Tavolo tecnico per affrontare la questione legata all’Isab di Priolo. Il Governo nazionale ha convocato i rappresentanti dell’azienda, le parti sociali e gli Enti locali coinvolti per discutere del presente e del futuro dello stabilimento della Lukoil. Decisione arrivata durante l’incontro a Roma tra il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, […]
Incontro per scongiurare il blocco della Lukoil. Galioto (UGL): «C’è anche il problema depuratori»
Tavolo tecnico per affrontare la questione legata all’Isab di Priolo. Il Governo nazionale ha convocato i rappresentanti dell’azienda, le parti sociali e gli Enti locali coinvolti per discutere del presente e del futuro dello stabilimento della Lukoil. Decisione arrivata durante l’incontro a Roma tra il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, e il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, nel quale si è discusso di numerosi temi di grande rilevanza, tra cui il rilancio delle aree industriali in crisi come Gela e Termini Imerese. Riunione definita «positiva e costruttiva» da parte di Schifani anche alla luce della volontà espressa dall’Esecutivo di mettere mano, a stretto giro, alle problematiche connesse al petrolchimico siracusano. «Sarò, ovviamente, presente all’incontro – ha dichiarato il governatore regionale – e continuerò a seguire con attenzione l’evolversi della vicenda, nella consapevolezza della sua importanza strategica per la Regione».
L’appuntamento, fissato per venerdì 18 novembre a palazzo Piacentini, è stato accolto con favore dei sindacati. «Chiediamo – ha detto Tonino Galioto della UGL – che venga sbloccata la situazione a partire dal fido bancario. Non è possibile che a pagare sia solo la Lukoil in Italia. Auspichiamo che venga data la possibilità di acquisire l’impianto per scongiurare il licenziamento di tutti i lavoratori, diretti e dell’indotto». Ma la vicenda non riguarda solo il superamento delle sanzioni e prescrizioni collegate al conflitto tra Russia e Ucraina. Per l’azienda pende un’altra problematica quella dei depuratori. «La Regione Siciliana – continua – deve immediatamente prendersi carico di capire a quale punto sia l’indagine della Magistratura e, di conseguenza, eventualmente agire per sbloccare lo scarico delle acque. In caso contrario il rischio è quello di risolvere la faccenda legata al petrolio russo ma non quella dell’impianto consortile. Le questioni sono collegate. Insomma serve una politica industriale seria per lo sviluppo dell’area».