitale è ritornata la calma, ma sono ancora visibili i segni della guerriglia urbana di ieri pomeriggio. I mezzi della nettezza urbana sono all’opera già da ieri sera per ripulire la città, ma restano le auto e i cassonetti bruciati, il selciato divelto, le vetrine spaccate di banche e negozi e le facciate annerite dal fumo degli incendi. I danni sono ancora da quantificare, mentre il numero dei feriti è rimasto fermo a circa una settantina, di cui tre in gravi condizioni. (Fonte Ansa).

Sabato 15 ottobre

Ore 20:50 – Sale a 70 il bilancio dei feriti negli scontri tra Black bloc e forze dell’ordine. Tre sono gravi: Secondo l’Ansa, sono almeno 70 le persone ferite durante i tafferugli dell’I-Day romano, di cui tre gravi. Venticinque sono stati medicati nell’ospedale da campo montato dall’Ares 118 nei pressi di piazza San Giovanni, mentre gli altri 45 sono stati trasportati negli ospedali più vicini. Si tratta per lo più di manifestanti che hanno riportato escoriazioni e lievi contusioni. Tre persone, invece, sono state ricoverate in codice rosso: un membro di Sinistra e Libertà di circa 50 anni che ha perso due dita per l’esplosione di un petardo, un poliziotto colpito al torace e una terza persona che ha riportato traumi multipli.

Ore 20:30 – Corteo «disperso» dopo l’appuntamento al Circo Massimo: Dopo i disordini in piazza San Giovanni e in via Merulana, del corteo pacifico degli Indignados italiani resta ben poco. «Molta gente è rimasta in giro a vagare per la città, ma lontano dai tafferugli – racconta Gianni Piazza della Rete 29 Aprile -. Buona parte del corteo si è spostata al Circo Massimo, perché alcune organizzazioni hanno deciso di fare così. Ma una volta arrivati lì abbiamo potuto fare ben poco: il sito era chiuso per lavori. Qualcuno voleva accamparsi per le notte, ma è stato impossibile per la situazione che si è venuta a creare. E poi, a causa dei fumogeni e degli incendi, l’aria era irrespirabile. Nessuna conclusione per la protesta quindi, perché ci siamo dispersi». Come era impossibile restare in piazza San Giovanni a causa degli scontri: «molti manifestanti pacifici sono rimasti lì a guardare i teppisti da lontano, ma poi sono andati tutti via». Intanto, secondo le ultime notizie battute dalle agenzie, vicino piazza San Giovanni è ancora violenza.

Ore 19:20 – Cariche in via Merulana. Sventato il tentativo di incendio di una pompa di benzina: Azioni repressive delle forze dell’ordine contro i teppisti asseragliati in via Merulana. I militari hanno infranto le barricate con l’ausilio del blindati e hanno messo in fuga i Black bloc, che sono scappati verso piazza Santa Maria Maggiore. Sventato, per adesso, anche il tentativo di dar fuoco ad una pompa di benzina, sempre in via Merulana. I teppisti sono stati respinti dal lancio di lacrimogeni e dall’avanzare dei mezzi. (Fonte Ansa)

Ore 19 – Incendiato un mezzo dei Carabinieri in piazza San Giovanni. Almeno 20 i feriti durante i tafferugli: I Black bloc in piazza San Giovanni danno fuoco ad un blindato dei Carabinieri. I due agenti a bordo sono riusciti a fuggire. La piazza è invasa dal fumo del mezzo in fiamme. Continuano i tafferugli tra assalti dei mezzi e cariche di repressione dei teppisti ad opera dei militari. Intanto sale ad almeno 20 il numero dei feriti negli scontri di oggi a Roma tra forze dell’ordine e manifestanti. Trasportati tutti in ospedale – Umberto I e al San Giovanni – sono stati medicati per contusioni e lievi ferite. Coinvolti anche un ufficiale dei carabinieri, colpito da una pietra, ed un agente di polizia. (Fonte Ansa).

Ore 18:20 – Il corteo pacifico si sposta verso il Circo Massimo: «In piazza San Giovanni c’è ancora guerriglia – ci racconta Matteo Ianniti del Msc, ancora all’interno del corteo. I disordini sono stati creati da un gruppo di disturbatori, che hanno creato il caos incendiando automobili, negozi e palazzi. Le intenzioni del corteo erano assolutamente pacifiche». Ianniti spiega inoltre che le cariche di repressione delle forze dell’ordine hanno colpito anche i manifestanti pacifici «che non c’entravano niente» e che, nonostante i disordini, l’I-Day non si conclude. «Roma è ancora piana di manifestanti – ci dice – e, visti gli scontri, la parte del corteo che non era ancora giunta in piazza San Giovanni – che comprende moltissimi studenti, partiti e sigle sindacali- si sta spostando verso il Circo Massimo».

Ore 17:50 – Guarriglia a Roma: molotov contro idranti della polizia. A fuoco due piani degli uffici del Ministero della Difesa: Ormai a piazza San Giovanni sono solo scontri. In base a quanto si legge sul sito dell’Ansa, il corteo degli Indignados, cominciato in maniera pacifica questo pomeriggio, si è trasformato in guarriglia a causa degli atti di violenza di un gruppo di Black bloc. La polizia non riesce ad avanzare. Una bottiglia incendiaria è stata lanciata verso gli idranti delle forze dell’ordine. Molti manifestanti se sono andati via e i pochi rimasti si sono raccolti sotto la basilica.

Ore 17:40 – Feriti un agente ed un manifestante. Assaltato un mezzo delle forze dell’ordine: Nel corso dgli scontri in piazza San Giovanni, un agente è stato portato in ospedale per una grave frattura ad una gamba. Anche un manifestante ha riportato gravi ferite ad una mano causate dallo scoppio di un petardo. Non è ancora chiaro se si tratti di incidente, o se il petardo appartenesse al manifestante ferito. L’incidente è accaduto all’angolo tra via Labicana e via Merulana, treatro di violenti scontri tra teppisti e forze dell’ordine, ma anche tra gli stessi partecipanti. Intanto, in piazza San Giovanni, un gruppo appartente alle frange violente dei Black bloc ha assaltato un mezzo della polizia che aveva forzato le barricate. Il veicolo è stato preso a calci e a colpi di mazza, ma è riuscito ad andare via. Continua la repressione con gli idranti (fonte Ansa).

Ore 17:20 – I manifestanti aiutano le forze dell’ordine. Applausi alle azioni contro i violenti: I manifestanti pacifici si schierano dalla parte delle forze dell’ordine per bloccare gli atti di teppismo. A piazza San Giovanni gli indignati fermano un gruppo di violenti. Molti gli applausi indirizzati all’entrata in azione dei mezzi speciali con idranti. Anche le cariche anti teppisti sono accolte dai presenti con sollievo e battute di mani. Circa 200 partecipanti si sono arroccati sotto la statua di San Francesco e, alzando le mani, urlando «no violenza» verso le frange violente. (Fonte Ansa).

Ore 17:10 – Idranti contro i teppisti. Cariche della polizia in piazza San Giovanni: Secondo quanto riporta l’Ansa, prosegue lo scontro tra violenti e forze dell’ordine: cariche violente e lancio di fumogeni nel corso del corteo. Intanto arrivano sul posto numerosi mezzi blindati e gli agenti ricorrono anche all’utilizzo degli idranti per disperdere la folla di manifestanti. Azioni di repressione con mezzi blindati anche in piazza San Giovanni, dove i teppisti rispondono con il lancio di pezzi di selciato. La piazza è divista tra pacifici e violenti. Alcuni partecipanti, alzando le mani, urlano «no violenza».

Ore 17:00 – Corteo riunificato defluisce verso piazza San Giovanni. continuano gli scontri: bottiglie contro la polizia: «La polizia è arretrata e il corteo si è ricomposto e lentamente tutti stanno raggiungendo piazza San Giovanni, già pienissima di gente. Ma si sentono ancora botti in lontananza» riferisce Piazza della Rete 29 Aprile. Mentre il cordone di indignati avanza, proseguono gli scontri violenti da parte degli incappucciati: di bottiglie contro la polizia in via Labicana, lanci di fumogeni e fuga dietro una barricata in fiamme (fonte Ansa).

Ore 16:40 – Disordini: forze dell’ordine spezzano il corteo a metà: «A causa degli scontri c’è stata una carica delle forze dell’ordine, che hanno spezzato il corteo a metà all’altezza di piazza San Govanni – racconta Gianni Piazza, docente catanese della Rete 29 Aprile, presente alla mobilitazione romana per la Giornata della Rabbia. La parte che è rimasta indietro, per adesso, non può più proseguire». «C’è un mare di gente – continua -, siamo circa 200 mila persone».

Ore 16:30 – Indignati pacifici allontanano violenti: «Non vi vogliamo!». Militare dei Cobas colpito da una bottiglia: Al grido di «Andate via! Andate via! Non vogliamo la vostra violenza», i manifestanti hanno allontanato dal corteo, all’incrocio tra via Cavour e via dei Fori Imperiali, un gruppo di giovani con caschi e volti coperti, intenzionati a dirigersi verso piazza Venezia, dove sono schierate le forze dell’ordine. Scontri tra indignati pacifici e total black violenti anche in via Cavour -dove sono state incendiate due automobili – in cui i due gruppi tenevano in mano bottiglie, bastoni e martelli. Tra loro anche un contatto, dove un militante dei Cobas, che stava facendo allontanare la gente dalle auto date alle fiamme, è stato colpito alla testa da una bottiglia.

Ore 16:20 – Scontri in via Labicana, incappucciati lanciano bomba carta: Il gruppo dei violenti vestiti di nero ed incappucciati, continua a creare disordini lungo il percorso del corteo. Secondo quanto riferisce Adnkronos, in via Labicana, i total black hanno lanciato una bomba carta verso il cancello di un edificio con su scritto Ecologia ed Ambiente. Precedentemente, i teppisti, sempre in via Labicana, avevano preso di mira le telecamere di alcuni palazzi ed oscurato con vernice spray nera gli obbiettivi di alcuni fotoreporter. Dopo il lancio della bomba, gli indignati, dall’interno del corteo, hanno gridato «Buffoni!» all’indirizzo dei violenti.

Ore 16:10 – Ferito in via Cavour: Un uomo di circa 60 anni è stato aggredito e lievemente ferito al volto mentre cercava di fermare un lancio di bottiglie contro i vigili del fuoco intenti a domare il rogo di un Suv, dato alle fiamme da alcuni teppisti, in via Cavour, luogo già teatro altri atti violenti nel corso del corteo di protesta per ‘I-Day.

Ore 15:50 – La testa del corteo raggiunge piazza San Giovanni. Aggredita troupe di Sky TG 24: Dietro lo slogan «Solleviamoci!», la testa del serpentone di decine di migliaia di indignati, partito quasi due ore fa da piazza della Repubblica per l’I-Day, è giunta a piazza San Giovanni. Nel frettempo, una troupe di giornalisti di Sky Tg 24, nel corso della diretta dalla Capitale, riferisce di aver subito un’aggressione da parte dei manifestanti. Secondo quanto riporta l’agenzia Adnkronos, alcuni manifestanti hanno lanciato lacrimogeni, bottiglie e altri oggetti, contro cameramen, fotoreporter e cineoperatori che stavano riprendendo il corso della manifestazione.

Ore 15:30 – Bottiglie contro gli autori dei blitz violenti. Occupati simbolicamente i Fori: Alcuni manifestanti hanno tentato di bloccare gli autori degli atti di violenza in via Cavour, lanciandogli contro delle bottiglie. Il gruppetto in nero non desiste, ma molti per paura sono fuggiti. Nel frattempo, decine di indignati hanno occupato simbolicamente il sito archeologico dei Fori, all’altezza della Basilica di Massenzio, scavalcando la recinzione, nonostante l’area sia off limits al passaggio delle manifestazione. (Fonte Ansa).

Ore 15:15 – Corteo arriva a Piazza del Colosseo. Primi attacchi violenti in via Cavour, paura tra i residenti: Auto date alle fiamme, esplosioni e nubi di fumo nero in via Cavour: proseguono, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, gli atti violenti ad opera dei manifestanti nel corso del corteo degli Indignati. Paura tra turisti e residenti. I responsabili, sempre secondo l’agenzia, sarebbero un nutrito gruppetto di giovani vestiti di nero e col volto coperto da caschi, felpe e bandana. Non parlano con nessuno ed espongono uno striscione che dice: «Se ci prendono il presente noi ci rubiamo il futuro». Intanto, la testa del corteo raggiunge piazza del Colosseo.

Ore 15:10 – Sfondata la vetrina di una banca: Secondo quanto riportato sul sito dell’Ansa, un gruppo di manifestanti ha distrutto la vetrina di una banca in via Cavour, utilizzando come ariete un palo della segnaletica stradale, precedentemente divelto. Mimetizzati tra la folla, gli autori del gesto si sono staccati dal corteo e dopo il blitz si sono dileguati.

Ore 14:50 – «Partecipazione enorme e clima di festa». Centro della Capitale blindato, si temono primi scontri: «Non ci aspettavamo una manifestazione così partecipata. La testa del corteo è già molto avanti e la coda è ancora all’inizio con migliaia di persone – racconta Matteo Ianniti, uno dei ragazzi del Msc presenti alla mobilitazione. Pensiamo stiano sfilando già ben oltre 150 mila persone. Il clima è festoso». Intanto le forze dell’ordine sono in massima allerta: «tutte e vie d’accesso al Centro nei pressi dei palazzi del Governo sono blindate ed inaccessibili anche al passaggio a piedi – continua Ianniti – e si temono già i primi disordini. Girano voci che la polizia stia preparando cariche di alleggerimento del corteo e pare che vicino piazza Venezia ci siano già stati scontri».

Ore 14:20 – Alle fiamme bandiere italiana e dell’UE: Alcuni manifestanti dell’organizzazione Acqua bene comune si sono arrampicati sul tetto dell’Hotel Atlantico, dove hanno dato fuoco alle bandiere dell’Italia e dell’Unione Europea. I partecipanti, che indossano le maschere bianche di Guy Fox, il protagonista del  film V per Vendetta, dopo il blitz sul tetto hanno lanciato dei volantini con la scritta «E’ la vendetta Precaria». Nel frattempo, il corteo degli indignati sfila per via Cavour.

Ore 14 – Parte la manifestazione: «People of Europe: rise up!», è questo il testo dello striscione che sta alla testa del corteo.

[Foto: a sinistra, gli scontri a Roma, di Ansa; a destra, un momento della manifestazione catanese, di Roberto Quartarone]


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