Bisognerà aspettare marzo del 2023 per scoprire i prossimi sviluppi sulla vicenda giudiziaria legata alla fiera dei morti del 2019 e a quella di Sant’Agata del 2020. L’inchiesta, che coinvolge cinque persone, ipotizza a vario titolo i reati di turbativa d’asta, peculato e corruzione. L’ultima udienza si sarebbe dovuta tenere nei giorni scorsi ma l’appuntamento ha subito un rinvio. Resta quanto accaduto in aula il 12 aprile con la procura che vuole mandare a processo il dirigente del Comune di Catania Gianpaolo Adonia, l’ex funzionario amministrativo, ora in pensione, Giuseppe Fichera, gli imprenditori Arturo e Antonio Coglitore, padre e figlio, e infine l’ex presidente del comitato dei festeggiamenti di Sant’Agata Riccardo Tomasello. Quest’ultimo, insieme ad Adonia – che è difeso dall’avvocato Simone Marchese – hanno fatto richiesta di rito abbreviato. Gli altri imputati, invece, prediligono l’ordinario.
A essersi definitiva è invece la questione delle richieste di misure cautelari. In un primo momento rigettate dal giudice per le indagini preliminari, poi in parte passate dall’appello fatto dalla procura e, infine, con l’ultima parola lasciata alla Cassazione che ha di fatto annullato le richieste dei magistrati. Gli stessi che per Fichera e Arturo Coglitore volevano l’applicazione degli arresti domiciliari. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, con l’indagine coordinata dalla magistrata Alessandra Tasciotti, l’affidamento dei due eventi fieristici organizzati dal Comune di Catania sarebbe stato pilotato in favore della società Essece. «Nonostante fosse inadempiente nei confronti del municipio per debiti pregressi», come si legge nell’avviso di garanzia. Accuse che i Coglitore hanno rimandato al mittente, spiegando di essere l’unica società ad avere partecipato alla gara sborsando circa 200mila euro per il pagamento del suolo pubblico. Criticità, per i magistrati, anche nel numero degli stand espositivi, più piccoli e in numero inferiore rispetto a quelli previsti nel bando.
Accusato di peculato l’imprenditore e ormai ex presidente del Comitato dei festeggiamenti di Sant’Agata Riccardo Tomasello. Gli agenti di polizia, a cui è stata delegata l’indagine della procura partita da un esposto di alcuni residenti contro la malamovida, sostengono che Tomasello si sia appropriato di circa duemila euro a titolo di spese personali ma «senza nessuna autorizzazione da parte degli altri membri del comitato». Tomasello ha replicato a MeridioNews dichiarandosi «vittima di un’assurdità – aggiungendo di avere – smontato euro per euro ogni contestazione». Agli atti dell’indagine sono finiti diverse intercettazioni e scontrini, anche di cifre piccole, per pranzi e colazioni consumate dentro attività commerciali di via Santa Filomena, via Etnea e via Monfalcone.
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