Mentre la cronaca quotidiana si concentra sugli scandali che attanagliano il mondo della Sanità in Sicilia emerge un dato allarmante dal territorio di Randazzo. Dove sabato scorso, lungo la strada statale 120, è morto Francesco Lupica, ciclista di 63 anni, sposato e padre di tre figli. Per lui è stato fatale l’impatto con un furgone. […]
L’incidente mortale del ciclista a Randazzo: «L’ambulanza del 118 era senza medico a bordo»
Mentre la cronaca quotidiana si concentra sugli scandali che attanagliano il mondo della Sanità in Sicilia emerge un dato allarmante dal territorio di Randazzo. Dove sabato scorso, lungo la strada statale 120, è morto Francesco Lupica, ciclista di 63 anni, sposato e padre di tre figli. Per lui è stato fatale l’impatto con un furgone. Sulla questione adesso accende i riflettori il Partito democratico, denunciando il fatto che l‘ambulanza del 118 che si è recata sul posto fosse sprovvista del medico a bordo. L’assenza dei camici bianchi non sarebbe un fatto circoscritto al mezzo d’emergenza ma anche al presidio territorio locale.

«È questo il dato, nudo e crudo, che descrive il progressivo smantellamento dei servizi medici di prossimità che dovrebbero essere garantiti a Randazzo dove la guardia medica, il presidio territoriale e il 118 non hanno medici a sufficienza per fornire adeguata assistenza, anche nei casi più gravi. Lo denunciamo da tempo mentre chi dovrebbe garantire il diritto alla salute continua a voltarsi dall’altra parte», spiega il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo che denuncia lo stato del sistema sanitario nel Comune di Randazzo.
Ciclista morto a Randazzo: «Ambulanza era senza medico»
«In base alle nostre informazioni – prosegue – infatti, sabato scorso, l’ambulanza giunta sul posto era sprovvista di medico a bordo e non c’era il medico neanche al Pte. Presenteremo oggi stesso un’interrogazione urgente per accertare i fatti e le eventuali responsabilità». «È vergognoso che – dice il segretario del circolo Pd di Randazzo, Gianluca Anzalone – l’emergenza sanitaria di un’intera comunità venga trattata come un dettaglio amministrativo. Per questo è urgente che la Regione intervenga immediatamente per ristabilire un’assistenza minima e dignitosa anziché occuparsi sempre e solo di clientele favorendo gli amici degli amici».